Università & Rettore & Sindaco: Grande è la confusione sotto il cielo di Sassari [di Antonietta Mazzette]

Il sindaco di Sassari Nanni Campus con il rettore Massimo Carpinelli e gli assessori Gabriele Mulas e Francesca Lugli??

Il neosindaco Nanni Campus ha tenuto, insieme al rettore Massimo Carpinelli, una conferenza stampa di presentazione di due assessori docenti dell’ateneo turritano. In alcune dichiarazioni rese ai media, il sindaco ha sottolineato il carattere inusuale della compartecipazione del rettore nella scelta dei “due nominativi di tecnici al servizio della città”.

Rispetto al fatto che un primo cittadino assegni delle deleghe assessoriali a dei professori universitari, non mi pare che ci sia niente di nuovo o di strano, anzi, la considero una scelta intelligente che appare andare contro corrente rispetto a una certa politica diffusa che definisce “professorone” (termine utilizzato chiaramente in senso spregiativo) chiunque abbia competenze e sia istruito.

Il passaggio dall’università alla sfera politica e dei partiti è avvenuto tante volte praticamente in tutte le città italiane. Così come è accaduto più volte che dei professori universitari abbiano ricoperto importanti incarichi pubblici, dai più alti, come la Presidenza della Repubblica o la Presidenza del Consiglio dei Ministri, a quelli intermedi, presidenze regionali e sindaci compresi.

D’altronde, le competenze e la classe dirigente del Paese continuano a formarsi in buona misura all’interno del sistema universitario, ente primario della ricerca scientifica e dell’alta formazione.  Ma questa modalità “inusuale” solleva alcuni interrogativi (e preoccupazioni) che mi permetto sommessamente di indicare di seguito.

Innanzitutto, la “consulenza” del rettore è stata sottoposta al vaglio degli organi accademici? Il rettore è il rappresentante legale, oltre che politico, dell’ateneo e ogni sua azione non può essere considerata l’azione di un singolo, ma di un attore collettivo.

In secondo luogo, la partecipazione ad un atto squisitamente politico qual è la scelta degli assessori, al quale peraltro si è voluto dare un grande risalto pubblico, non rischia di confondere i confini tra scienza e politica che dovrebbero rimanere ben distinti? So bene che si tratta di confini labili che vanno tenuti sotto osservazione permanentemente, ma chi fa scienza si sottopone ai criteri della comunità scientifica di appartenenza, nazionale e internazionale, inoltre i risultati delle sue ricerche devono rispondere al criterio della “avalutatività”. Concetto introdotto da Max Weber per esprimere l’idea che c’è una differenza di fondo tra i “giudizi di fatto” sugli oggetti indagati e gli “orientamenti di valore”.

La scienza dovrebbe rispondere sempre ai primi, senza farsi influenzare dai secondi; viceversa, chi fa politica, non solo è sottoposto al vaglio dei cittadini, ognuno dei quali è portatore di interessi (economici, sociali, culturali, etc.), ma può adottare liberamente scelte sulla base dei suoi valori, anche di tipo morale, e delle sue convinzioni di parte. Orbene, l’università, rispetto a questi interessi (che non sono mai neutri) si pone in una posizione di terzietà, oppure no?

Avendo l’ateneo turritano, attraverso il suo rettore, partecipato alla formazione della giunta comunale di Sassari. Il dubbio non sarebbe sorto se individualmente e privatamente i due docenti avessero deciso in questa fase della loro vita di intraprendere un ruolo amministrativo della cosa pubblica.

In terzo luogo, quale margine di critica (ricordo che il pensiero critico sta alla base di ogni formazione universitaria) conserva il nostro ateneo, in quanto istituzione autonoma, e non solo come sommatoria di individui che potrebbero non condividere specifiche scelte dell’attuale amministrazione municipale?

Ricordo che il professor Giuseppe Conte ha dovuto ritirare la domanda per essere ammesso alla Sapienza di Roma, perché quella domanda, pur legittima, inoltrata prima di diventare Presidente del Consiglio, comunque era diventata disdicevole proprio perché avrebbe potuto ingenerare dei dubbi sull’obiettività della scelta dell’ateneo romano.

2 Comments

  1. Maria Lucia Piga

    Cara Antonietta, hai trovato le parole giuste per esprimere tutti i dubbi circa la cosiddetta inusualità… eufemismo al quale si ricorre e che tu hai saputo destrutturare. Brava!

  2. Giovanni Lubino

    Io credo che l’esito degli studi,Delle ricerche e Delle scoperte realizzate nel mondo accademico debbano poter essere messe a disposizione della società civile attraverso gli strumenti e i mezzi di cui essa dispone.Uno di questi ,credo il più elevato sia il coinvolgimento nella azione politica.La storia anche quella recente e’ ricca di episodi di questo genere a partire dall’attuale governo nazionale( Conte e Tria).

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