Provo a riportare la discussione nel terreno del confronto democratico [di Giovanni Cardeu]
Nella lettera gentilmente pubblicata da Sardegnasoprattutto a mia firma, a proposito dell’emergenza neve e del caso Fonni, non ho mai fatto riferimento a Falconi imprenditore. Migheli deve aver letto male. Anche altri passaggi lo fanno apparire preoccupato di altre cose (i sindaci che sono tutti bravi? La Regione nel suo complesso cattiva? Il movimento di Michela Murgia ?) e poco attento a quelle che io ho voluto sottolineare. E che non sono offese. Sono rilievi, magari critici, anche molto critici. Basterebbero ad aprire una discussione vera, senza che si sovrapponga ad essi chissà quale cattiva Non vedo offesa nel dire che secondo me un sindaco impegnato da molti anni in politica, proposta più volte per candidature e ruoli non solo territoriali e che ha avuto la fortuna di vivere in una famiglia che ha fatto – meritoriamente – politica a livello del territorio e regionale, è a pieno titolo classe dirigente. Ha responsabilità almeno altrettanto grandi di un funzionario regionale quale è Graziano Nudda. Responsabilità non vuol dire colpa. Secondo punto: perdere le staffe durante un’emergenza, con persone e animali in pericolo, avendo a carico una comunità, è comprensibile, umano, sarebbe disumano non sbottare, non arrabbiarsi, contenersi. Ma poi c’è il momento della riflessione. E siamo sempre lì, a ogni emergenza: nel Meridione e in Sardegna, se ci fate caso (ricordate il terremoto in Friuli?), è sempre colpa degli altri. E’ il maledetto vittimismo di cui ci ammaliamo sempre più, complici gli strumenti di diffusione di massa del mal di pancia e dell’insulto che sono i social e soprattutto facebook. Il massacro a cui è stato sottoposto Graziano Nudda è indecoroso, e l’elevazione a eroina della sindaca di Fonni forse anche suo malgrado, era lo schema che ho voluto rilevare, criticare. Terzo punto: la neve a Fonni è normale anche se fosse vero che non ne era caduta tanta da 50 anni, e non è vero. Migheli non ironizzi su quella parentesi a proposito della transumanza: la transumanza era un modo per affrontare le cattive stagioni, il gelo, la neve. C’erano anche molti più abitanti a Fonni allora. Non vuol dire che devono riprendere a farla oggi (fra l’altro la fanno), ma che la comunità sa per un sapere antico che lassù arriva la neve e che bisogna prevenire e difendersene. Mi sembra enorme (e certo non per colpa di Daniela Falconi, ma la sua responsabilità la chiama a parlarne, a spiegare) che mentre si investono milioni di euro per costruire la stazione di sci, ennesimo investimento pubblico, non se ne siano messi da parte per attrezzare il Comune, la Comunità montana, uno dei consorzi cui si è dato vita negli anni a Fonni e dintorni, per comprare mezzi per liberare almeno le strade principali. Se Migheli viene anche solo nell’Appennino emiliano a vedere come funzionano le emergenze e come la prevenzione, scoprirebbe…. l’acqua calda: ogni istituzione, ogni volontario, ha la responsabilità precisa di presidiare metro per metro il territorio in caso di neve normale e di nevicate eccezionali, ciascuno secondo le proprie possibilità e disponibilità, e tutti coordinati dal Comune e convocati in estate per fare i piani. Se è stato d’inverno a New York, con la neve a volte alta molti metri, avrà visto che i primi che scendono a spalare davanti a casa a Brooklyn e spesso anche sotto i grattacieli di Manhattan, sono i newyorchesi. Con la pala. Prima che arrivino i mezzi, le turbine, gli spazzaneve, gli spargisale. Quarto punto: la prevenzione. Stanno qui le debolezze della Regione per quel che io vedo e so. Per gli incendi e quando nevica o piove. Ma quest’opera è nella sua normalità nelle mani di tutti, è culturale, fatto sociale, collettivo. Richiede, mi sembra prima di tutto, che si smetta di fare il vittimismo. E se lo fanno i sindaci, è l’equivalente di Renzi che se la prende con l’Europa. Che cattivi maestri abbiamo, come vede, Nicolò! Ma non titillando gli allievi poniamo rimedio a questi vizi. Post Scriptum: a proposito dei sindaci, è sicuro lei che non ce ne siano abbastanza? O che non se ne vogliano più candidare? So che lei è un sociologo: non sarebbe interessante studiare perché accade il contrario, in Sardegna almeno, da quanto mi dicono? Ce ne sono sempre almeno due per paese, spesso tre, come a Santu Lussurgiu l’ultima volta, per dire di un luogo che lei conosce. |