Cagliari: le disavventure della sostenibilità e dell’accessibilità [di Francesco Sechi e di Luca Guala]

piazza

Chi sabato sera è transitato nel Largo Carlo Felice, immagino non sia rimasto indifferente ad assistere (i pedoni) o a subire (gli automobilisti – peggio per loro si direbbe) il caos regnante in piazza Yenne. Ciò che oramai da tempo avviene, soprattutto nelle sere del fine settimana, era questa volta aggravato da un cantiere, non presidiato dalla Polizia Municipale, la cui circolazione era regolamentata da un semaforo del tutto inutile ed inosservato perché del tutto inutile erano i suoi segnali di “verde” e “rosso”.

Ma tra quelli che subivano il caos non erano solo chi del caos era parte attiva, gli automobilisti, ma anche quelli che, come il sottoscritto, avevano deciso di prendere l’autobus della Linea 8 da Piazza Matteotti verso Buoncammino: 15 minuti fermi nel Largo Carlo Felice prigionieri dei conflitti tra pedoni e automobilisti. Peggio anche per quelli che hanno preso l’autobus, si direbbe; perché non sono andati a piedi e fare una salutare passeggiata? Non lo si dovrebbe dire, ma qualcuno lo ha detto.

In realtà, osservando da un altro punto di vista il disordine di Piazza Yenne, si riescono a percepire i due momenti spesi da chi vuole vivere la città: quello di goderne gli spazi, i servizi e le attrattive, che è poi il fine ultimo, e quello di accedervi. Ovviamente il secondo propedeutico al primo. E al di là degli oramai ben noti “rimproveri” contro le scelte insostenibili di viaggio verso chi utilizza l’auto, scaricando verso ‘terzi’ (i cittadini) le scelte insostenibili sul sistema dei trasporti fatte dai “decisori”, non si può continuare ad immaginare la sostenibilità di un luogo urbano come semplice eliminazione dei sistemi di trasporto, privati e pubblici, necessari per accedervi.

E per accessibilità non si intente il concetto di “riuscire prima o poi ad arrivare“, ma di riuscire ad arrivarci con “‘facilità” per tutte le categorie di cittadini, dai bambini, agli anziani, ai disabili, a tutti coloro che hanno desiderio di vivere quel luogo, di abitarci e di usufruire dei servizi o piaceri che esso gli offre. Un luogo accessibile è un luogo di valore ed è per questo che il sistema dei trasporti gioca un ruolo fondamentale per il successo o meno di una via o di un quartiere nei confronti di tutti gli altri.

Ecco che allora diventa fondamentale che tutti gli interventi volti alla riqualificazione di una via e che prevedano la limitazione di alcune (ZTL) o tutte le categorie di veicoli (zone pedonali) siano accompagnate da uno serio studio di accessibilità finalizzato a garantire la ‘facilità’ di accesso, preferibilmente con il trasporto pubblico, preservando ciò che quel luogo è in grado di esprimere per la sua economia e per quella della città, senza confondere “sostenibilità” con il solo concetto di carattere prettamente “energetico” e di “inquinamento atmosferico“.

Ecco perché le ZTL e le pedonalizzazioni, se non accompagnate da adeguati studi e interventi urbanistici che esaltino le potenzialità dei luoghi, unitamente a studi e interventi di accessibilità finalizzati a renderli facilmente raggiungibili con alternative sostenibili, rischiano di esporre “il luogo” stesso al rischio di un inesorabile declino di per sé “insostenibile”.

Declino che può anche essere favorito da contestuali politiche di potenziamento dell’accessibilità automobilistica (strade) in altre zone della città o dell’hinterland verso cui si stanno localizzando i servizi. I programmi di potenziamento stradale previsti nella città metropolitana di Cagliari sono su un altro ordine di grandezza rispetto ai programmi di intervento sul trasporto pubblico collettivo, nonostante ciò che ci è stato detto nel corso della “settimana europea della mobilità sostenibile”.

Ovviamente avere come obiettivo quello di fare esprimere ad un luogo le proprie potenzialità “di luogo” presuppone di conoscerle…..ma questo è un altro capitolo.

*Ingegneri Trasportisti

 

One Comment

  1. enrico marras

    Le ZTL a Cagliari servono solo a garantire la crescita a dismisura degli spazi dedicati ai tavolini. Così, aree di interesse storico da pubbliche sono diventate private e fruibili solo dai consumatori di birra.
    La città è una grande birreria notturna dove viene cancellata la storia e la bellezza dei luoghi. Le piazze create come luogo di ritrovo e di giochi per bambini ormai non esistono più.I parcheggi vengono eliminati per favorire questo sviluppo: Largo C. Felice, Piazza Yenne. Piazza Garibaldi ecc.

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