Il Futuro nell’Archivio di Stato [di Maria Antonietta Mongiu]

archivio

L’Unione Sarda 10 settembre 2020. La città in pillole. -Cosa è oggi la responsabilità sociale? Chi possiede una formazione economicistica richiamerebbe l’anglosassone Corporate Social Responsibility ovvero il ruolo sociale d’impresa che travalica la sua specifica attività.

La maggioranza vi legge quanto la Costituzione individua a fondamento della comunità. A prescindere dalle soggettività, l’espressione interpella diritto a lavoro, educazione, salute, difesa di ambiente e paesaggio.  Norme che mai come oggi sono richiamate a tutela collettiva, agite individualmente più di quanto le istituzioni siano disposte ad ammettere. Esiste comunque una responsabilità sociale che tutte sovrasta, poco convocata.

Si chiama memoria. Fin dal suo comparire, l’uomo l’ha trasmessa con forme immateriali e cultura materiale, imparando a riconoscerla, conservarla, e tutelarla attraverso la dimensione del sacro prima e costituzionale oggi. Perciò ha assunto intenzionalità pedagogica e funzione di piattaforma per progettare il futuro.

Maggiore è la memoria, maggiore è la nostra capacità di capitalizzare il passato, individuale e comunitario, per adire a politiche di pianificazione e pratiche di autodeterminazione. Una traiettoria che si intravvede da 5000 anni, dalle Tavole di argilla, in caratteri cuneiformi, scoperte ad Ebla in Siria. Registrano azioni private e pubbliche di una comunità, urbana e complessa.

Quell’ archivio strutturato mediava tra singoli, classi sociali, comunità. Memoria collettiva che impediva prevaricazioni e che tracciava la strada di tutte le amministrazioni che hanno, nei millenni, costruito procedure e luoghi dedicati. A Cagliari dopo i Piani Sbressa e Cima che aprivano la città verso ovest e ad est, quel luogo è l’Archivio di Stato.

Oggi all’angolo tra le Vie Gallura e Sonnino in un edificio suntuoso di stile eclettico che vide la luce nel 1927 e che fa di Cagliari uno dei fulcri europei e mediterranei del patrimonio archivistico.

Memoria collettiva che oltrepassa mitopoietiche e disconoscimenti delle vicende del Regnum Sardiniae, di Alfonso IV d’Aragona, dei Duchi di Savoia, della Fusione perfetta, sino allo Statuto Speciale.

Dove mai reperire le lettere degli Aymerich che portarono Sigismondo Arquer al rogo di Toledo? O le carte della Reale Udienza di Giovanni Maria Angioj o degli “eroi” di Palabanda? Dove meglio oggi ricordare Gabriella Olla Repetto e gli/le archivisti/e che lo hanno abitato? Investire in quel luogo rappresenterà il vero rispecchiamento della “città futura”.

 

Lascia un commento