Osservazioni alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Parco eolico “Gomoretta” ( Comuni di Bitti, Orune,Buddusò) (V) [di Graziano Bullegas e Mauro Gargiulo]

bitti

Si OSSERVA che

  • La Società non ha disponibilità dei terreni sui quali dovrà sorgere il Parco eolico e realizzate le opere civili
  • La Società non ha proceduto ad individuare con un piano parcellare contenente la individuazione topografia e catastale delle aree da occupare, l’elenco dei proprietari, le superfici interessate dalle opere in sede di realizzazione e durante l’esercizio. Tale carenza costituisce una violazione dell’obbligo di pubblicità degli atti del procedimento preordinato all’esproprio, oltre a consentire la redazioni di contratti di canoni da proporre ai proprietari contenenti clausole vessatorie e nulle
  • I contratti che la società ha sottoposto alla sottoscrizione dei proprietari rivelano l’intenzione di carpire la buona fede degli stessi, contengono clausole vessatorie ed obbligazioni dichiarate illegittime in giurisprudenza consolidata, impongono finalità con esito nullo.
  • F) PER QUANTO CONCERNE GLI ASPETTI DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA

Si premette che:

  • Con Delibera del 5 Settembre 2006, n. 37/6 “L.R. n. 8 del 25 Novembre 2004, art. 2, comma 1, Approvazione del Piano Paesaggistico – Primo Ambito Omogeneo”, la Giunta Regionale della Sardegna ha adottato il Piano Paesaggistico Regionale relativo al primo ambito omogeneo – Area Costiera.
  • Le aree interessate dalle opere in progetto insistono su ambiti cartografati definiti “Aree ad utilizzazione agro-forestale” e interessati dalla presenza di Colture erbacee specializzate, aree agroforestali, aree incolte.
  • Pur non ricadendo le aree all’interno di alcun Ambito specifico per i quali sono stati forniti dal PPR precisi indirizzi, essendo gli Ambiti del PPR definiti nella sola fascia costiera, per tali Aree gli artt. 28, 29 e 30 delle NTA prescrivono quanto segue:

Art. 28 – Aree ad utilizzazione agro-forestale. Definizione

  1. Sono aree con utilizzazioni agro-silvo pastorali intensive, con apporto di fertilizzanti, pesticidi, acqua e comuni pratiche agrarie che le rendono dipendenti da energia suppletiva per il loro mantenimento e per ottenere le produzioni quantitative desiderate.
  2. In particolare tali aree comprendono rimboschimenti artificiali a scopi produttivi, oliveti, vigneti, mandorleti, agrumeti e frutteti in genere, coltivazioni miste in aree periurbane, coltivazioni orticole, colture erbacee incluse le risaie, prati sfalciabili irrigui, aree per l’acquicoltura intensiva e semintensiva ed altre aree i cui caratteri produttivi dipendono da apporti significativi di energia esterna.
  3. Rientrano tra le aree ad utilizzazione agro-forestale le seguenti categorie:
  4. colture arboree specializzate;
  5. impianti boschivi artificiali;
  6. colture erbacee specializzate;

Art. 29 – Aree ad utilizzazione agro-forestale. Prescrizioni

  1. La pianificazione settoriale e locale si conforma alle seguenti prescrizioni:
  2. a) vietare trasformazioni per destinazioni e utilizzazioni diverse da quelle agricole di cui non sia dimostrata la rilevanza pubblica economica e sociale e l’impossibilità di localizzazione alternativa, o che interessino suoli ad elevata capacità d’uso, o paesaggi agrari di particolare pregio o habitat di interesse naturalistico, fatti salvi gli interventi di trasformazione delle attrezzature, degli impianti e delle infrastrutture destinate alla gestione agro-forestale o necessarie per l’organizzazione complessiva del territorio, con le cautele e le limitazioni conseguenti e fatto salvo quanto previsto per l’edificato in zona agricola di cui agli artt. 79 e successivi;
  3. b) promuovere il recupero delle biodiversità delle specie locali di interesse agrario e delle produzioni agricole tradizionali, nonché il mantenimento degli agrosistemi autoctoni e dell’identità scenica delle trame di appoderamento e dei percorsi interpoderali, particolarmente nelle aree perturbane e nei terrazzamenti storici;
  4. c) preservare e tutelare gli impianti di colture arboree specializzate.

Art. 30 – Aree ad utilizzazione agro-forestale. Indirizzi

  1. La pianificazione settoriale e locale si conforma ai seguenti indirizzi:

armonizzazione e recupero, volti a:

– migliorare le produzioni e i servizi ambientali dell’attività agricola;

– riqualificare i paesaggi agrari;

– ridurre le emissioni dannose e la dipendenza energetica;

– mitigare o rimuovere i fattori di criticità e di degrado.

  1. Il rispetto degli indirizzi di cui al comma 1 va verificato in sede di formazione dei piani settoriali o locali, con adeguata valutazione delle alternative concretamente praticabili e particolare riguardo per le capacità di carico degli ecosistemi e delle risorse interessate.

La realizzazione di un Parco eolico in area agricola appare in evidente contrasto anche con le disposizioni (artt. 1 e 15) e con la Disciplina Transitoria di cui all’art 69 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna approvato con delibera della Giunta Regionale n° 45/2 del 25.10.2013.

Il Piano “riconosce infatti meritevole di tutela il paesaggio rurale e persegue il primario obiettivo di salvaguardarlo, di preservarne l’identità e le peculiarità”, garantisce inoltre “l’introduzione di norme volte al conseguimento di tali finalità, con l’obiettivo di coniugare l’utilizzo razionale del territorio agricolo con la salvaguardia e la tutela dei paesaggi agrari”.

“Il Piano Paesaggistico Regionale si propone come strumento finalizzato anche ad orientare le trasformazioni verso forme compatibili con il principio del minimo consumo di suolo e il rispetto della vocazione dei suoli. Il PPR nella sua revisione e aggiornamento, pone particolare attenzione al bene paesaggistico fascia costiera, all’interno della quale le azioni di trasformazione vengono disciplinate contemperando il fatto che costituisce sia una risorsa da salvaguardare sia una risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile del territorio regionale.

Inoltre, il PPR tutela il paesaggio rurale perseguendo il primario obiettivo di salvaguardarlo, di preservarne l’identità e le peculiarità ….”

Si OSSERVA che

  • dalla lettura delle NTA risulta evidente che la destinazione e l’intervento previsti dal progetto sono in aperto contrasto con le previsioni di PPR e con i suoi Principi ispiratori.
  • Gli elementi vincolanti sopra citati – imposti da uno strumento di Pianificazione territoriale di coordinamento, quale il Piano Paesaggistico risulta essere ai sensi del vigente Codice dei BBCC – sono del tutto ignorati e sottaciuti nell’ambito della Relazione Paesaggistica, la quale elude anche la citazione di specifici vincoli paesaggistici.
  • G) SOTTO IL PROFILO DELLA PIANIFICAZIONE ENERGETICA

Si premette che:

La programmazione energetica in Sardegna risulta essere costituita dai seguenti Atti:

  • PEARS vigente approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n° 34/13 de 12 Agosto 2006; peraltro tale atto di pianificazione non risulta mai essere stato a procedura di VAS d’obbligo
  • DELIBERAZIONE N. 43/31 DEL 6.12.2010 avente ad Oggetto: “Predisposizione del Piano Energetico Ambientale Regionale e del Documento di indirizzo sulle fonti energetiche rinnovabili”
  • DELIBERAZIONE N. 31/43 DEL 20.7.2011 avente ad oggetto “Predisposizione del Piano Energetico Ambientale Regionale. Direttiva di indirizzo politico con allegato l’Atto di indirizzo”.
  • DELIBERAZIONE N. 12/21 DEL 20.3.2012 avente ad oggetto “L.R. n. 3/2009, art. 6, comma 7. Piano d’azione regionale per le energie rinnovabili in Sardegna. Documento di indirizzo sulle fonti energetiche rinnovabili”
  • DELIBERAZIONE N.39/20 del 26.9.2013 avente ad oggetto “Piano Energetico ambientale regionale. Aggiornamento Delib.G.R. n. 31/43 del 20.7.2011”.
  • DELIBERAZIONE N. 4/3 DEL 5.2.2014 avente ad Oggetto: Piano energetico ambientale regionale. Adozione e avvio della fase di consultazione.”
  • Infine la Giunta Regionale con Delibera n. 5/1 del 28/01/2016 ha adottato il nuovo Piano Energetico ed Ambientale della Regione Sardegna 2015-2030. È del tutto assente l’approvazione definitiva da parte del Consiglio Regionale.

Da tale elenco risulta evidente la carenza di pianificazione in materia energetica della RAS e il conseguente caotico proliferare di richieste di autorizzazioni per impianti FER, motivate dal miraggio economico delle larghe disponibilità finanziarie garantite dagli incentivi e non indirizzate a soddisfare un reale bisogno energetico isolano.

Pur nell’ambito di una discutibile assenza di Governance è possibile evidenziare l’incoerenza del progetto con gli strumenti di programmazione ancora in itinere.

In particolare:

  • La tutela ambientale

La Regione, in armonia con il contesto dell’Europa e dell’Italia, ritiene di particolare importanza la tutela ambientale, territoriale e paesaggistica della Sardegna, pertanto gli interventi e le azioni del Sistema Energetico Regionale devono essere concepite in modo da minimizzare l’alterazione ambientale. In coerenza con questa impostazione tutti gli impianti di conversione di energia, inclusi gli impianti di captazione di energia eolica, fotovoltaica e solare aventi estensione considerevole per la produzione di potenza elettrica a scala industriale, dovrebbero essere localizzati in siti compromessi preferibilmente in aree industriali esistenti e comunque in coerenza con il Piano Paesaggistico Regionale (PPR).

  • Il fabbisogno energetico elettrico

I dati Terna al dicembre 2016 evidenziano la seguente produzione energetica:

Produzione lorda: GWh 12.247

Produzione FER: GWh 3.072

Consumi: Gwh 8.643

Esubero Energetico: GWh 2.816 (+ 32,6%)

Incidenza  FER sui consumi: 35,56%

A fronte di un sistema di trasmissione locale con una rete non adeguatamente magliata ed ampiamente insufficiente per quanto concerne i cavi di collegamento con il continente (vedasi Delibera 39.20 del 26.9.13), la Sardegna produce un esubero energetico del 32,6% destinato ad aumentare costantemente, sia per il continuo e indiscriminato proliferare di nuovi impianti, sia per la continua contrazione dei consumi conseguenza della crisi industriale.

Dati TERNA  – produzione energia Sardegna

I tre Obiettivi imposti all’Italia dalla UE con il pacchetto per il clima e l’energia 2020, poi a cascata alla Sardegna tramite il burden sharing, sono stati raggiuti con largo anticipo ed ampiamente superati. Ma c’è di più. Considerata l’attuale incidenza di quasi il 36% di energia elettrica da FER sui consumi effettivi e gli indirizzi del PEARS in materia di contenimento energetico e produzione diffusa consentirebbero di conseguire in breve termine l’obiettivo della parity green.

La Giunta Regionale con Delibera n. 5/1 del 28/01/2016 ha adottato infatti il nuovo Piano Energetico ed Ambientale della Regione Sardegna 2015-2030 che tra gli altri obiettivi promuove l’autoconsumo istantaneo fissando nella percentuale del 50% il limite inferiore di autoconsumo istantaneo nel distretto per la pianificazione di nuove infrastrutture di generazione di energia elettrica.  Viene esclusa la possibilità di realizzare impianti di grandi dimensioni proprio per favorire la produzione diffusa. In sintesi si intende porre fine in tal modo alla speculazione energetica sul suolo sardo da parte delle multinazionali ed incentivare l’autoconsumo.

Va rilevato che la fonte eolica non è programmabile e quindi l’energia elettrica finisce per essere messa in rete in contemporanea con quella prodotta da quasi tutti gli altri impianti alimentati da FER (ad esclusione del solo idroelettrico). Ne consegue che la rete elettrica risulta sovraccaricata e per stabilizzarla per lunghi periodi di tempo gli impianti eolici finiscono per girare “a vuoto”. La conseguenza è una produzione di energia elettrica che non viene utilizzata ma per la quale vengono comunque corrisposti gli incentivi con conseguente danno erariale.

A tale considerazione si aggiunga il fatto che ad esclusione di GSE, che tiene una contabilità degli impianti di produzione di energia da FER unicamente per gli aspetti economici, non esiste una mappa aggiornata di tutti gli impianti autorizzati  con le relative localizzazioni, le caratteristiche tecniche e produttive. Una tale babele oltre a determinare pesanti impatti paesaggistici, consumo di suolo, danni ambientali, non consente una corretta programmazione sia in termini di utilizzo dell’energia che in termini di necessità produttive.  Va inoltre rilevato che nessun miglioramento si è avuto in termini di riduzione di CO2  e di gas climalteranti o inquinanti, perché le Centrali termoelettriche continuano a produrre energia elettrica in esubero pur essendo tutte fuori norma. (continua).

Lascia un commento