Documento del WWF sulla nuova legge urbanistica della Regione Sardegna [di Gaetano Benedetto e Carmelo Spada]

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L’inurbamento delle coste della Sardegna dal secondo dopoguerra ad oggi (dal 1946 al 2011 il patrimonio edilizio ad uso abitativo nei Comuni costieri sardi è quintuplicato) è diventato un vero e proprio problema politico-istituzionale, oltre che urbanistico.

Nel Piano Paesaggistico Regionale (PPR) presentato in Consiglio regionale nel 2004 furono posti finalmente rigorosi vincoli al fine di tutelare e valorizzare il paesaggio costiero attraverso l’inedificabilità di quei territori “…compresi in una fascia di profondità di 300 metri dalla linea di battigia anche se elevati sul mare e per le isole minori nei 150 metri riconoscendone così “…i caratteri, le tipologie, le forme e gli innumerevoli punti di vista del paesaggio sardo, costituito dalle interazioni della naturalità, della storia e della cultura delle popolazioni locali, intesi come elementi fondamentali per lo sviluppo.

Gli unici interventi previsti erano solo volti alla conservazione, gestione e valorizzazione dei beni paesaggistici. Anche se molti furono i nemici di questa impostazione, il PPR della Sardegna del 2006 è stato preso come modello da alcuni Stati del Mediterraneo che puntano maggiormente sul turismo come veicolo di sviluppo economico (Croazia e Spagna).

La Legge regionale 25 novembre 2004 n. 8 (“Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale”)  precisò,  a suo tempo, le norme di tutela della fascia costiera e ridusse del 50% le volumetrie che erano sino ad allora ammissibili (per effetto del decreto assessoriale enti locali, finanze ed urbanistica 2266/U del 20 dicembre 1983), nelle zone F per gli insediamenti urbanistici.

Il PPR approvato nel 2006, e attualmente in fase di rivisitazione per renderlo coerente con le disposizioni del Codice Urbani,  identifica la fascia costiera come risorsa strategica e fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo e riconosce la necessità di ricorrere a forme di gestione integrata per garantirne un corretto sviluppo in grado di salvaguardare la biodiversità, l’unicità e l’integrità degli ecosistemi, nonché la capacità di attrazione che suscita a livello turistico.

Nel marzo del 2017 la giunta regionale della Sardegna ha approvato il testo del disegno di legge della nuova normativa urbanistica che dovrebbe andare in discussione, a breve in consiglio regionale. La nuova legge urbanistica è stata molto criticata per la sua complessità e per i suoi contenuti dal padre del PPR del 2006, l’ex presidente della Giunta regionale della Sardegna, Renato Soru e contestata dalle Associazioni ambientaliste, con in prima fila il WWF, che hanno chiesto con il “Documento di Alghero sulla tutela delle coste della Sardegna (17 luglio 2017) che siano fatti cambiamenti radicali al testo del disegno di legge per confermare le tutele e le misure della LR n. 8/2004 e del PPR.

Altresì allarma profondamente l’articolo A.4 dell’Allegato A del DdL del 2017 che propone un nuovo metodo di calcolo per determinare il fabbisogno di ricettività alberghiera ed extra-alberghiera, nonché di residenze per le vacanze e il tempo libero, nella fascia costiera definita e individuata dal PPR. Il premio volumetrico attribuito dal DdiL, parrebbe risultare pari a quasi 9 milioni di mc. in evidente contraddizione rispetto agli obiettivi di riduzione del consumo di suolo richiamati in più parti dello stesso DdiL. E’ doveroso che gli uffici tecnici dell’Assessorato regionale all’Urbanistica forniscano una stima ufficiale e documentata su questo punto.

Inoltre il WWF chiede alla Giunta regionale che dal disegno di legge vengano eliminati: l’articolo 29, l’articolo 30 e l’articolo 31 che, strumentalmente, consentono incrementi volumetrici dell’edificato esistente e l’articolo 43 che riguarda i cosiddetti “programmi e progetti ecosostenibili di grande interesse social ed economico”; tutte le deroghe alla tutela ambientale e paesaggistica, contenute nel DdiL, che potrebbero consentire di riversare ulteriori volumi edilizi sulle coste.

Il WWF più in generale, proprio per evitare il concretizzarsi di misure regressive rispetto a quanto deciso nel 2004 e 2006, chiede che: a) la nuova legge urbanistica confermi le misure di salvaguardia della fascia costiera intesa come bene paesaggistico strategico per lo sviluppo della Sardegna; b) sia completato il PPR vigente ricomprendendo anche le zone interne e quindi vengano adeguati i Piani Urbanistici Comunali alla disciplina sovraordinata, garantendo coerenti interventi di ripristino, riqualificazione e restauro ambientale particolarmente del paesaggio interno, oltre che costiero.

Il Wwf inoltre rileva che la Giunta regionale della Sardegna ha approvato Legge Regionale in materia urbanistica ed edilizia (L.R.n.11 del 3.7.2017) che è stata impugnata dal Governo nazionale;  nella stessa logica si colloca la legge regionale sul turismo n. 16 del  28 luglio 2017. In tal senso, nelle settimane scorse, la nostra associazione ha presentato richiesta formale al Governo nazionale di impugnazione di quest’ultima che prevede, all’art 15, la possibilità per i campeggi di installare mobil-home, case mobili o altri simili mezzi di pernottamento pari al 35% della capacità ricettiva.

Seppure il Governo non ha impugnato anche questa LR, permane l’opinione del  WWF Italia  che queste norme violino i principi costituzionali  in materia di tutela  del paesaggio  e dell’ambiente, nonché quelle relative alle competenze legislative Stato /Regioni in materia di pianificazione paesaggistica. Il Wwf, pertanto, manifesta grande apprezzamento e riconoscimento per il lavoro e il ruolo svolto dal Soprintendente al Paesaggio Fausto Martino in materia di tutela del paesaggio della Sardegna.

Cagliari, 4 ottobre 2017

*Direttore generale WWF ITALIA

*Delegato WWF SARDEGNA

 

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