Un Ballo splendidissimo [di Franco Masala]

lirica

Nell’ultima opera rappresentata prima dell’Unità d’Italia, Verdi dimostra di aver completato il cammino che lo porta dalle opere “patriottiche” alla trilogia popolare (Rigoletto Trovatore Traviata) fino alla conquista di un linguaggio personale e articolato. È proprio il caso di Un ballo in maschera (1859), ora in scena al Lirico di Cagliari a dieci anni dall’ultima ripresa.

Ritorno graditissimo che permette di verificare ancora una volta una drammaturgia teatrale dove tragico e comico si innestano a vicenda ricreando un clima affascinante e ambiguo, baciato dalla musica. La vivacità del paggio Oscar e un tradimento non consumato, i sogghigni dei congiurati nel sorprendere la donna che si suppone traditrice e i gravi accenti della maga Ulrica si amalgamano in modo magistrale fino alla conclusione con il meraviglioso “minuetto di morte” che sottolinea, contemporaneamente, la festa e un assassinio. Verdi ha già acquisito una dimensione europea non tanto in termini di popolarità, ormai estesissima, quanto nel linguaggio musicale proiettato verso i grandi traguardi della maturità.

La regia di Lorenzo Mariani (ripresa da Elisabetta Marini che cura anche le funzionali coreografie) sposta l’azione dal Seicento agli anni Venti del Novecento per una volta con grande coerenza e una credibilità dell’azione che non viene meno neppure con la sostituzione dell’arma del delitto (dal pugnale alla pistola). Le scene essenziali di Maurizio Balò, giocate su linee sghembe e precarie, sono servite dalle bellissime luci radenti di Christian Pinaud e popolate dai costumi eleganti di Maurizio Millenotti (con un’unica stranezza: la veste “settecentesca” del paggio in mezzo a frac e divise militari).

Al suo debutto nel Ballo, Gérard Korsten legge la partitura con efficacia e una particolare felicità nei frequenti passi orchestrali, condotti con finezza o veemenza a seconda dei casi, abusando però di alcuni ‘fortissimo’ che sovrastano le voci. La compagnia di canto è sostanzialmente ben scelta con momenti notevoli per il soprano Tiziana Caruso e per il baritono Roberto de Candia che affronta felicemente il personaggio drammatico di Renato, soprattutto nei passi estatici.

Roberto De Blasio non è favorito da un timbro poco affascinante ma conduce la recita con mestiere e brilla nel primo atto nell’oscillare tra scherzo e sentimenti. Meno riusciti gli interventi di Carolyn Sproule negli insidiosi panni di Ulrica che dovrebbe avere note basse ben più consistenti, e di Eva Mei che giunge tardi all’appuntamento con il frizzante personaggio di Oscar rispetto ad una lunga carriera.

Tra le seconde parti si segnala Francesco Verna, ottimo Silvano, e Mauro Secci, valido Giudice anche dal punto di vista attoriale, e ancora Benetti, Rinaldi Miliani e Puggioni. Insomma, un ritorno verdiano necessario, buono a spezzare anche la sequenza delle molte Traviate degli ultimi anni.

*Foto di Priamo Tolu ©

 Un ballo in maschera melodramma in tre atti libretto Antonio Somma, dal dramma Gustave III ou Le Bal masqué di Eugène Scribe musica Giuseppe Verdi

sabato 1 luglio, ore 21 – turno G

domenica 2 luglio, ore 21 – turno D

martedì 4 luglio, ore 21 – turno F

mercoledì 5 luglio, ore 21 – turno B

venerdì 7 luglio, ore 21 – turno C

sabato 8 luglio, ore 17 – turno I

domenica 9 luglio, ore 21 – turno E

mercoledì 12 luglio, ore 21 – fuori abbonamento

sabato 15 luglio, ore 21 – fuori abbonamento

mercoledì 19 luglio, ore 21 – fuori abbonamento

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