Nereide ha vissuto ed è andata via sulle ali della libertà [di Susi Ronchi]

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Se n’è andata come un soffio leggero, Nereide Rudas, sulle ali della libertà che con fatica e caparbietà è riuscita a costruirsi giorno dopo giorno nella sua intensa vita. Al lavoro fino alla fine, non ha lasciato nulla in sospeso. Sono stati infatti giorni frenetici, gli ultimi, di preparazione per arrivare ad un altro traguardo al quale puntava con orgoglio, la Festa di Cagliari, così amava definirla, programmata a febbraio, per celebrare la X edizione del Premio Alziator, la sentiva una sua creatura e tale era diventata.

Siamo stati gli ultimi amici a vederla, Maurizio Porcelli, direttore della Fondazione Alziator, ed io, due giorni prima della sua morte, in un incontro per definire alcuni dettagli della serata. Appuntamento a casa sua il martedì mattina, giornata gelida, cielo plumbeo che non prometteva niente di buono, tanto che di lì a poco si scatenerà la tempesta sulla città; segnali inquietanti, insoliti per i cagliaritani, chiusi però all’esterno non appena varcata la soglia del luminoso appartamento di fronte all’Amsicora.

Ad accoglierci la padrona di casa   elegante in abito scuro, con indosso la parure di preziosi al competo: collana, orecchini, anelli, idealmente la Presidente della Fondazione era già pronta per la Festa. Schierata al suo fianco, in segno di devozione, la coppia, originaria di Bosa, che da 32 anni cura la casa e la sua persona, una presenza discreta ma rassicurante per chi ha superato la novantina. I segnali della bufera fuori: all’interno un caldo tepore si diffonde tra gli arredi antichi e i divani di un brillante rosa confetto, la padrona di casa è in splendida forma.

Subito al lavoro con le due vecchie  agendine in mano, fitte fitte di nomi e di numeri, Nereide le consulta per chiamare chi manca ancora all’appello: bisogna decidere chi premierà i “premiati“. “Non possiamo sbagliare” afferma Nereide, che proprio in queste occasioni sa esercitare al meglio l ‘arte della ricerca di equilibrio, di coinvolgimento, di rispetto delle competenze, ma sempre fedele alla sua filosofia di donna svincolata dai poteri forti e da pressioni.

Manca un tassello ancora per chiudere il cerchio, manca un “premiante”: ne parliamo, lo individuiamo, Nereide, sfoglia la sua agendina, trova il numero, lo chiama, lui accetta subito, lei riattacca entusiasta! La mattinata volge al termine, ma Nereide ci trattiene, racconta ancora, conosce i tanti volti di Cagliari, la storia delle grandi famiglie, vita e miracoli dei colleghi accademici, è la memoria colta della città che, annodando i fili dell’esperienza e della conoscenza, ha scritto il romanzo bellissimo della sua vita.

La conversazione, come spesso accade, si sposta poi sulla politica e Maurizio, ricordando una breve parentesi come consigliera comunale, le chiede: ”Perchè non ti sei mai impegnata a fondo in politica?”. Domanda legittima alla persona giusta, ho pensato! E lei, con franchezza e semplicità ha spiegato che con quel mondo c’è sempre stato un abisso, incolmabile, mai avrebbe potuto condividere scelte rigide, di schieramento, sottostare alle decisioni imposte, rinunciando alla propria libera azione, al proprio libero pensiero: “Sarei stata una zavorra per la politica e la politica per me.”

Un rapporto di perfetta reciprocità! E certamente ripercorrendo tutte le stagioni della sua vita non si può rimpiangere la sua assenza dall’agone politico, dato che Nereide Rudas ha raggiunto alti livelli occupando, da antesignana, prestigiosi contesti professionali, imponendosi in un mondo prevalentemente maschile e maschilista.

E’ tarda mattina ormai, dalla cucina arriva un buon profumo di sugo, i suoi angeli custodi  preparano il pranzo, e noi ci salutiamo dandoci appuntamento alla settimana successiva. Nulla in quel salotto ovattato faceva presagire che di lì a poco, Nereide Rudas, una donna, che ha fatto della libertà il suo punto di forza, sarebbe volata via con un leggero fruscio.

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