Musica per il 2018 [di Franco Masala]

Carmen (foto Priamo Tolu)

Dispiace cominciare l’informazione sulla stagione 2018 del Teatro Lirico di Cagliari con un saldo contabile, ma le aspettative erano ben altre dopo l’esito positivo dell’anno corrente che si sta chiudendo. Dei nove titoli del ’18 ben sei sono stati rappresentati negli ultimi dieci anni e, uno, Rigoletto, addirittura pochi mesi fa in un fastoso allestimento alla Forte Arena.

Si prevede un nuovo allestimento (era necessario in tempi grami?) e a nulla vale la pietosa giustificazione che “l’amato e popolare titolo del massimo operista italiano manca dal palcoscenico del Teatro Lirico dal 1997”. Come se il cambio dello spazio teatrale (frattanto c’era stata anche un’edizione all’Anfiteatro Romano) avesse provocato un mutamento alla partitura.

Giuseppe Verdi ha scritto 27 opere e alcuni rifacimenti in lingua francese ma Cagliari non ne conosce diverse e, soprattutto, da tempo infinito non ne vede altre certo non secondarie: Luisa Miller dal 1967 ed Ernani addirittura dal 1953, per citare soltanto due titoli.

Fortunatamente non mancano novità interessanti come la Turandot inaugurale (quella di Ferruccio Busoni, però, già rappresentata a Sassari nel 2000 parallelamente all’ultimo lavoro di Puccini sempre con la regia di Denis Krief) abbinata alla Suor Angelica pucciniana, assente dal 1989 e che sarebbe stato bello vedere con gli altri due numeri del Trittico nel centenario della prima rappresentazione. C’è poi Sancta Susanna che segna il debutto operistico di Paul Hindemith a Cagliari con un’opera “scandalosa” del 1922 incentrata su una suora peccatrice.

Esattamente come Suor Angelica anche se questa si redime, l’altra no. E chissà cosa sarebbe stato l’auspicabile accostamento di tale dittico nella resa musicale e drammaturgica. A Suor Angelica invece si accompagna l’opera di Busoni, quasi coeva (1917) e alla Santa hindemithiana Cavalleria rusticana.

In campo ballettistico c’è l’ennesimo Schiaccianoci che si segnala soprattutto per l’impianto scenico del grande Emanuele Luzzati; per il resto, oltre alle opere già citate, Madama Butterfly, Carmen, il Barbiere di Siviglia, quest’ultimo presumibilmente per celebrare il 150° anniversario della nascita di Gioachino Rossini anche se non c’è nessun cenno in questo senso.

A questo proposito, tanto per citare un titolo, perché non virare verso Il Turco in Italia, capolavoro ormai riconosciuto, presente a Cagliari soltanto nel 1832 e nel 1848? Oltre tutto entrambe le opere richiedono cinque prime parti e quindi l’impegno finanziario dovrebbe essere simile.

Interessante invece la presenza di Gianfranco Cabiddu, forte del successo del suo film La stoffa dei sogni che curerà la messinscena del dittico Hindemith/Mascagni, e il ritorno della regia di Stephen Medcalf per Carmen, ambientata nella Spagna oscurantista di Francisco Franco, già Premio Abbiati 2006. A questo punto occorrerà attendere gli esiti delle rappresentazioni anche se, per ora, non c’è alcuna indicazione circa i cantanti chiamati ad interpretare le opere. I nomi dei direttori sono invece resi noti e comprendono vecchie conoscenze come Renzetti, Korsten, Boncompagni e Carignani.

C’è ancora la ripresa del divertente pastiche L’ape musicale da Lorenzo Da Ponte e, finalmente, un’opera barocca, il Teuzzone di Vivaldi nell’ambito del “Progetto Italia-Cina” sostenuto dall’Università Cà Foscari e dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Entrambi gli spettacoli sono però fuori stagione e inseriti nel Progetto di Internazionalizzazione del Teatro Lirico così caro al sovrintendente Claudio Orazi che ha anche annunciato il prosieguo e, si spera, l’ultimazione del Parco della Musica con il teatrino e il teatro all’aperto in piazza Giusy Devinu. Tanto più che nel 2018 saranno 25 anni dall’inaugurazione del teatro.

Contestualmente è stata anche presentata la stagione concertistica che mostra qualche motivo di interesse nel concerto “americano” d’apertura, affidato a Donato Renzetti, nell’integrale delle sinfonie di Čajkovskij e nel recital di Alexander Lonquich, grande pianista e affabulatore, in abbonamento ma soltanto per il turno B. Infine, una nuova composizione di Nicola Campogrande, direttore artistico di MITO Settembre Musica, su commissione del Teatro Lirico, in prima esecuzione assoluta. Anche per i concerti mancano i nomi dei solisti di canto.

Una politica culturale e di programmazione a lungo termine dovrebbe prevedere anche una crescita del pubblico all’interno di un disegno mirato che abbia un senso compiuto. Certamente il cartellone sarà poi giudicato spettacolo dopo spettacolo ma un po’ di fantasia e audacia in più non avrebbe guastato.

Intanto, apertura straordinaria il 5 gennaio prossimo con uno spettacolo di danza dedicato a Les etoiles con interpreti internazionali.

*Carmen di Georges Bizet, III atto, foto di Priamo Tolu ©

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