Scelte comunque illegittime [di Maria Antonietta Mongiu]

Santacro

L’Unione Sarda 27 Agosto 2020. La città in pillole. Fernand Braudel ha tematizzato che un luogo che si struttura come urbano ha inscritto tale destino nella sua particolare geografia. Una traiettoria che si invera in centinaia di anni e persino in millenni come nel caso di Cagliari, esemplare nella doppia connotazione topografica, mediterranea e sarda, di terraferma.

Fin dalle origini quindi con una prospettiva di luogo urbano speciale, documentato dalle archeologie che hanno restituito, in duecento anni, una tale densità di ritrovamenti da consentire una narrazione senza fine perché non acclarerà mai tutto il mosaico ma solo dettagli.

Parte del suo racconto si dispiega sotto i nostri occhi ma è inascoltato per assenza di orecchie attente, di lenti giuste, o di un vocabolario adeguato. E’ custodito in quella vasta quanto inesplorata archeologia dei fuoriterra o degli elevati, come suggestivamente viene definita. Brandelli di manufatti antichi inglobati nelle architetture messe in opera dall’alto medioevo all’età contemporanea.

Talvolta si tratta di cospicui manufatti che hanno resistito per diverse epoche, spesso cambiando destinazione e che hanno finito il ciclo vitale. Altre volte sono macerie, riutilizzate come materiale edilizio o “minute ruine” che si ritrovano nei muri delle case della città di pietra. Sono disiecta membra, irriducibili e resilienti ad aggressioni, incendi, abbandoni; sopravvissuti come relitti per vivere nell’oggi senza essere riconosciuti.

Raccontano che Cagliari ha nutrito sé stessa trascinando nelle tante contemporaneità pezzi del suo sostrato. Lo ha persino esportato. Capitelli, sarcofagi, iscrizioni li si ritrova in chiese, case, corti del suburbio a confermare l’interdipendenza con l’area metropolitana.

Quante prescrizioni nel passato per impedire la spoliazione di manufatti antichi che svettavano ancora nell’Ottocento nell’attuale Viale Trieste, pertinenti a terme e a domus romane.

Si compiono misfatti ogni volta che si ristrutturano i piani terra nel centro storico, per adibirli a ristoranti usa e getta,  massacrando antiche persistenze. A Cagliari avviene persino nel Chiostro di San Francesco o nella Porta del cosiddetto Ghetto degli Ebrei.

Sono azioni autorizzate o abusive? In entrambi i casi sono illegittime e interpellano le istituzioni preposte alla tutela.

Lascia un commento