Un Rigoletto al rallentatore [di Franco Masala]

_Rigoletto

Ad apertura di sipario uno scudo con una grande R che cambia colore – verde giallo azzurro – ad ogni atto e le paraste a grottesche conducono con immediatezza nella Mantova manierista dei Gonzaga.

È il Rigoletto di Verdi, ora al Teatro Lirico di Cagliari, appena a 18 mesi dall’ultima e differente produzione alla Forte Arena. Ora come allora il riferimento è al Palazzo Te, questa volta con gli affreschi delle camere di Psiche e dei Cavalli. La regia di Pier Francesco Maestrini (con le scene di Juan Guillermo Nova, i costumi di Marco Nateri, le luci da Pascal Mérat e i movimenti coreografici da Luigia Frattaroli) ha toni cupi fin dall’orgia iniziale che persistono in tutta l’opera fino al terzo atto dove l’unica nota di colore è il rosso squillante della veste di Maddalena.

Qui risulta di grande suggestione la scena con lo scorrere del Mincio davanti alla consueta casa diroccata di Sparafucile sullo sfondo nebbioso della città in lontananza. Messinscena tradizionale dunque con innovazioni interessanti e altre non sempre centrate come i calci a Monterone anche da parte del Duca – che è pur sempre un sovrano – eccessivi o, peggio ancora, Rigoletto simil-Elephant man.

Dal punto di vista musicale si rilevano i tempi dilatati oltre misura del venerando maestro Elio Boncompagni che abolisce anche tutte le incrostazioni accumulatesi sulla partitura di Giuseppe Verdi, cancellando acuti e cadenze che fanno parte di una prassi esecutiva molto diffusa.

Se il risultato potrebbe apparire filologico, nei risvolti pratici viene meno una buona dose di teatralità dell’opera con la conseguenza che l’aiuto ai cantanti che evitano note pericolose si concreta spesso in un canto messo in difficoltà proprio dalla lentezza dell’accompagnamento. Considerato inoltre che le cabalette vengono riprese da capo, sarebbe stato opportuno un minimo di variazioni che avrebbero scongiurato una certa monotonia.

Protagonista è Marco Caria, più convincente che nella Carmen dello scorso giugno, dotato di voce robusta, che soprattutto nel terzo atto raggiunge effetti di commozione intensa ma è talvolta incline a un parlato che Verdi non sopporta minimamente. Dispiace invece constatare che il repertorio più pesante praticato ultimamente (Norma e Maria Stuarda) penalizzi il canto di Desirée Rancatore, ancora espressiva ma in difficoltà nell’abbandono a una cantabilità più distesa.

Stefano Secco è un Duca di Mantova efficace vocalmente, meno scenicamente, e centra bene l’acuto nella ripresa della “Donna è mobile”. Sotto tono sia nel canto che nell’intonazione lo Sparafucile di Alessandro Guerzoni mentre è ben più valido il secondo basso, Cristian Saitta, quale Conte di Monterone.

L’avvenente Anastasia Boldyreva incarna con baldanza il ruolo di Maddalena sia nel canto che nella figura mentre nelle parti di fianco si ricordano Leonora Sofia (una Giovanna inopinatamente palpeggiata dal Duca), Nicole Ebau. Enrico Zara, Francesco Musinu e Ivana Canovic.

Addenda di cronaca. Uno sciopero condotto male e gestito peggio ha ritardato l’inizio della “prima” di un quarto d’ora contro la mezz’ora programmata, tenendo le luci piene in sala durante il primo quadro e consentendo l’accesso agli spettatori ritardatari per scelta tanto da vanificare il significato della protesta.

Sono dunque venuti meno l’inizio suggestivo dell’opera e diversi effetti previsti, vero e proprio sgarbo nei confronti di chi ha curato la messinscena e del pubblico che probabilmente richiede altre forme di protesta. D’altra parte, però, da maestranze che, a suo tempo, mandarono in scena un Barbiere di Siviglia senza orchestra e con il solo pianoforte o fecero saltare intere recite non c’era da aspettarsi di più.

*Foto di Priamo Tolu ©

 Teatro Lirico di Cagliari Rigoletto Libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma Le roi s’amuse di Victor Hugo Musica di Giuseppe Verdi

venerdì 14 dicembre, ore 20.30 – turno A sabato 15 dicembre, ore 19 – turno G domenica 16 dicembre, ore 17 – turno D martedì 18 dicembre, ore 20.30 – turno F mercoledì 19 dicembre, ore 20.30 – turno B giovedì 20 dicembre, ore 19 – fuori abbonamento venerdì 21 dicembre, ore 20.30 – turno C sabato 22 dicembre, ore 17 – turno I domenica 23 dicembre, ore 17 – turno E

Le recite per le scuole, edizione “ridotta” dell’opera della durata complessiva di 60 minuti circa, sono martedì 18 dicembre alle 11 e venerdì 21 dicembre alle 11.

 

 

 

 

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