La sconfitta dei “Conti -Territorialisti” [di Francesco Sechi]

olbia 1

Tra le vicende di cui il popolo sardo è stanco di sentir parlare, il tema della “continuità territoriale” occupa di diritto i vertici delle classifiche. Le recenti notizie, se da un lato sono lo stimolo alla coniazione di titoli mediatici a grandi caratteri, dall’altro lato non aggiungono nulla di nuovo a ciò che è oramai noto: il vecchio modo di tipo democristiano di pretendere ed ottenere le cose solo per convergenze ed interessi politici, non funziona più.

Questo modo di fare ha letteralmente le batterie a terra o, per restare nel tema, ha lasciato gli aerei a terra. E il motivo è semplice, non possiamo più permetterci di sperperare soldi che non abbiamo.

Chiariamolo una volta per tutte: l’Europa non ci ha mai negato il diritto alla continuità territoriale né lo sta facendo ora. Chiede, da anni, la stessa cosa: “ho ben in mente i diritti alla continuità ma fammi capire e dimostrami, con robuste analisi, ciò che mi stai chiedendo in termini di “oneri di servizio” (tratte, frequenza di voli, posti da garantire e livello tariffario), dimostrami dove la concorrenza possa ledere i diritti alla mobilità e io sarò pronto a concederti ciò che è in mio potere fare, nel rispetto delle regole che tutti ci siamo dati.

Questo dicono i cosiddetti “burocrati” nulla di più. L’Europa ha necessità di valutare le carte che dimostrino e difendano ciò che stiamo chiedendo affinché i soldi pubblici, i soldi di tutti noi, siano erogati per lo sviluppo delle nostre comunità e non per vaghi interessi.

Ce lo hanno insegnato sin da piccoli a dire “non mi sono ben spiegato” in luogo di “non hai capito”. Noi continuiamo a dire all’Europa “non hai capito” in realtà non glielo abbiamo mai spiegato, forse perché spiegarlo non è così semplice, perlomeno da parte di chi non ha le giuste competenze.

E allora in tutta questa triste vicenda nascono nuovi personaggi di cui la Sardegna, ovviamente, non è riuscita a fare a meno: i “conti-territorialisti”.

La parola “conti” uno la può interpretare come vuole, come abbreviazione di “continuità”, come omaggio ai “Conti” signori delle contee o “compagni di Re”, che non esistono più, oppure di conti che non tornano. La parola territorialista richiama il tema della continuità territoriale ma anche l’illusione di chi crede che un’isola possa avere la continuità territoriale di un continente, cosa che, per fortuna, così non è. Ogni riferimento ai terrapiattisti è un fatto puramente casuale.

Lascia un commento