Comunali a Cagliari, Truzzu e Ghirra in fuga dal loro passato: riusciranno a stupirci? [di Vito Biolchini]

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C’è incertezza a Cagliari riguardo al voto delle comunali di domenica. Al netto della disinformazione organizzata (la stessa di chi a due giorni delle regionali diceva “Zedda è avanti di due punti”, e poi si è visto come è andata a finire), la città attende con curiosità l’esito delle urne.

Faccio mia la previsione di un amico: “Se l’affluenza resta bassa, può ripetersi l’effetto Frailis e il centrosinistra vince. Se la partecipazione al voto invece è mediamente consistente, allora l’affermazione del centrodestra è sicura”.

Anche perché le liste a sostegno di Paolo Truzzu appaiono più solide, mentre Francesca Ghirra può contare sul sostegno reale di soli due partiti (Pd ed ex Sel) e di diverse civiche, sul cui reale peso ho già scritto (“Elezioni comunali a Cagliari, l’esperienza insegna: chi punta sulle ‘civiche’ perde”).

A sostegno dell’ipotesi di una bassa affluenza, l’assenza della lista dei 5 Stelle (che a mio avviso non andranno a votare, eccezion fatta per chi in questi anni anche in consiglio comunale ha evitato di disturbare gli amici o chi magari ha qualche parente da sostenere), e l’affaticamento democratico generato dal quarto ritorno alle urne in appena sei mesi (suppletive a gennaio, regionali a febbraio, europee a maggio e ora queste comunali).

Tutta da verificare poi la consistenza di Angelo Cremone con i suoi Verdes, spuntati all’ultimo momento. Non comprendo chi ritiene che la sua partecipazione aprirà le porte al ballottaggio dei due maggiori contendenti: secondo me domenica sera sapremo già chi sarà il prossimo sindaco/a di Cagliari.

Esito incerto, dunque.

La città non ha vissuto con particolare trasporto questa campagna elettorale. Se la stampa è stata come sempre superficiale, incapace di mettere a fuoco problemi, proposte e financo raccontare con un minimo di convinzione la storia dei tre candidati, a non dare punti di riferimento sono stati soprattutto Paolo Truzzu e Francesca Ghirra, che in queste settimane hanno giocato più a nascondersi e a occultare il loro passato che non a proporsi senza reticenze.

L’amico Gigi Marotto, nel suo post “Cagliari al voto, una chance per la capitale della Sardegna”, elenca tre motivi per cui sarebbe opportuno votare Ghirra: perché leghisti e grillini stanno fallendo a Roma e alla Regione e perché il mondo dell’autodeterminazione si è dissolto, perché la Ghirra ha superato il vaglio delle primarie e perché sarebbe il caso di dare sostanza alle politiche di genere. Resta opportunamente fuori una quarta motivazione, che rischia però di essere la più importante: perché il centrosinistra in questi otto anni di amministrazione comunale a Cagliari ha convinto e ha governato bene.

Questo però è difficile da dire per tutti, tranne chiaramente per la Ghirra il cui programma, con poche idee e impressionanti omissioni soprattutto negli ambiti di sua pertinenza come l’urbanistica e la cultura, può essere sintetizzato in una sola parola: “Continueremo”.

Dietro questo verbo ci sta l’impossibilità del centrosinistra cagliaritano di analizzare otto anni di esperienza amministrativa, contrassegnata come è ovvio da luci e ombre. Scegliendo una candidata in assoluta continuità con l’era Zedda, il centrosinistra cagliaritano ha invece deciso di trasformare in luce anche ciò che luce non è stato.

Ciò da cui sfugge Ghirra è dunque una puntuale analisi di questi otto anni, e il suo programma (molto attento a calcare i tasti dell’integrazione, della solidarietà, della parità di genere) è invece omissivo e generico quando si tratta di spiegare come fare ciò che c’è da fare.

Domanda: se eletta sindaca, Francesca Ghirra riuscirà ad essere alternativa non solo a Truzzu ma soprattutto a Zedda?

Il programma di Paolo Truzzu appare più concreto. Basti osservare che nel primo capitolo si parla subito della necessità di adeguare il Puc al Ppr (cosa che la Ghirra da assessore all’urbanistica uscente ha omesso di fare, e ora da candidata omette perfino di dire!).

Il problema del candidato del centrodestra non è quindi tanto il suo programma quanto capire in che modo il suo passato da giovane militante missino inciderà nell’eventuale azione di governo.

Il candidato dei 5 Stelle Alessandro Murenu è caduto per un post sull’aborto. Qualcuno ha chiesto a Truzzu la sua posizione a riguardo? Qualcuno ha forse scandagliato la pagina fb del candidato del centrodestra? Chi lo ha fatto, ha trovato imbarazzanti “mi piace” a ridicoli Babbi Natale col braccio teso.

Ancora: ieri il regista Giovanni Coda (conosciuto in tutto il mondo e ora candidato in una lista a sostegno di Francesca Ghirra), ha dichiarato all’Unione Sarda di avere negli anni scorsi denunciato Truzzu per diffamazione (“aveva definito la mia presenza inopportuna ad una iniziativa in quanto regista omosessuale”), con la conseguente condanna in primo grado dell’attuale candidato sindaco. Il candidato non ha nulla da dire a riguardo?

Ecco dunque il passato che Truzzu omette di raccontare: quello di appartenere una destra che sembra ancora legata ad Almirante (per carità), con l’aggravante che per questioni anagrafiche quella stagione il candidato non l’ha mai conosciuta.

Domanda: se eletto sindaco, Truzzu riuscirà a liberarsi del gravame di tutte questi feticci missini o li metterà al centro della sua azione di governo, come accade spesso a chi, sentendosi ingiustamente escluso dal potere per tanto tempo, una volta conquistato lo piega alle sue necessità ideologiche?

Belle domande. Auguri Cagliari.

 

 

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