L’egemonia coloniale nella gestione del territorio della Nazione Sarda [di Paolo Mureddu]

Tuerredda-satura

I servi dei nuovi “ conquistadores”  che a rate svendono gli ultimi lembi non ancora cementificati delle nostre coste e gli ultimi scampoli della nostra identità nazionale si esibiranno ( e lo spettacolo continuerà!) nel teatro del consiglio regionale, nella farsa  cosiddetta  “ Legge Urbanistica” . Il cui copione è stato scritto e pensato altrove dalle multinazionali del profitto turistico.

E bravo Pigliaru, e bravo Erriu e bravo il suo staff – ingegneri, architetti e consulenti compresi – verrebbe voglia di dire consulenti di che?   L’indignazione di facciata di molti partiti, dell’ecologismo e del “verdismo-coloniale” che fa moda, hanno una volta diradatosi il fumo autonomistico, ceduto il passo alle grandi manovre per l’approvazione della legge in tempi stretti, si dice appena dopo la chiusura del consiglio per le vacanze estive. Dopo si cederà il passo al cemento ed  al consumismo omologante. Questa è la parola d’ordine dei nuovi invasori occulti e dei loro faccendieri.

E la realtà con questa Legge Urbanistica sembra superare l’immaginazione, poiché di compromesso in compromesso, sfruttando i cavilli elaborati da legislatori e/o progettisti interessati si superano di gran lunga i già troppi milioni di metri cubi di cemento previsti. Anche quel po’ che rimaneva della credibilità formale dell’istituto autonomistico è andato a farsi fottere di fronte allo strapotere dello stato centralista-padrone che con i suoi accordi con altri stati (Quatar?) ha fatto capire  che con l’industria del tempo libero e della narcosi scientificamente pianificata non si scherza.

Allo stato-coloniale ed ai suoi  faccendieri nostrani  non gliene frega dei nostri diritti culturali e linguistici, del riconoscimento del diritto a un reale autogoverno, del popolo sardo, dell’autodeterminazione, della nostra identità nazionale, della difesa del nostro ambiente dalla speculazione; perché loro sono la faccia parlamentare dell’esproprio legalizzato – vedi le centrali solari di Villasor e Gonnosfanadiga- delle nostre risorse ambientali, umane ed economiche.

Per noi sardi, per i non avvoltoi che vogliono bagnarsi nel nostro mare e godersi i nostri paesaggi esclusivi, le strutture esistenti bastano ed avanzano. Basta quindi con l’egemonia stato-regione nella gestione del nostro territorio, riappropriamoci di ciò che ci appartiene e facciamo della lotta per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, una lotta per l’indipendenza della Sardegna.

Organizziamoci per attaccare politicamente le lobbye degli appalti e gli amici degli amici dei cementificatori abilmente mimetizzati in tutti i partiti, nella burocrazia, nei sindacati e nelle cooperative edili. E nessuno ci venga a rompere piangendo sui mancati profitti o sulle occasioni di lavoro sfumate. Sappiamo dove vanno a finire i profitti e come viene gestita la situazione occupazionale.

Il compromesso tra cementisti e “vincolisti” è una truffa, e tutti dietro le quinte si fregano già le mani e si abbracciano in attesa dei tanti soldi che pioveranno dai mega appalti. I vincoli nuovi sono una burla che non fanno ridere neanche i verdi-coloniali in quanto la norma prevede “la realizzazione di alberghi, opere di urbanizzazione e di servizio pubblico o comunque di preminente interesse pubblico” . Arrembaggio legalizzato ai nostri territori!

Questi signori che vendono e comprano la loro e l’altrui morale a peso, questi che dell’affarismo a cielo aperto hanno fatto la loro regola esistenziale sono indegni di rappresentarci e vanno segnati a dito da tutti i sardi onesti.

Questo va fatto durante il lavoro di aggregazione e mobilitazione di quelle forze sane – e sono tante – disposte a lottare sino in fondo per bloccare  lanuova “ Legge Urbanistica” che entra in Aula il 18 settembre. Per evitare che i nuovi conquistadores si recintino il mare e le coste, che sono l’unico paradiso che conosciamo e vogliamo goderci da vivi, da liberi e da indipendenti.

*Segreteria Rossomori

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