La città e le sfide del presente [di Maria Antonietta Mongiu]

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L’Unione Sarda 28 maggio 2019. La città in pillole. “Le città rappresentano una delle sfide planetarie per il XXI secolo: le opportunità e le criticità che si delineano nei contesti urbani, dove progressivamente si concentra la popolazione (oltre la metà di quella mondiale già dal 2007), richiamano con urgenza la necessità di strategie di governance mirate.”.

E’ il significativo incipit di “Forme Livelli e Dinamiche dell’urbanizzazione in Italia” (Istat 2017), vademecum che si vorrebbe compagno di chi vuole governare la città o voglia svolgervi un ruolo di cittadinanza attiva e far parte, a qualunque titolo, delle classi dirigenti.

Specie in Sardegna tra le prime terre in Occidente a conoscere la città, rivoluzionario fenomeno che, nato millenni orsono nel Vicino Oriente, è la dominante del paesaggio contemporaneo. La consapevolezza che nell’isola da oltre tre mila anni la geografia e l’antropologia sono frutto della interdipendenza tra insediamenti di diversa scala, dovrebbe portare i decisori di ogni contesto a rivedere i paradigmi sulle proprie comunità, spesso vittime del luogo comune sulla loro marginalità.

La complessità e le contraddizioni sono infatti il comune denominatore, fin dalle origini, di ogni urbano come è evidente fin dai fondamenti delle produzioni letterarie, mediterranea ed europea. Che dire infatti delle metafore presenti già nella Bibbia o in Omero? L’urbano è il campo in cui si misura ogni sfumatura dell’agire umano e ogni possibile futuro che si realizza solo se consapevolmente abitato dal presente. Che cosa è il dizionario che continua a vivere nell’oggi se non quel antico campionario metaforico?

Per tutti uno sguardo alla “Lettera agli Efesini” di Paolo di Tarso: nella città per oltrepassare il “muro di separatezze”, materiali e immateriali, è necessario cercare le “ragioni del noi” che fondano la comunità, a sua volta, matrice della città costruita. Se ne coglie un’eco nella visionarietà di Antonio Gramsci de “La città futura”, rivista pubblicata nel 1917 e integralmente scritta da lui per la Federazione giovanile socialista.

Anche le sue considerazioni sono fondate sulla responsabilità di un’insistita azione di pedagogia sociale su cui costruire la città futura, possibile grazie all’intelligenza di tutti e non al caso, al superamento dell’indifferenza “palla di piombo per il novatore”, all’accessibilità fisica e culturale.

Interpelliamo i decisori se questa è la governance che abita Cagliari.

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