SI per liberare un Paese incartato [di Carlo Arthemalle]

referendum

I sostenitori del “NO”  difendono la “Costituzione più bella del mondo” contro l’idea di “un uomo solo al comando”.  Anche io. Mai militerei in un movimento dove il fondatore  prima nomina un direttorio e poi lo scioglie  proclamandosi capataz. La Costituzione è sì la più bella del mondo ma a differenza di altri mi guardo bene dal dire che è intangibile. Non è il Corano, immutabile, inemendabile.

E’ strumento scritto da uomini che la pensavano diversamente ma che, nell’interesse di tutti, concordarono un testo di compromesso, di grande valore etico e morale.  Lo spirito di quella Costituzione, per  essere preservato, deve adeguare i vari articoli ai tempi che evolvono. A proposito di intangibilità bisogna ricordare la dottrina cattolica  in cui il Papa con un tratto di penna cancella il purgatorio e domani forse l’inferno. Perché si considera peccato mortale riformare il Senato della Repubblica italiana?

Ma i sostenitori del “No” argomentano dicendo che la riforma è fatta male, che è un pasticcio e altro ancora.  Condivido alcune critiche ma dico “Si” perché così si comincia a zappare la vigna; perché mettere  tutti d’accordo è impossibile. Se si mettessero a confronto  i professori schierati per il “No”  scopriremmo che ognuno propone il suo modello e quindi tanti modelli di Costituzione uno diverso dall’altro.

Il 4 dicembre si sceglie se iniziare una stagione di riforme o conservare lo status quo. “Si” dunque perché vorrei vivere in un Paese dove chi governa, faccia il suo dovere senza scuse.   Dagli anni novanta l’Italia è incartata. Per una decisione bisogna ottenere l’assenso di istituzioni, di corporazioni, di  lobby di interessi particolari che se non vengono accontentate costringono a rinviare ogni decisione.

L’Italia è il Paese del rinvio. Quanto avviene a Roma è replicato in periferia: Regioni, Comuni, e persino  condomini.  In periferia se a livello politico una legge o una delibera riescono a superare mille ostacoli ci pensa  poi la burocrazia a rimandare ed insabbiare. Non credo che la vittoria del “Si” ponga fine ad una situazione difficile ma penso che avere una camera abilitata a dare e a togliere la fiducia al governo è un passo avanti. Normalizzare i rapporti tra Stato ed autonomie locali aiuta a risparmiare soldi ed a combattere la corruzione.

Dare un premio di maggioranza a chi arriva primo alle elezioni rende più efficace l’azione del Governo e lo rende meno ricattabile  da chi è disposto a vendere il voto al miglior offerente.  Col premio di maggioranza il premier è più tranquillo per tutta la legislatura, può lavorare perché alla Camera ha una corsia preferenziale e in Europa ha più autorità e ascolto. Alla fine del suo mandato il popolo può dire semplicemente a chi ha deluso di tornarsene a casa.

Questa riforma va sostenuta perché, se passa, è più facile avere più possibilità di rinnovare la classe dirigente. L’Italia  è anchilosata perché non c’è mobilità sociale,  perché i vecchi fanno barriera nella politica, all’università, nelle magistratura, negli apparati burocratici, nelle professioni.  Per diventare giornalista il requisito è essere figlio di giornalista, lo stesso vale per i professori universitari e per altre categorie.  Si paventa la possibilità che  Renzi  diventi un oligarca ma a scorrere i comitati per il “No” si provino a contare gli oligarchi schierati in armi a sottolineare che i diritti acquisiti non si toccano.

Ultima considerazioni. Il dibattito in corso riguarda l’architettura legislativa e l’argomento merita tutta l’attenzione ma nessuno si illuda che bastino buone leggi a garantire una nazione felice. Per vivere in un paese giusto e democratico è necessario che al suo interno agiscano forze sociali organizzate, capaci di difendere la Democrazia e la legalità in ogni momento. L’Italia, nel secondo dopoguerra, è stato un paese a democrazia reale con la Costituzione largamente inapplicata ed un’ opposizione organizzata, che non potè andare al governo ma era tuttavia capace di intervenire sulle scelte nazionali e di mobilitare il paese. Per tutte si ricordino le manifestazioni contro Tambroni e Segni.

Con la caduta del  muro di Berlino sono venuti meno i vecchi equilibri internazionali ed in Italia, si è dissolta la prima Repubblica. Il Paese è andato allo sbando vittima di quanti si sono contesi  cassa ed opinione pubblica.  Chi è venuto dopo i padri fondatori ha mostrato la sua inadeguatezza. Il tempo e gli scenari mutati hanno rapidamente logorato anche la passione politica e la volontà di partecipazione che stavano alla base delle  virtù civiche del popolo italiano. La vittoria del “SI” può essere l’inizio di un lungo cammino verso la riconquista di queste qualità.

3 Comments

  1. Giuseppe Delogu

    E’ la democrazia, bellezza! Do you know? Da quando la partecipazione ai processi decisionali è diventato un ostacolo? Da quando le clausole di supremazia rappresentano la via partecipata alla democrazia e non invece la scorciatoia per l’autoritarismo made in “comando io”?

  2. Pinna Ignazio

    Le mie obbiezioni:
    1-La costiutzione in quanto strumento di gestione di una comunità deve essere condiviso dalla stessa e non già da una parte seppur il 50% circa;
    2-La vigna si inizia a zappare a rtempo debito e non a caso solol per iniziare…si pota quando si deve potare e si zappa quando si deve zappare:
    3-Perché mai non si é proposta una riforma che dimezzase numero e privilegi della moltitudine dei nostri rappresentanti spesso cialtroni?
    4-Ha forse senso logico insistere sul sì solo per dare inizio al cambiamento pur quando non é chiaro ciò che si sottopone al voto?
    5-Perché sintetizzare in evidende maniera subdola il testo del referendum?
    Perché non si lavora e lo dico ai nostri rappresentanti ed ai loro accoliti, di creare situazioni di lavoro per tutti e si va invece ad invocare il permesso di aumentare sempre di più il deficit ed il debito pubblico? Non si riflette sul disastro continuo del debito, dei giovani senza futuro, del crollo delle nascite e dell’invasione di disperati, del nostro completo asservimento agli USA, del buonismo imperante che é oltre che deleterio ridicolo?
    Insomma: il buon senso o la cialtroneria?

  3. Caro Carlo, vedo che anche tu, come i più scalmanati (tu non lo sei) sostenitori del SI, alla base della Legge di “revisione costituzionale” c’è la “lentezza” e l’incartamento” , dato prevalentemente dalla scarsa velocità del processo di formazione delle leggi che si fa dipendere dal bicameralismo paritario (o perfetto) vigente, mentre è ampiamente dimostrato che ciò non è stato di ostacolo alla approvazione in tempi stretti di importanti leggi per il governo che le ha proposte (dal Lodo Alfano alla legge Fornero, solo per fare due esempi), in secondo luogo la nuova norma non supera il bicameralismo ma introduce un bicameralismo che certamente non è più paritario e perfetto, ma ampiamente “imperfetto”, con composizione discutibile, con elezione indiretta e con una formulazione dell’art. 70 sulla formazione del procedimento legislativo e della navetta tra Camera e Senato, per chi la legge con attenzione, non potrà non rilevare il pasticcio e il rischio di confusione e immobilità-incartamento. Naturalmente poi ci sono altre 40 obiezioni sul merito di altrettante nuove norme negative che sono ben superiori alle 6 o 7 nuove norme positive. Per stare sul merito e non sullo schieramento….2) Io non sono per la difesa dello status quo e del bicameralismo paritario (o perfetto) attuale, neanche Zagrebelski e Smuraglia lo sono! Basta leggere loro scritti e loro interviste in proposito. Il fatto, di merito, è che la soluzione data è peggio del bicameralismo attuale. Il “nuovo senato” non è una Camera delle regioni ma è una camera nella quale i parlamentari sono consiglieri regionali e sindaci eletti in prima istanza dagli elettori per svolgere altre funzioni. E’ talmente poco “Camera o Senato delle Regioni e delle Autonomie” che tra le funzioni previste quella concernente le “autonomie locali” è residuale. Fosse stato uno schema tipo Land tedeschi ci si poteva anche stare (lo proponeva Smuraglia nel 2013 e lo proponeva anche la minoranza del pd, non “i grillini” o i “comunisti”!!!!). Infine, torno a ripetere, leggi bene il nuovo art. 70, specie il coordinamento nella formulazione di certi passaggi interpretativi dei rispettivi regolamenti, demandati “all’intesa tra i presidenti delle due Camere”….e se questa intesa non c’è casca l’asino?????Come vedi, alcune obiezioni (serie) di merito!!!!!

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