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17 Comments

  1. soprattutto sardegna
    spot 28 Aprile 2000 a cura di Aservice Studio

    http://www.youtube.com/watch?v=7c9gpLXSk68

    buon lavoro a tutta la redazione

    • Daniele Haroun Bashir

      Alla cortese attenzione del sindaco Paolo Truzzu e di qualsivoglia partecipante del comitato Movita,

      da abitante del centro quale sono, attento al quartiere e preoccupato per la piega sconcertante che l’attuale situazione ha preso, ho sentito la necessità di rispondere alla vostra campagna con questa lettera pubblica, con la speranza che possa portare ad un nuovo dialogo che sia aperto ad accettare e comprendere tutte le parti coinvolte.
      La città è una dimensione collettiva, in cui ogni abitante dovrebbe essere rappresentato e tutelato. Nella vita cittadina è la piazza il fulcro della socialità, ventre gravido della comunità. Che sia il mercato o lo spazio di gioco dei bimbi, che sia il luogo dove gli anziani siedono per passare il tempo o nel quale i giovani s’incontrano, è la piazza che permette di appropriarsi e vivere in libertà ed a costo zero gli spazi cittadini. Rifiutare questa dimensione della socialità significa rifiutare una realtà storica.
      E’ da qualche anno a questa parte che si parla del problema della “movida”, termine giornalistico privo di spessore, creato per definire un fenomeno di portata vastissima e variegata, usato come mezzo scandalistico per suscitare la reazione del lettore ignaro e disattento (come non pochi altri termini ormai diffusi nel linguaggio giornalistico italiano).
      Se non ci fosse la necessità di spiegare la ragione per la quale termini generici scelti ad hoc per semplificare situazioni politiche (ovvero della comunità) complesse – in maniera unidirezionale e priva di indagine – siano solamente nocivi per la vita cittadina, probabilmente non si sarebbe arrivati alla radicalizzazione che in questi ultimi anni abbiamo vissuto da ambo le parti. Eppure ad una giunta comunale incapace o non disposta ad avere ampia visione della situazione si sono affiancati alcuni gruppi di ragazzi completamente disinteressati alla salvaguardia degli spazi pubblici, rendendo così impossibile il dialogo e l’incontro; ma se i gruppi di giovani son spesso ignari per mancanza di maturità e goliardia insita nel loro essere giovani, è impensabile deresponsabilizzare le giunte comunali del degrado che loro stesse fomentano non fornendo a questi giovani i mezzi adeguati per mantenere pulita e vivibile la loro città.
      Anzi che dedicare degli spazi all’incontro si è preferito soffocare con legislazioni proibizioniste una vita che è insita nello stesso essere di una città, chiudendo gli spazi, trasformando le piazze in cortili privati di grandi elettori e proprietari di locali, sostenendo comitati di quartiere che rappresentano una minoranza d’elite, cercando di distruggere pezzo per pezzo parti della comunità non accettate perché estranee a quel concetto di bella vita che si cerca di mostrare ai turisti che ogni estate affollano il centro.
      Questo è ciò che è avvenuto nella Marina da sei anni a questa parte.
      Quando si diceva che i giovani non s’interessavano di pulire piazza San Sepolcro dalle bottiglie di birra nessuno faceva presente che i cestini della piazza erano troppo piccoli per permettere lo smaltimento dei rifiuti, che magari sarebbe stato più facile mettere una campana per il vetro; nessuno faceva presente che se dieci persone lasciavano le birre sulle scalette a fine serata altre dieci raccoglievano spesso tutto quanto. E’ interessato alla giunta comunale solo quando il sindaco voleva far bella figura sui social network, fotografandosi accompagnato da un ragazzo “eroe” poiché aveva fatto ciò che noi si faceva da anni.
      Se il comune ci avesse dedicato un luogo con servizi pubblici garantiti (per l’appunto: campane per lo smaltimento del vetro, bagni pubblici aperti 24h), nel quale non fosse necessario spendere prezzi non accessibili a tutti per consumare, dove i cittadini non sarebbero stati disturbati dalla nostra presenza, avremmo di gran lunga preferito andare là, piuttosto che vivere una guerra continua tra inquilini addormentati e abusi di potere da parte della municipale.
      Purtroppo il centro storico della città non è di tutti, ma solo di chi ha la capacità economica e l’influenza politica per poterlo vivere. Purtroppo un commerciante bengalese che paga le tasse non vale come un gestore di locali che monopolizza la vita cittadina. Purtroppo in un ambiente talmente desideroso di mantenersi provinciale si preferisce nascondere gli scheletri nell’armadio e la povere sotto al letto per mantenere quell’aurea finzione che tanto piace agli elettori, piuttosto che costruire in comunità una realtà che soddisfi tutti, che trascenda le parti e dia un volto nuovo, sincero alla città. Eppure non è mai troppo tardi per mettere da parte i conflitti e trovare una soluzione comune, per cercare di costruire una città viva e attiva, di scambio e condivisione. Non è mai tardi per migliorarsi e comprendersi cercando di conoscere davvero la parte opposta.
      Io sono un cittadino di Cagliari ed amo la mia città. In questi anni l’avrei voluta veder crescere, ammodernarsi e aprirsi; ciò che invece ho visto è stata la tendenza a gentrificare quartieri che erano belli per la loro multietnicità, in funzione di un’immagine che mi pare specchio per le allodole, seguendo un’idea reazionaria e priva di lungimiranza. Finanziare spazi per la gioventù non da il guadagno ingente e immediato che può dare un ristorante d’alta cucina o un cocktail bar al Bastione di Santa Croce, ma aiuta la comunità a svecchiarsi ed a proiettarsi in un futuro più luminoso. Mi sembra che negli ultimi anni si investa solo nei luoghi che una parte borghese della realtà cittadina apprezza e non si consideri il resto dei cittadini, soprattutto studenti, che, fino a prova contraria, hanno gli stessi diritti e sono tenuti a rispettare gli stessi doveri. Questa mia spero aprirà la possibilità per un dialogo in persone che presumo abbiano la capacità di comprendere la volontà di cambiamento e riappacificazione, per una Cagliari nuova e accessibile a tutti.

  2. agnese onnis

    Vorrei segnalare un evento come fare?

  3. roberta

    Complimenti per il sito che avete creato e per i contenuti molto forti ma Vi rendete conto cosa vuol dire avere a che fare con i sardi?Io ci sto provando da cagliaritana che vive in un paesino dell’entroterra sardo,ma e’ una lotta contro i mulini a vento!!!!!!!!!!!Non ci si rende conto (come nel resto d’Italia) che siamo seduti su pozzi di petrolio in quanto ad arte cultura cibo stile di vita!!!!!!!!!!!!!Ma c’e’ un’ignoranza spaventosa e anche analfabetismo!Spero di avere un aiuto da Voi.Buona sera

  4. Antonio Arrigo

    Per cortesia, potete inserire questa notizia nel vostro sito?

    Il nuovo libro di Antonio Arrigo “Zia Maria Assunta” verrà presentato a Sassari al Civico66 via Principessa Iolanda n. 66 – venerdì 13 dicembre 2013 alle ore 18,30. L’opera sarà introdotta da Luca Losito. Il volume è stato dedicato al Dott. Giuliano Manconi. La presentazione del testo è stata curata da Mons. Pietro Meloni Vescovo Emerito di Nuoro e dall’Avv. Fabio Papaccio Notaio in Tempio Pausania ed Olbia. Le fotografie presenti nella pubblicazione sono state gentilmente concesse da Angelo Fiori e Francesco Idini. L’autore sarà presente. L’ingresso è libero.

    Cenni brevi del libro “Zia Maria Assunta”
    Questa fantasia letteraria non è un romanzo storico. L’intenzione dell’autore, Antonio Arrigo, è di parlare di tematiche attuali, attraverso il travestimento dell’ambientazione in un’epoca passata. Le vicende della protagonista Maria Assunta, del libro “La mia Gallura”, vengono riprese dal pronipote Salvatore Cannas, figlio di Antonio e di Sonia Lamon di Treviso, come attestazione d’affetto per mantenere viva la sua memoria. La storia della famiglia Cannas si sviluppa ulteriormente, quando zio Giuliano viene nominato Commissario della Scuola Superiore di Salute Animale della Sardegna con sede a Sassari. Scuola, che si occupa della salvaguardia e della promozione della salute. Quest’ultima la salute, considerata da tutti il bene supremo.

    Notizie biografiche
    Antonio Arrigo, scrittore autodidatta, nasce a Palermo nel 1958. E’ coniugato e padre di due figli: Paola e Marco. E’ laureato in “Lingue e Letterature Straniere”. Vive a Osilo, lavora nella Biblioteca dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna di Sassari. Impegnato nel volontariato, ha insegnato inglese. Ha già pubblicato: “La mia Gallura”, (My Gallura edizione in inglese); “Prova d’autore”; “Mistero a Osilo”, (Mystère à Osilo edizione in francese); “Zio Leonardo conversa con nonno George”; “Zia Maria Assunta”. Ha tradotto alcuni dei suoi testi in inglese e francese. Grazie ai suoi libri, ha incontrato numerosi amici a Vimodrone, Ajaccio, Losanna, Bruxelles e naturalmente in numerose città della Sardegna.

    Grazie e cordiali saluti.

    Dr. Antonio Arrigo
    Via Tuveri, 1
    07033 Osilo (SS)
    Tel. 079-45089 Cell. 3348775736
    Email: antarrigo@virgilio.it

  5. andrea

    Comunicato Stampa
    Comitato Salviamo gli Alberi di Terrapieno

    Venerdì 15 novembre c.a. l’assessore ai lavori pubblici Luisanna Marras ha finalmente incontrato i rappresentanti del Comitato “Salviamo gli alberi di Terrapieno” e ha comunicato le ultime novità in merito a una vicenda che ha interessato la città negli ultimi due mesi: gli alberi in questione (tre fitolacca e un albero del falso pepe) saranno salvati. Infatti (in risposta alla mobilitazione e agli appelli del Comitato, supportati da proposte concrete) l’assessore Marras e i tecnici del Comune ing. Olla e ing. Passa hanno riesaminato il progetto originario e valutato che è possibile approvare delle varianti che consentono di realizzare la messa in sicurezza del muro di contenimento senza eliminare gli alberi.
    Come Comitato (pur con l’amarezza di aver visto tagliare nello stesso sito ben sei pini) esprimiamo soddisfazione per l’esito della vicenda, che con la conservazione degli alberi più pregiati garantisce anche la conservazione dell’assetto paesaggistico di uno dei siti più belli della città. Nel ringraziare i molti (amministratori e tecnici) che si sono adoperati a questo fine, auspichiamo per il futuro che la voce di cittadini e cittadine sia ascoltata preventivamente, favorendo così il dialogo e la realizzazione della “Democrazia partecipativa”

    “Comitato Salviamo gli Alberi di Terrapieno”

    Cagliari 20 novembre 2013

  6. Antonio Arrigo

    Il nuovo libro di Antonio Arrigo “Zia Maria Assunta” verrà presentato a Sassari al Centro di Preparazione per la Famiglia piazza sant?agostino n. 2b – mercoledì 04 dicembre 2013 alle ore 18,30. L’opera sarà introdotta dalla Dott.ssa Angela Baio. Il volume è stato dedicato al Dott. Giuliano Manconi. La presentazione del testo è stata curata da Mons. Pietro Meloni Vescovo Emerito di Nuoro e dal Notaio Avv. Fabio Papaccio. Le fotografie presenti nella pubblicazione sono state gentilmente concesse da Angelo Fiori e Francesco Idini. L’autore sarà presente. L’ingresso è libero.

    Cenni brevi del libro “Zia Maria Assunta”
    Questa fantasia letteraria non è un romanzo storico. L’intenzione dell’autore, Antonio Arrigo, è di parlare di tematiche attuali, attraverso il travestimento dell’ambientazione in un’epoca passata. Le vicende della protagonista Maria Assunta, del libro “La mia Gallura”, vengono riprese dal pronipote Salvatore Cannas, figlio di Antonio e di Sonia Lamon di Treviso, come attestazione d’affetto per mantenere viva la sua memoria. La storia della famiglia Cannas si sviluppa ulteriormente, quando zio Giuliano viene nominato Commissario della Scuola Superiore di Salute Animale della Sardegna con sede a Sassari. Scuola, che si occupa della salvaguardia e della promozione della salute. Quest’ultima la salute, considerata da tutti il bene supremo.

    Notizie biografiche
    Antonio Arrigo, scrittore autodidatta, nasce a Palermo nel 1958. E’ coniugato e padre di due figli: Paola e Marco. E’ laureato in “Lingue e Letterature Straniere”. Vive a Osilo, lavora nella Biblioteca dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna di Sassari. Impegnato nel volontariato, ha insegnato inglese. Ha già pubblicato: “La mia Gallura”, (My Gallura edizione in inglese); “Prova d’autore”; “Mistero a Osilo”, (Mystère à Osilo edizione in francese); “Zio Leonardo conversa con nonno George”; “Zia Maria Assunta”. Ha tradotto alcuni dei suoi testi in inglese e francese. Grazie ai suoi libri, ha incontrato numerosi amici a Vimodrone, Ajaccio, Losanna, Bruxelles e naturalmente in numerose città della Sardegna.

    Grazie e cordiali saluti.

    Dr. Antonio Arrigo
    Via Tuveri, 1
    07033 Osilo (SS)
    Tel. 079-45089 Cell. 3348775736
    Email: antarrigo@virgilio.it

  7. Antonio Arrigo

    Antonio Arrigo al Music Hall
    L’elegante sala del Music Hall di Sassari ha accolto la presentazione del libro di Antonio Arrigo “Zia Maria Assunta” mercoledì 11 giugno 2014. Il relatore, Casimiro Mastino, oltre che scrittore, conosciuto, apprezzato, e stimato avvocato, davanti ad un pubblico prevalentemente di giovani, consapevoli delle sfide avvincenti che quotidianamente dovranno affrontare, in una società sempre più mutevole che richiederà da parte loro maggiore preparazione e spirito di adattamento, ha fatto rivivere le vicende dell’eroina “zia Maria Assunta”, soffermandosi analiticamente sulle peculiarità di ciascun capitolo presente nella monografia. L’amico dell’autore, Casimiro, volutamente si è astenuto di parlare dell’ultima parte della novella, per lasciare al lettore il gusto di assaporare il finale che contiene tutti gli aspetti della vita da quello gioioso a quello triste, da quello nostalgico a quello ricco di speranza. Casimiro, oltre che esperto in materie giuridiche, conoscitore dell’animo umano, ha spiegato che questo testo, secondo la sua opinione, gli ha dato l’impressione di essere dinanzi ad una specie di “cavallo di Troia”, in cui l’autore si serve della protagonista “zia Maria Assunta” per esprimere pensieri e sentimenti personali, frutto di riflessioni e di esperienze di vita, marcate dalla lotta quotidiana, al fine di guadagnarsi fiducia e stima dalle persone che incontra tutti i giorni. L’intero ricavato della serata è stato donato ai “Guardian angels” di Sassari. Associazione di volontariato che distribuisce generi di prima necessità ai senza tetto.

  8. Le politiche della Sardegna verso il Mediterraneo. L’interesse della Sardegna di partecipare alle Euroregioni (o altre entità cooperative similari) del Mediterraneo

    di Franco Meloni

    Nei giorni scorsi sulla news Aladin (www.aladinpensiero.it) abbiamo dato rilievo alla notizia dell’approvazione da parte della Commissione Europea della costituzione della Macroregione europea Adriatica-Ionica, per la quale si attende ora l’approvazione finale da parte del Consiglio europeo prevista il prossimo 24 ottobre. Di questa Macroregione non fa parte la Sardegna (1) in quanto la nostra isola è situata nella parte tirrenica del mar Mediterraneo. Ma, allora, perchè siamo così interessati a questa nuova realtà istituzionale? La risposta sta in quello che appare, dai documenti pubblicati, un progetto serio e credibile, che va dandosi un’organizzazione robusta in grado di sostenere un programma ambizioso e, cosa estremamente importante, che raccoglie il consenso e l’impegno di tutte le istituzioni interessate. Al riguardo il coordinatore dell’iniziativa Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche, sostiene che la costituzione della Macroregione “è il frutto di un intenso lavoro svolto dalla comunità adriatica e ionica, dalle città, Università, Camere di Commercio e Istituzioni territoriali che hanno trovato a Bruxelles, nel Comitato delle regioni, il luogo per dare forza al loro progetto”. Noi che siamo del parere che una delle ragioni della situazione disastrosa della Sardegna sia imputabile in gran parte alla incapacità delle istituzioni sarde di cooperare per l’attuazione di una buona politica nell’interesse dell’Isola, non possiamo che plaudire alla capacità costruttiva delle diverse Istituzioni coinvolte nel processo di realizzazione di questa Macroregione, la quale per i protagonisti, per il percorso effettuato, per i progetti strategici e così via, costituisce un modello per altre Macroregioni o per altre Entità similari di cui fa parte o potrà far parte la Sardegna. Attualmente la Sardegna non partecipa ad alcuna Macroregione, che ha una propria caratterizzazione normativa europea, ma a un’altra aggregazione cooperativa, molto somigliante denominata Euroregione (su queste nuove Istituzioni occorrerebbero approfondimenti soprattutto di carattere giuridico; intanto si segnala l’ottimo saggio di Laura Berionni “La strategia macroregionale come nuovo strumento di cooperazione territoriale” ). Partecipa infatti alla Euroregione delle Isole, chiamata Archimed, la quale sembra versare in una situazione di precarietà, decisamente lontana dalla vitalità impressa alla Macroregione Adriatica-Ionica. Forse la causa della inconsistenza di Archimed sta nel suo vizio originario di un nuovo soggetto nato senza grande coinvolgimento istituzionale e sociale, che “si aggiunge” a tanti altri quasi una nuova bottega di generi alimentari in una città già ricca di tali esercizi. Che male c’è? Qualche posto di lavoro in più, qualche nuova prebenda per qualche amico, qualche occasione in più di turismo congressuale a spese della collettività, qualche occasione per fare fotografie di gruppo per far finta che qualcosa si fa. La gestione di Ugo Cappellacci della vicenda Archimed da proprio questa sensazione di superficialità e spreco di risorse pubbliche. Di interesse per la Sardegna esiste poi un’altra Euroregione, denominata Alp-Med, che allo stato coinvolge diverse regioni francesi e italiane (2), ma non la Sardegna né la Corsica, anche se sussisterebbe un interesse delle stesse isole, evidenziato dal fatto che ambedue fanno parte di una struttura parallela di associazionismo delle Camere di Commercio della stessa Euroregione, in attesa di un allargamento istituzionale. Peraltro anche l’euroregione Alp-Med sembra allo stato poco attiva, prova ne sia il non aggiornamento del sito web ufficiale gestito dalla regione Piemonte, fermo al 2013).
    Perchè siamo così interessati alle Macroregioni europee e alle Euroregioni? Perchè crediamo possano essere utili per la Sardegna. Ci pensiamo da molto tempo. Ma diverse recenti occasioni di dibattito hanno riacuito l’interesse per questa questione. Innanzitutto mi riferisco al dibattito sulla necessità di un nuovo Statuto per la Sardegna. In particolare, trattando di politica di relazioni esterne della Sardegna, che devono avere riconoscimento anche nello Statuto, mi riferisco in particolare alle relazioni della Sardegna con il Mediterraneo. L’argomento è stato specificamente oggetto dell’intervento di Pietrino Soddu al Convegno sullo Statuto promosso dalla Fondazione Sardinia, dalla Carta di Zuri e da Sardegna Soprattutto il 9 giugno, con l’ulteriore approfondimento nell’iniziativa il 23 del corrente mese.
    Nel citato intervento (non ancora trascritto in atti, ma tuttavia presente in audio/video tra i materiali del Convegno, nel sito web della Fondazione Sardinia) Pietrino Soddu sostiene che la Sardegna fino all’inizio del periodo sabaudo (1720) era saldamente collocata nel contesto Mediterraneo, specificatamente quello del Sud, verso cui intratteneva le sue relazioni più consistenti, sia in termini economici, sia di natura culturale. Gli interessi prevalenti dei nuovi dominatori sabaudi erano invece prevalentemente rivolti al Nord, in particolare alla Lombardia, circostanza che avrebbe, gioco forza, mutato la direzione dello “sguardo” della Sardegna verso il Continente italiano e verso l’Europa continentale, disinteressandosi sostanzialmente del campo passato. Secondo Soddu questa diversa prospettiva ha portato anche notevoli conseguenze positive per la Sardegna, laddove era proprio su quel versante europeo che maggiormente correva il fiume della modernità e del progresso. Oggi non si tratta di abbandonare questa collocazione, quanto di riscoprire e rilanciare l’interesse verso il Mediterraneo, nel suo complesso, e verso il Mediterraneo del Sud. Come fare? Soddu non lo ha detto, confessando di non avere idee al riguardo, se non la certezza della strada da compiere. Per questo occorre superare le incertezze e perfino le paure legate all’ancestrale timore de “su moru, che viene a rapirci le nostre donne e ad impadronirsi delle nostre risorse materiali”. I nuovi mori oggi hanno precise sembianze: sono soprattutto (e non solo) gli emiri arabi, interessati al comprarsi la Sardegna. Tutto ciò non deve portare ad un atteggiamento di chiusura, quanto piuttosto di apertura, di scambi paritari, consentiti nella misura in cui abbiamo una buona classe dirigente, espressa dalla maggioranza dei “sardi padroni in casa propria” e rafforzati sempre più nella loro identità. Ecco la migliore garanzia perchè non si venda la Sardegna a nessuno! L’intervento di Pietrino Soddu si è fermato proprio al punto che forse costituiva una prima risposta al suo interrogativo e insieme auspicio su “Sardegna: che fare verso una politica di interesse, partecipazione e integrazione nell’area mediterranea”, cioè alla seconda parte del settimo principio della Carta di Zuri: «La Sardegna (…) offre amichevole collaborazione alle comunità e alle regioni vicine per formare, a partire dal Mediterraneo, una euroregione per il progresso degli interessi comuni». Un’euroregione (o forse, meglio, una macroregione), appunto! E perchè, allora, non approfondire gli strumenti che l’Unione Europea mette a disposizione per realizzare concretamente questa opportunità. Sono strumenti utili e adeguati? Parliamo quindi della proposta di mandare avanti seriamente, al contrario di quanto si sia fatto finora, la realizzazione dell’euroregione Archimed, con la partecipazione di tutte le isole del Mediterraneo appartenenti all’Unione Europea, con l’intento di rafforzare una politica di pace, di solidarietà di scambi a tutti i livelli con i paesi del Mediterraneo del Sud, compresi quelli non facenti parte dell’Unione Europea e con i quali esistono già interessanti relazioni, a volte incentivate dalla stessa UE (pensiamo al programma ENPI), che potrebbero estendersi all’interno della specifica politica di favore prevista per la condizione di insularità. Ma, anche per corrispondere alla esigenza prospettata da Soddu che la Sardegna non abbandoni il fronte continentale europeo: non sarebbe utile e opportuno coltivare la piena realizzazione dell’Euroregione Alp-Med, con l’ingresso della Sardegna e della Corsica nella compagine societaria? Temi evidentemente da approfondire, che richiedono innanzitutto una “presa in carico” della Regione e, insieme, uno specifico filone d’impegno per i nostri parlamentari italiani ed europei (peraltro questi ultimi rappresentano già la circoscrizione Sardegna-Sicilia; facciamo dunque di “necessità” virtù). Peraltro, in questa sede, giova apportare un qualche correttivo all’analisi di Pietrino Soddu secondo cui la Sardegna ha abbandonato ogni interesse per il Mediterraneo a far data dal passaggio dalla Spagna al Piemonte. L’interesse per il Mediterraneo infatti se pur sopito è stato sempre coltivato e non mancano le riflessioni politiche e culturali al riguardo. Tra le prime (anch’esse culturali, ma di maggior valenza poltica) ricordiamo quanto scritto recentemente da Federico Francioni in un articolo critico proprio nei confronti del pluricitato intervento di Pietrino Soddu, pubblicato sul sito della Fondazione Sardinia, laddove Francioni ricorda che “(…) l’idea di una Federazione mediterranea – di uno Stato che avrebbe dovuto raggruppare Baleari, Corsica, Sardegna e Sicilia – fu delineata dopo il primo conflitto mondiale” proprio dal PSd’Az . Ma è giusto anche in questa sede ricordare il dibattito e gli interventi di carattere culturale (basti citare per tutti le riflessioni di Giovanni Lilliu) e l’impegno di ricerca delle Università sarde nei paesi dell’Africa mediterranea. Tutto occorre riprendere e rilanciare, perchè non si parte da zero. Anzi! E questo è il nostro e altrui impegno. Certo da rafforzare e estendere, chiamando in causa soprattutto le Istituzioni sarde.
    Voglio ora concludere con una proposta operativa, sicuramente riduttiva, ma, a mio parere, importante e immediatamente fattibile.
    Il 28 febbraio 2012 fu siglato dal presidente della Camera di Commercio di Cagliari e dal direttore del Dipartimento di Scienze Sociali e Istituzioni dell’Università di Cagliari un “Accordo di collaborazione” tra le due Organizzazioni per l’elaborazione di progetti per rafforzare i rapporti della Sardegna con i paesi della sponda sud del Mediterraneo, anche come possibile rappresentanza/terminale avanzato della Sardegna verso i paesi del nord Africa, soprattutto attraverso l’associazionismo camerale (Ascame, Insuleur, Alpmed). I progetti elaborati e gestiti congiuntamente si dovevano proporre l’obiettivo di dare concreta attuazione alla normativa di cui all’art. 4 della legge regionale 28 dicembre 2009, n.5, finanziata dalla Regione Autonoma della Sardegna*. Tale legge regionale prevedeva un impegno della Regione così definito: “La Giunta regionale è autorizzata al finanziamento, anche con il concorso di risorse di provenienza statale e comunitaria, di progetti speciali finalizzati:
    a) alla definizione di un sistema internazionale e mediterraneo di osservatori per l’intercettazione degli allarmi di crisi economico-sociale e dei settori produttivi o delle prospettive di sviluppo delle attività produttive e dell’occupazione;
    b) alla predisposizione e sperimentazione di modelli di intervento per prevenire e scongiurare gli effetti derivanti dallo stato di crisi economico-sociale o per anticipare e cogliere integralmente ogni opportunità di sviluppo dei settori produttivi e dell’occupazione (…)”. A quell’accordo di collaborazione non seguì nulla. La ragione fondamentale, mi dicono, fu (e purtroppo tuttora è, considerato che al riguardo nulla è cambiato) che non si trovò un interlocutore a livello di Esecutivo politico e di organizzazione amministrativa regionale che consentisse di passare dalle parole ai fatti. Insomma, il solito problema di grandi idee (già molto che quelle ci furono) ma miseria di comportamenti e nullismo organizzativo. Non potevamo permettecerlo allora e tanto meno oggi. La proposta è dunque riprendere quell’Accordo, riscriverlo coinvolgendo in dimensioni regionali l’Unioncamere e l’Università della Sardegna, ridefinirne l’ambito, allargandolo, per esempio, al supporto alla realizzazione delle Euregioni, prima tra tutte quella esistente Archimed, di cui, per inciso, di recente è diventato presidente, in virtù della sua carica, Francesco Pigliaru.
    Per questo e altro l’imperativo è: muoviamoci!

    Note
    1) Della Macroregione fanno parte: Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovina, Serbia, Montenegro, Albania, Grecia. In Italia le regioni interessate sono Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Lombardia, Trentino Alto Adige. Come si vede la Sardegna non è interessata a detta macroregione
    2) L’Euroregione Alpi Mediterraneo riunisce cinque Regioni francesi e italiane (Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Rodano-Alpi).
    3) Dell’Euroregione Archimed fanno parte la Regione Sicilia, la Regione Sardegna, il Govern de les Illes Balears e l’ Agenzia dello Sviluppo Larnaca di Cipro (Larnaca District Development Agency – Cyprus)

  9. maria

    SOTTO LE PIANTE NEL BACIO DEL SOLE…del 24 aprile 2014. Il mio commento è sparito: Non ho avuto nessuna risposta da Gabriele Calvisi alle mie domande sul secondo articolo dallo stesso titolo che appare denigratorio nei confronti dell’ingegner Davide Cova, il cui progetto era frutto del suo lavoro e dei suoi studi e portarlo avanti gli costò molto impegno e molta fatica anche per
    dare il meglio alla città, un giardino pubblico, strade più curate, oasi di verde ovunque perché contrariamente al poetico titolo in quel periodo non ci si poteva riparare dal<>. Nello stesso periodo che va dal 1927 al 1929 aveva già progettato un Piano Regolatore il primo per Oristano (gli interventi edilizi sia nell’Ottocento che nei primi decenni del Novecento non furono mai regolati da una progettazione globale a scala urbana) il progetto aderisce perfettamente all’ideale urbanistico di quegli anni con proposte per il riordino del tessuto edilizio e di ridefinizione degli ambiti urbani per ottenere spazi ampi e godibili. Il piano non venne mai realizzato dopo che l’ingegner Cova fu costretto a dimettersi per il fatto che non ritirò la tessera del PN Fascista. La discussione del 1909 riportata nel primo articolo è interessante e lascia trasparire il disagio della città quando ancora non era bonificata dall’acqua, subiva l’inondazione del Tirso e non aveva le fognature. Mi meraviglia che si parlasse delle solitudini di ” porta a mari ” la bella porta antichissima demolita dallo steso ingegner Busachi. E poi, come mai parla al plurale introducendo con” Pubblichiamo la bella discussione svoltasi nel Consiglio Comunale di Oristano e riportata dall’Unione Sarda nel settembre del 1909 “

  10. Vorrei sapere se il gruppo Accardo contro la musica imposta è ancora attivo e dove poss trovare dei riferimenti sulle aizioni da proporre.
    grazie
    vi scriverò poi a lungo, per ora mi occorre questa urgente informazione.
    un saluto
    paola

  11. Nicola Pisu è un cantautore sardo, di nicchia, molto interessante:
    http://www.nicolapisu.it
    Sul sito ci sono moltissime recensioni e interviste e, guarda caso, pochissime sono fatte dalla Sardegna. Sembra essere più apprezzato nel resto d’Italia che qui, eppure canta moltissimo dell’isola. Cito solo una canzone, Ombre, tratta da Paese d’ombre di Giuseppe Dessì, che canta insieme a Clara Murtas, della quale ho letto proprio ora una bella intervista su queste pagine.

  12. giovanni durbiano

    sto cercando la mail dell’autore dell’articolo Maurizio Giufrè.
    potete aiutarmi?
    grazie
    g

  13. Fiorenzo

    Buongiorno,
    Vorrei pregarvi di verificare bene le citazioni che pubblicate: il testo attribuito al Papa come omelia del 9/5/2018 è in realtà un brano tratto da un libro del 2004 dello psichiatra brasiliano Augusto Cury (vedi: http://blogdazero.blogspot.it/2015/11/una-bufala-papale.html )

  14. Sardus

    In questo momento è in atto un blitz in Consiglio regionale per approvare la legge urbanistica sotto il nome di legge semplificazione. Vergogna

  15. M.B.

    Gentile Sardegna Soprattutto,
    Vorrei cancellare un commento e la tag del mio nome che ho lasciato sul vostro sito nel 2014.
    Vi prego di volermi contattare quanto prima.
    Grazie mille.
    Cordiali Saluti,
    M.B.

  16. Aldo Colonna

    Sono un giornalista del Manifesto e sto cercando da tempo il Giudice Paolo Numerico che sia lo stesso, questo nelle mie speranze, che ha tessuto rapporti amicali con Don Emilio Gandolfo. Molte grazie, Aldo Colonna, 320.4050007

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