Dopo lo sfogo del momento tutto ritorna come prima [di Roberto Marceddu]

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Sindaci incazzati, Sindaci che promettono fuoco e fiamme contro il sistema regionale reo di non funzionare. La storia degli ultimi decenni, quando si sono verificate emergenze, è  ricca di prese di posizione come questa, con azioni e toni più soft o più accesi. Di solito e lo sfogo del momento, comprensibile perché istintivo, quindi spontaneo, ma, abbiamo sempre visto che poi piano piano tutto torna ad essere come prima.

Ci si riallinea al sistema. Un classico. Non fosse stato così non staremo assistendo al fallimento politico e generazionale, dato che i giovani scappano e i paesi dell’ interno che invecchiano demograficamente, al di là delle cicliche enunciazioni, lamentele e minacce di spaccare tutto.

Se davvero si voleva cambiare il sistema allora perché non si è stati capaci di incidere su alcune scelte strategiche per la Sardegna? Perché tanti Amministratori che si lamentano nei fatti poi nulla fanno per opporsi alle cattive scelte?

Perché hanno avvallato e votato nei consigli comunali rinnegando anche posizioni precedenti di critica delle manovre come quella delle Unioni dei Comuni che indeboliscono le autonomie comunali e consegnano l isola e i territori al neocentralismo regionale e allo svuotamento delle zone interne?

Perché in ANCI, cinghia di trasmissione del PD (ma, non si può certo dire che altri partiti brillino per le loro azioni), cioè del partito della maggior parte dei Sindaci sardi, questi ultimi, tranne eccezioni, nulla hanno fatto per fare azioni comuni e incisive contro le cose che dicono che non vanno bene e che vengono realizzate dalla Regione? Perché sul sistema forestale non hanno prodotto azioni tese a modificare le politiche e l’ organizzazione di Forestas? Quali sono oltre le mere rivendicazioni, gli atti concretamente messi in campo?Perché gli Amministratori non fanno la guerra e mettono al centro non il Partito, ma davvero la loro unità e la loro visione?

Sinora non lo hanno fatto e badate non parlo di singoli che ogni tanto si trovano coerenti e seri nel portare avanti le loro giuste battaglie, ma di inesistenza di sindaci che anche con le loro associazioni davvero si uniscono e producono azioni non di mero folklore.

Serve ribaltare completamente quanto viene realizzato oggi a livello governativo e regionale. Territori al centro di ogni azione politica perché in essi sono contenute le reali risorse che possono produrre ricchezza per la Sardegna, Comuni al centro del sistema istituzionale perché enti capaci di attuare quelle azioni individuate grazie al contributo e alla creatività dal basso proveniente dalle collettività locali.

La globalizzazione, la cancellazione delle identità anche degli individui, l omologazione al sistema del consumismo di massa, governi nazionali e regionali che avvallano scellerate scelte che minano alla base l’ esistenza stessa della nostra cultura e specificità, un’ Unione Europea che azzera la nostra sovranità e non solo monetaria, appaiono limiti invalicabili e tracciano già oggi il nostro destino, quello dei nostri figli e delle future generazioni, ma, se noi Amministratori fossimo coerenti con quanto lamentiamo spesso dopo mille frustrazioni dovremo dimostrare, oltre slogan e critiche al sistema che non funziona e che si dice di voler cambiare, davvero azioni concrete che dimostrino la volontà del cambiamento.

Senza aspettare il verificarsi di emergenze e senza dopo poco riallinearci a quel sistema distorto e o ai partiti e, senza sprofondare nel nostro quotidiano.

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