Perché dobbiamo celebrare anche in Sardegna il “Giorno della memoria” [di Marco Sini]

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L’intervento è stato letto nel corso del Giorno della memoria organizzato a Cagliari dalla Fondazione di Sardegna  il 27 gennaio, in cui è stato celebrato il grande archeologo Doro Levi (NdR).

Perchè l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è partecipe del “Giorno della Memoria“? Perché uno dei compiti della nostra associazione, e di tutte le associazioni partigiane e di deportati, ma anche degli Istituti di ricerca storica e, soprattutto, delle istituzioni scolastiche, è quello di trasmettere alle nuove generazioni sia le storie di quelle persone, soprattutto quelle meno note e sconosciute ai più, che hanno dato la vita per la Libertà combattendo nella Resistenza e nell’Esercito di Liberazione, sia le testimonianze dei sopravvissuti all’orrore della Shoa o della deportazione che man mano vengono meno per ragioni anagrafiche e che non possono più testimoniare direttamente.

Questa operazione di memoria la facciamo da anni, con diverse iniziative, anche nelle scuole, grazie al Protocollo d’intesa ANPI-Ministero dell’Istruzione e alla disponibilità di dirigenti scolastici e insegnati, utilizzando diversi strumenti, dalle lezioni di storici e costituzionalisti, a incontri con Partigiani e deportati, a proiezioni di video interviste o utilizzando altri strumenti di comunicazione, come l’esibizione musicale del Prof. Santino Spinelli, rom italiano, che agli studenti dell’Istituto Scano ha raccontato del Porrajmos, lo sterminio dei rom e dei sinti nei lager nazisti.

Negli anni scorsi come ANPI abbiamo contribuito anche finanziariamente ai viaggi della memoria di studenti di alcuni Istituti superiori di Cagliari e Monserrato, sia a Auschwitz – Birchenau, sia in Italia nei luoghi dove sono state perpetrate le stragi nazi-fasciste (Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema. (VEDI LIBRETTO “Storia e Memoria).

In questi ultimi anni, in occasione della “Giornata della Memoria”, e non solo, come ANPI siamo stati promotori o co-promotori , anche in questa sala, di diverse iniziative, fatte di incontri o di rappresentazioni teatrali o proiezioni video, o di racconti finalizzati al ricordo di deportati sardi morti nei lager nazisti o anche sopravvissuti, come Vittore Bocchetta, o come Vittorio Palmas, di Perdas de Fogu, che oggi ha 105 anni, la cui vicenda è stata raccontata da Giacomo Mameli  e su di essa tratterà l’iniziativa teatrale che si terrà in questa sala lunedì sera.

Sempre in sintonia con lo spirito della Giornata della Memoria che è dedicata anche a coloro che, pur in campi e schieramenti diversi, sì sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati, come ANPI, abbiamo ricordato e continueremo a ricordare, i 4 sardi: Bianca e Girolamo Sotgiu,  Salvatore Corrias Partigiano di GL di San Nicolò Gerrei, e Vittorio Tredici,  ex podestà di Cagliari, che hanno avuto il riconoscimento di Giusti tra le nazioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme per avere aiutato e salvato ebrei dallo sterminio nazista, come nel caso di Bianca e Girolamo Sotgiu, o per averli salvati dall’arresto da parte delle milizie fasciste italiane che li avrebbe consegnati alle SS, come è stato per Tredici e Corrias.

Di Bianca Sotgiu abbiamo recuperato e montato un Docufilm, con regia di Salvatore Sardu e col contributo della Fondazione di Sardegna, una sua testimonianza del 2002 che racconta anche il salvataggio della famiglia ebrea a Rodi.

La Professoressa Mongiu ha scritto su L’Unione sarda, presentando questa iniziativa in ricordo del Prof. Doro Levi, che “chi fa parte della società educante deve assumersi la responsabilità di praticare una intensa pedagogia della Memoria: si scoprirebbe che anche in Sardegna il fascismo ebbe nel suo carnet di vittime non solo i ben noti Gramsci, Lussu, Spano e Mannironi, ma anche tanti invisibili di cui è necessario ricostruire geografie, biografie, genealogie”……ecco l’Anpi in Sardegna è impegnata a fare questo, a rendere memoria a questi invisibili, sconosciuti ai più, talvolta anche nelle loro città e paesi di origine, come abbiamo avuto modo di rilevare per molti di loro.

Con l’iniziativa di oggi rendiamo memoria al Prof. Levi, la cui vicenda è conosciuta da pochi e sconosciuta ai più!

A questo proposito una notazione personale: solo qualche anno fa, nel 2010, con la visione di documenti che mi erano stati trasmessi in quanto sindaco di Monserrato sono venuto a conoscenza che oltre ad un concittadino, di cui ero già a conoscenza, altri tre monserratini erano morti nei lager nazisti, uno a Neuengamme e due a Dachau, uno dei due di Dachau era Virgilio Sini, mio prozio, fratello di mio nonno, morto per denutrizione il 22 gennaio del 1945. La nostra famiglia non era a conoscenza che era morto a Dachau ma in un campo di prigionia italiano nei pressi di Trieste.

Infine, Carlo Smuraglia, oggi 94 enne, Partigiano presidente dell’ANPI scrive che “Il ricordo è legato più agli affetti, mentre la memoria – fatta anche di ricordi – è soprattutto conoscenza e riflessione. La memoria ci consente di ricordare fatti del passato per cercare di capirli, e trarne indicazioni valide anche per il presente”. Memoria attiva significa connettere il ricordo all’oggi.

Sappiamo che non iniziò subito con le camere a gas e i campi di sterminio. Iniziò con la divisione delle persone tra «noi e voi», cui seguì l’intolleranza e l’odio verbale, cui seguì sopraffazione e discriminazione etnica, razzismo e antisemitismo. Molti divennero prima insensibili e poi chiusero gli occhi davanti all’orrore. Ecco perché oggi, memori di quella lezione dobbiamo impegnarci contro ogni forma di neofascismo, antisemitismo, xenofobia, razzismo e omofobia.

*Coordinatore ANPI Sardegna

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