Le Forze armate vanno ringraziate ogni volta che si può [di Gian Domenico Pintus]

Calvisi-a-Bitti

Lucia Annunziata nel programma “Mezz’ora in più” ha paragonato alle grandi manovre il concorso delle Forze Armate al piano di vaccinazione nazionale; certamente consapevole dello sforzo finora fatto dalle stesse per fronteggiare l’emergenza COVID 19.

E’ bene ricordare tanto impegno in un paese spesso dimentico del lavoro di chi indossa le stellette, forse perché ancora affetto dalla sindrome dell’8 settembre 1943, e distratto dall’impegno giornaliero di uomini e di donne che siano soldati, marinai, avieri, carabinieri, della Croce rossa o altro.

Ad oggi, per l’emergenza COVID sono state impiegate risorse della Difesa pari a 35.000 uomini, 2400 mezzi terrestri, 73 tra elicotteri e velivoli, 458 medici e 879  infermieri militari (che hanno eseguito oltre 443.000 tamponi).

Gli interventi spaziano dal commovente trasporto delle salme agli esami nelle case di riposo per anziani più sperdute; dal campionamento di massa di soggetti fragili in sostegno alle strutture sanitarie regionali ai progetti di solidarietà sociale (in Sardegna la Rete Ad Adiuvandum), ai presidi mobili di vaccinazione, ai 154 drive through (anglismo per l’esecuzione dei test COVID stando seduti nella propria auto), senza tralasciare le donazioni di sangue, e le certificazioni per la medicina del lavoro.

Questo senza mai venir meno agli impegni internazionali, in Kosovo, Libano, Iraq, Afghanistan, Libia, Mali e altri ancora (http://www.difesa.it/SMD_/Pagine/home.aspx), nonché nazionali, tra cui il concorso alla sicurezza interna (Operazione Strade Sicure) che vede costantemente impegnati 5700 uomini e donne dell’Esercito italiano.

Alla cura dimagrante dell’attuale modello di difesa con 145.000 unità ha fatto, per converso, riscontro un aumento degli impegni in cielo, mare, e terra.

Quando sui social o sui muri, anche nella nostra isola, si legge “meno militari più ospedali”, disconoscendo quanto viene fatto dalle Forze armate, si tratta di persone che ignorano nel dettaglio quanto uomini e donne in divisa, compresi quelli attivi nella Sanità militare, fanno per la nazione e, in particolare, per la Sardegna.

Allora è necessario provvedere ad aumentare l’ informazione che deve essere sempre più trasparente ed esplicita. E’ noto infatti che, pure in Sardegna, il rapporto tra cittadini e Forze Armate è, storicamente, ondivago. Un filo spesso ambiguo unisce gli uni agli altri, fermo restando che all’occorrenza e, soprattutto, all’emergenza, nessuno si sottrae, decisori politici ma anche opinione pubblica, ad invocarne l’intervento. Un doppio registro che lascia sgomenti e ci interroga.

Oggi, di fronte all’emergenza educativa – come l’ha definita il Santo Padre – tra le giovani generazioni, persino molti reduci del ’68, già convinti antimilitaristi, fanno addirittura riaffiorare l’ipotesi di una nuova coscrizione giovanile, casomai civile, scordando che dall’organizzazione militare, a suo tempo, furono sottratte risorse per dare vita all’odierna Protezione Civile. Questa proprio nel caso dell’emergenza COVID dovrebbe farsi carico del maggiore onere di pianificazione, programmazione, organizzativa e logistica –  stante anche il cospicuo volume finanziario di risorse assegnategli – che invece viene richiesto da tutti alle Forze Armate.

Visto comunque che le stesse possono ancora dare molto, malgrado il ridimensionamento numerico, a loro farà capo il carico maggiore del piano nazionale di vaccinazione COVID 19 che, giusto per dare un’idea del volume complessivo, prevede 202 milioni di dosi vaccinali, da somministrare entro settembre 2021 a 60 milioni di italiani.

In pratica a loro spetterà la creazione, l’organizzazione funzionale e la gestione del polo nazionale dei vaccini, che è stato dislocato presso l’aeroporto militare di Pratica di Mare.

Qui giungeranno le dosi di vaccino da stoccare e distribuire in sicurezza in tutta Italia, in primis ai 300 punti di distribuzione individuati presso altrettanti presidi ospedalieri regionali, dopo che l’Agenzia europea per i medicinali (EMA)e quella italiana del farmaco (AIFA) avranno dato il benestare alla distribuzione e somministrazione dello stesso, che sarà prodotto da più case farmaceutiche, da tre a sei, con PZIFER, ASTRAZENECA e SANOFI/GSK tra le più accreditate.

In definitiva, ancora una volta il personale, le strutture di comando e logistiche, nonché i mezzi delle Forze Armate, giocheranno un ruolo di cruciale importanza per il bene collettivo, come il buon samaritano, con buona pace di chi le ha ritenute superflue e dispendiose. Gestiranno questa epocale scommessa con il consueto modus operandi, proattivo e subordinato alla volontà dell’esecutivo, in maniera convinta per il bene della Nazione.

Per loro sarà sufficiente quanto detto dal Commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, sempre nel programma di Lucia Annunziata: ”…vanno ringraziate ogni volta che si può”!

*Già Comandante del Comando militare della Sardegna

3 Comments

  1. D’accordissimo su tutto. Viva le Forze Armate.
    [Ma Arcuri no, proprio no]

  2. Tomaso Sanna

    E’ diversi ringraziare le Forze Armate e chi le ha rappresentate per diversi anni con onore, come il Gen. Pintus

  3. Sicurella Aldo

    Mi piace l’articolo e concordo.
    Presi dal nostro egocentrismo, siamo troppo abituati a non apprezzare il lavoro di chi, silente, si adopera per migliorare la società e la vita di tutti noi. Dobbiamo apprezzare e applaudire il lavoro delle Forze Armate e la loro assoluta abnegazione.
    Aldo Sicurella

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