Rivoluzione culturale. L’enciclica «Laudato si’» compie quattro anni [di Vincenzo Conso]

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L’Osservatore Romano 22 maggio 2019- Il 24 maggio l’enciclica Laudato si’ compirà quattro anni: pochi per una vita, a volte tanti per un documento, ma non per questo documento che mantiene la freschezza originaria e l’attualità di un tema che è sempre presente nel dibattito socio-politico e culturale, anche di questo momento storico.

Le sfide che l’enciclica ha evidenziato, infatti, sono tutte presenti anche oggi: pensiamo all’inquinamento generale del pianeta, al problema dello smaltimento dei rifiuti, alla crisi dell’acqua e della biodiversità, ai cambiamenti climatici.

Sono problemi che evolvono con molta accelerazione che preoccupa sempre di più e dimostra che la questione ecologica è grave anche per mancata comprensione culturale del problema, nella consapevolezza, come scrive il Papa, che nella realtà «c’è un grande deterioramento della nostra Casa comune» e che «l’attuale sistema mondiale è insostenibile» (Laudato si’ 61).

E lo stesso Papa Bergoglio, lo scorso 1° maggio, nel Messaggio per l’evento Economy of Francesco (che si svolgerà ad Assisi nel marzo del prossimo anno) ha scritto che «nella lettera enciclica Laudato si’ ho sottolineato come oggi più che mai tutto è intimamente connesso e la salvaguardia dell’ambiente non può essere disgiunta dalla giustizia verso i poveri e dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale.

Occorre pertanto correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Purtroppo resta ancora inascoltato l’appello a prendere coscienza della gravità dei problemi e soprattutto a mettere in atto un modello economico nuovo, frutto di una cultura della comunione, basato sulla fraternità e sull’equità».

È anche vero che cresce, nella società e nei cristiani, la sensibilità verso i problemi emergenti dell’ambiente; però l’inquinamento — fa notare il Papa — aumenta nelle varie forme, cause ed effetti: inquinamento atmosferico, del suolo e delle acque; quello industriale e da trasporto; l’inquinamento agricolo, quando l’agricoltura non ha una visione sana e non è quindi sostenibile; quello da rifiuti domestici, clinici, elettronici, radioattivi.

Così come si accentuano i problemi del cambiamento climatico che ha forti ripercussioni sulla stessa agricoltura, sui flussi migratori, sulla fame nel mondo e sulla sicurezza alimentare.

Il Papa indica le cause del cambiamento climatico e i suoi effetti, sottolineando che i diversi soggetti politici ed economici, interessati a conservare l’attuale modello di produzione e consumo, tendono a «mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di ridurre alcuni impatti negativi» (Laudato si’ 26).

Naturalmente il cambiamento climatico provoca anche la scarsità dell’acqua che, a sua volta, ha forti ripercussioni sulla vita delle persone e sulla biodiversità del pianeta. Per questo è necessario tornare ad una agricoltura sostenibile, che potrebbe essere un obiettivo senza senso se non include la considerazione per la vita umana. Per i cristiani si tratta di migliorare le condizioni naturali in cui ciascun essere umano possa raggiungere la pienezza di figlio di Dio, prendendosi cura della creazione e di ogni persona.

Il Papa ripropone la centralità della politica intesa come lo strumento per realizzare le scelte che vorremmo concretizzare, possibilmente con lungimiranza, prevedendo il futuro e andando oltre le scadenze elettorali.

Qui Papa Francesco ripropone la necessità di una governance globale, cioè la necessità della «presenza di una vera autorità politica mondiale» come avevano proposto san Giovanni XXIIIe poi Benedetto XVI nella Caritas in veritate, «per il governo dell’economia mondiale; per risanare le economie colpite dalla crisi, per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire la salvaguardia dell’ambiente e per regolamentare i flussi migratori» (Laudato si’ 175).

Profonda è, dunque, nell’enciclica la preoccupazione del Papa per la Casa comune; non si limita solo all’analisi, ma denuncia con forza la debolezza della risposta politica dei governi e della stessa comunità internazionale, spesso assoggettata ai sovranismi più forti.

Del resto, ci sembra che abbiamo assistito al fallimento degli ultimi vertici mondiali sull’ambiente. Il Papa propone la visione di una ecologia ispirata al bene comune e alla giustizia tra le generazioni, invitando al dialogo fra tutti i soggetti coinvolti. Papa Francesco non propone di bloccare il percorso dello sviluppo, ma indica un nuovo modello di sviluppo, sostenibile, che rimetta al centro di tutto la persona umana, mettendo in discussione l’attuale modello di produzione e consumo, di finanza e commercio internazionale.

Incidere, quindi, sulla qualità dello sviluppo, valorizzando le risorse che abbiamo, la terra, l’acqua, l’agricoltura, il cibo. In pratica, il Papa propone una «coraggiosa rivoluzione culturale» (Laudato si’ 114) cioè un cambiamento di mentalità e direzione, mettendo in atto processi di cambiamento per lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati, come scrive nella Evangelii gaudium del novembre 2013.

Un cambiamento di mentalità, dunque, che favorisca il processo di rianimazione dell’economia, attraverso un patto per dare un’anima all’economia di domani, come scrive nel citato messaggio Economy of Francesco.

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