L’esperienza del PPR con Eddy Salzano [di Giuseppe Biggio]

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Indicibile il dispiacere nell’apprendere della recente scomparsa del Prof. Edoardo Salzano (Eddy per i tanti amici) per quanti hanno avuto la fortuna  di incontrarlo e il privilegio di lavorare con lui. La sua scomparsa rappresenta una grave perdita per il pensiero urbanistico italiano, per la società civile e per il mondo culturale.

Come altri funzionari e dirigenti regionali, ebbi l’occasione di apprezzarne le tante doti nel corso della redazione del Piano Paesaggistico della Regione Sardegna. Aveva ricevuto l’incarico di coordinatore del Comitato Scientifico del PPR, formato da docenti universitari e professionisti di fama internazionale, ma anche da figure solo apparentemente complementari, come lo scrittore Giorgio Todde, l’antropologo Giulio Angioni e lo zoologo Helmar Schenk.

Nell’attuale confusione ogni volta che si accenna al Piano Paesaggistico della Regione Sardegna, al paesaggio o alla materia urbanistica, non si fa mai riferimento al periodo  di elaborazione del PPR come una fase di grande fermento culturale nei palazzi della Regione.  Si era finalmente realizzata quella sana sinergia e collaborazione tra un Comitato Scientifico, volto a dare l’impostazione al Piano,  dipendenti e dirigenti regionali che traducevano le impostazioni in forma progettuale con carte, norme, relazioni, glossari, atlanti, ecc. con l’Ufficio del Piano.

Il fermento era palpabile come poche volte prima, ciascuno portava con orgoglio il risultato di ricerche approfondite sui temi del paesaggio, della cultura sarda, della fotografia, del colore ecc.. I risultati, sempre di alto livello, restituivano la  percezione di vivere una stagione fondamentale che stimolava tutti a produrre oltre i ruoli e le funzioni.

Schiere sempre più numerose di giovani studenti chiedevano di partecipare attraverso tirocinii di pochi mesi. Non erano solo di ingegneria o architettura, ma provenivano da numerose facoltà: lettere, giurisprudenza, geologia, scienze naturali, ed altre ancora. Perché una cosa era finalmente chiara che il paesaggio e l’urbanistica devono essere affrontati in maniera multidisciplinare e non più dai soli ingegneri o architetti, come era avvenuto fino ad allora. Che il paesaggio era finalmente tutelato ai sensi dell’art. 9 della Costituzione di cui il PPR era l’attuazione: primo in Italia dopo l’emanazione nel 2004 del Codice dei beni culturali meglio conosciuto come Codice Urbani.

La collaborazione col Comitato Scientifico era cadenzata con frequenza e il clima che regnava con la struttura era sempre di grande amicizia e stima reciproca. Solo raramente Eddy ha dovuto fare ricorso al suo incarico di coordinatore; la sua autorevolezza era indiscussa ed il ruolo di leader veniva esercitata nel modo inclusivo che tutti gli riconoscono anche in altri ambiti in cui ha operasto. Non era necessario essere assertivi e ognuno poteva esprimersi liberamente, senza timori o preconcetti.

Quella splendida esperienza ha lasciato il segno in molti di noi ed è per questo che siamo  tutti grati ad Eddy Salzano di averla condivisa con noi con tanto fervore e vera passione.

*Già Dirigente della RAS

 

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