Photoshoppateci tutti! [di Alessandro Mongili]

Rifiuti cassonetti pieni a Cagliari

A Cagliari, la maggioranza uscente ha impostato la sua campagna elettorale sul tema “Massi c’ha un X Factor pazzesco”. Le clip diffuse sui social ci mostrano una città “molto migliorata, come ognuno può verificare”, senza ulteriori specificazioni o spiegazioni se non il “così dicon tutti”.

La cittadinanza, ridotta a pubblico votante, è chiamata non più a votare, ma a dare il voto a Massi, come a scuola o, meglio, come in un talent show. Per convincere il pubblico, si usa una versione moderna del Villaggio Potëmkin, cioè di quei villaggi fatti di facciate edificati nel 1787 dal principe Potëmkin per essere mostrati alla Zarina Caterina II di passaggio e di ispezione nella neoannessa Crimea.

Oggi invece è una Cagliari photoshoppata a invadere una comunicazione politica promossa dal Popolo di Massi, rivolta non agli elettori, categoria ormai impropria, ma a un pubblico da talent show.

I temi del lavoro, dell’occupazione, dello spopolamento di Cagliari, del suo isolamento crescente a seguito del boicottaggio delle low cost da parte del governo amico e dell’agGiunta regionale, dei rifiuti, delle tasse comunali salate, di una politica culturale da barzelletta, del cattivo funzionamento della macchina comunale, insomma le cose che riguardano la vita delle persone e non la promozione di Massi al girone di ritorno sono semplicemente accantonate.

Il Popolo di Massi risponde compatto “ce ne occuperemo”, “vedrete”, “state tranquilli”. Interviene addirittura su Internazionale una scrittrice di origine sarda (anche lei del popolo di Massi?) per diffondere fra il progressismo italiota la Leggenda del Sindaco Ragazzino con un X Factor pazzesco.

Non so come andranno le elezioni comunali, ma so com’è andata questa campagna elettorale. In essa non si è discusso di politica, anzi la politica è stata espulsa dal dibattito.  Cinque anni fa “toccava a loro”, adesso invece ci chiedono la loro promozione, in un delirio autocentrato rispetto al quale la città diventa solo uno sfondo photoshoppato e uno strumento da usare per mostrare il talento del Sindaco Ragazzino e della sua Giunta di Sbaragliati.

La politica si è ridotta a un agone in cui si gioca una partita che non riguarda più i cittadini che, comprensibilmente, rimangono a casa nel certo timore che questa gente riempia i Consigli comunali e diventi persino Sindaco. In tantissimi cercano vie d’uscita individuali oppure si rivolgono al voto di protesta. Spero invece che gli elettori votino e scelgano candidati validi. Qualcuno ci sarà e di una politica che si occupi di risolvere i nostri problemi – e non di organizzare tornei per soddisfare i bisogni di riconoscimento di alcune persone – ce n’è un grande bisogno.

4 Comments

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  4. Fabrizio

    Ho capito, il problema è Ryanair, risolto quello Mongili si disinnesca. Peccato che le regole siano regole.

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