La Sardegna torni ad affermare con forza la tutela delle sue coste [di Fondo Ambiente Italiano]

coste

Il FAI invita con decisione la giunta della Regione Sardegna a riconsiderare il testo del recente DDL di riforma urbanistica.

La Giunta Regionale della Sardegna ha approvato la proposta di Disegno di Legge (DDL) di riforma urbanistica che sta suscitando molte polemiche. Pur ritenendo condivisibili i principi ispiratori del testo, il FAI – Fondo Ambiente Italiano teme che in diversi passaggi si faccia un passo indietro rispetto a un modello di sviluppo e di pianificazione che il vigente Piano Paesaggistico Regionale (PPR) ben rappresenta. Negli anni passati non sono mancati i tentativi di scardinare questo strumento, tanto innovativo quanto lungimirante, e sempre si è attivata una tenace difesa dei suoi principi, con legittimo orgoglio.

Le molte ombre nel Disegno di Legge urbanistica appena proposto offuscano purtroppo gli stessi principi a cui si è ispirato”, dichiara il Presidente del FAI Andrea Carandini. “Molti sono gli aspetti che destano preoccupazione, ma auspichiamo che – nel corso del dibattito consiliare – la Regione vorrà rivedere, correggere ed eliminare le criticità, tornando così a garantire sostenibilità ed equità intergenerazionale attraverso la tutela della principale risorsa del suo territorio: il paesaggio”.

Dalla lettura del testo emergono infatti con evidenza diverse contraddizioni. In più punti la legge incrina fini e principi del PPR, in particolare nel merito della tutela della fascia costiera:

  • Diverse le deroghe previste al PPR, come nell’articolo che promuove gli incrementi volumetrici per le strutture turistico-ricettive, anche quelle localizzate nei 300 metri dalla battigia. Questi incrementi possono essere realizzati addirittura con corpi di fabbrica separati e arrivare fino al 25% in più dei volumi esistenti, il tutto anche in deroga alla pianificazione urbanistica comunale; l’allegato A del DDL inserisce – molto discutibilmente – degli ambiti di potenziale trasformabilità purché preferibilmente in contiguità con insediamenti esistenti o con i centri abitati, mentre il PPR vieta espressamente nuovi insediamenti turistici all’interno della fascia costiera.
  • Viene aumentato, rispetto al PPR, il dimensionamento della capacità insediativa dei comparti turistici costieri, da cui deriva un incremento dei metri cubi concessi.
  • Per promuovere un auspicabile miglioramento della qualità e della sicurezza del patrimonio edilizio, si propone purtroppo un “rinnovo” basato sulla demolizione e ricostruzion Una misura che ricorda nelle modalità i numerosi “piani-casa” che non hanno prodotto alcun rilancio economico nella Regione, ma soltanto reso vana ogni pianificazione.
  • Per realizzare progetti ecosostenibili e di grande interesse sociale verrà consentito di andare in deroga a ogni regolamentazione e quindi, in caso di conflitto tra un progetto e il PPR, la Soprintendenza non potrebbe più applicare le prescrizioni del Piano.
  • Si riscontrano dubbi su aspetti di legittimità nei confronti del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, codice che definisce i piani paesaggistici “cogenti e prevalenti” su ogni altra forma di pianificazione.

In questo quadro già allarmante si inserisce anche la delibera della Giunta regionale del 28 marzo 2017 su aree industriali e servizi e con la quale, forzando l’interpretazione del PPR, si escludono dal vincolo della fascia paesaggistica i nuovi piani attuativi delle aree industriali, considerandoli una “continuazione” dei vecchi piani industriali individuati con la legge per il Mezzogiorno del 1967!

Per le considerazioni sopra esposte, il FAI indirizza un pressante invito alla sensibilità della Giunta al fine di porre rimedio e riconsiderare quello che appare a tutti gli effetti uno scivolone.

 

 

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