Lo scopo del Seminario del 28 agosto a Pattada? Creare partecipazione e confronto [di Maria Antonietta Mongiu]

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Come altre volte LAMAS e SardegnaSoprattutto  si propongono come luogo di incontro e di discussione su temi centrali per la  Sardegna. A Pattada, il 28 agosto si parlerà di terra, di suolo, di paesaggio, di ambiente, di beni comuni che credevamo ormai al sicuro dopo l’approvazione del PPR nel 2006.  Così non pare.

Grazie comunque all’impegno di associazioni, di esperti,  di singoli cittadini, più avvertiti e sensibili, oggi migliaia di sardi hanno appreso che una serie di Delibere della giunta Pigliaru –  dal Disegno di legge sul Governo del territorio Sardo del 16 marzo 2017 – in alcuni articoli potenzialmente incostituzionali, se non saranno revocate condizioneranno la Sardegna per secoli sacrificandone appunto i beni comuni!

Da qui la necessità di sollecitare esperti, organizzazioni sociali, tecnici, intellettuali  per cercare di capire se la nostra isola stia nuovamente finendo nelle mani di  “cacciatori di suolo” e “sviluppisti del cemento” e di una classe dirigente che, come altre volte, “media”, “contratta”, di fatto baratta il suo bene più prezioso in cambio di un pugno di perline colorate com’è nella tradizione del colonialismo. Le perline colorate si chiamano, non diversamente da ieri, turismo e chimica di base; ugualmente eterodiretti e con conseguenze disastrose per il consumo di suolo che sottendono. Ma la giunta Pigliaru li ripropone come risolutivi e salvifici.

Ecco  allora l’importanza di un’opinione pubblica informata e sensibilizzata sui temi dell’ambiente e del paesaggio; di sindaci maggiormente consapevoli del valore della terra delle comunità che a loro si affidano; di sindacati che pretendano lavoro che non rapini le risorse non rinnovabili; di portatori di interessi collettivi che godano di un ascolto maggiore rispetto ai portatori di interessi di pochi che vogliono desertificare la Sardegna e che, come abbiamo letto in recenti interviste, cercano di dettare  l’agenda persino alla massima assemblea della comunità regionale!

C’è necessità di moltiplicare nei nostri territori momenti di pedagogia sociale abitati dalla reciprocità e dal confronto sul destino della Sardegna. LAMAS e SardegnaSoprattutto  lo fanno in nome della Costituzione che garantisce la tutela dei luoghi e della percezione che ne hanno le comunità insediate. Lo ribadisce  il Codice dei beni culturali e del paesaggio che in Sardegna ha trovato attuazione piena e condivisa nel  Piano Paesaggistico Regionale, bibbia giuridica e culturale per tutti i livelli istituzionali in virtù del suo rango costituzionale.

Ecco perchè i contenuti concreti del PPR e dell’urbanistica devono diventare popolari e non una faccenda di pochi. Solo così ogni persona sarà capace di leggere i valori del suo territorio e di portare il suo contributo alla redazione degli strumenti del suo governo.

Che fare allora? Come concretamente creare partecipazione e confronto? Come smetterla di parlare di partecipazione mettendo in scena le pantomime della partecipazione nelle città e nei piccoli centri?  È necessario mettere  insieme  competenze, intelligenze ed esperienze, senza barriere ideologiche e sociali in un laboratorio pubblico che  ha il compito di orientare i decisori specie in un momento in cui il crollo dei corpi sociali intermedi li isola sempre più.

Ecco la necessità di moltiplicare le giornate di comunità intellettuale e sociale. In questa traiettoria si colloca l’obiettivo del Seminario “Materiali per un’urbanistica sostenibile” organizzato a Pattada il  28 agosto. Ecco la funzione che si è data questa rivista da tre anni: accogliere il contributo di tutti quelli che si vogliono esprimere. Ecco il desiderio di preparare attraverso riflessioni e relazioni il Convegno “Sostenibilità come opportunità di sviluppo della Sardegna” nel successivo mese di ottobre che tematizzi la sostenibilità nelle sue tante possibili declinazioni come unico orizzonte possibile per la nostra isola.

Come già accennato, qualsiasi dispositivo, per quanto “mediato” tra correnti, non può sostituire il rango costituzionale dell’attuale PPR che prospettava uno sviluppo sostenibile. Da lì bisogna ripartire rimediando alle inadempienza  nella sua piena attuazione.

Si estenda il PPR alle aree interne; si adeguino i Puc al PPR; si faccia la mappa dei suoli inquinati nei nostri centri e non solo costieri; si chieda ai giganti dell’industria che hanno avvelenato i nostri suoli di rimediare al disastro; si metta in mano ad un vero Piano Energetico regionale che non sia l’alienazione della Sardegna ai padroni delle energie fossili. Il  Presidente Pigliaru è stato eletto, per fare tutto ciò ed altro ancora.

Chiunque, se vuole, può portare il suo contributo nel Seminario del  28 agosto e nel successivo Convegno che dal Seminario scaturirà.

Possiamo immaginare che in pochi decidano sul  destino della terra di Sardegna? Può essere che gli eletti dal popolo sovrano non rispondano allo stesso nelle sedi istituzionali e in pubblici dibattiti promossi dai portatori degli interessi generali?

Sul futuro della Sardegna, del suo paesaggio, del suo ambiente, del suo suolo si è ormai aperta un’ampia discussione che non può essere frustrata o messa a tacere dalla pratica del disconoscimento; disconoscimento esercitato spesso da assessori cui il ruolo tecnico dovrebbe ispirare maggiore prudenza nel rivolgersi all’opinione pubblica specie se questa è  competente e con un approccio tutt’altro che antagonista.

Bisogna mostrare a chi amministra la Sardegna che, se il centro sinistra continuerà a negare i valori con cui una parte dei sardi lo ha mandato al governo della Regione, sarà destinato al definitivo tramonto.

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