Gregorio De Falco a Huffpost: “Quello sulla Diciotti non è un atto politico” [di Pietro Salvatori ]

de falco

L’HuffPost Italia 29 gennaio 2019 .  Il senatore ex M5s verso il sì all’autorizzazione a procedere per Salvini. Il suo voto potrebbe essere decisivo in Giunta per le immunità.

“Quello sulla Diciotti non è in nessun modo configurabile come un atto politico”. Mentre i suoi (ex) compagni del Movimento 5 stelle si scervellano sul da farsi, il senatore Gregorio De Falco ha già formulato un pensiero preciso sull’autorizzazione a procedere chiesta dal tribunale dei ministri nei confronti di Matteo Salvini. Non un parere qualsiasi. Perché l’ex comandante è uno dei componenti della Giunta per le immunità del Senato. Quella che è chiamata a formulare una proposta all’Aula: salvare il soldato Salvini, o spedirlo davanti alla sbarra? E nella quale gli equilibri si possono giocare sul singolo voto.

“Tutti devono essere giudicati dal loro giudice naturale – spiega De Falco – ma la legge stabilisce garanzie precise in caso un individuo ricopra un ruolo da ministro o parlamentare. La maggioranza può sottrarlo al giudizio qualora ritenga che quello per cui è perseguito sia un atto politico”. Un ragionamento che può sembrar partire da lontano, ma in realtà molto lineare. “La necessità è chiarire cosa sia un atto politico. Che a mio avviso ha un livello di responsabilità tale da contemplare un orizzonte di finalità pubbliche”.

Ecco il cuore della vicenda: “L’atto politico ha caratteristiche generali e di astrattezza di indirizzo”. Si spieghi. “Mi spiego. Se io dico tramite un provvedimento che nessuna nave può avvicinarsi al porto, per esempio, di Siracusa per determinate ragioni, faccio una scelta di indirizzo politico generale. Se impedisco lo sbarco di una singola nave dove sta la finalità generale? È una scelta specifica”. E quindi? “Quindi quello sulla Diciotti non è mai configurabile come atto politico”.

De Falco sembra anche criticare i suoi ex colleghi M5s quando spiega che la responsabilità di quel che è accaduto non si può estendere all’intero governo, come dicono in queste ore i 5 stelle, Luigi Di Maio in primis: “Una posizione del genere sarebbe ragionevole se ci fosse stata una condivisione su un atto normativo, un provvedimento. Ma anche lì di carattere generale, non nella fattispecie della nave. Cosa che non è avvenuta”.

Parole inequivocabili. Che vengono messe sul piatto della bilancia avverso ai desiderata di Salvini. La partita per il leader della Lega è di per sé difficile. E si complica ogni ora di più.

Lascia un commento