L’archintruso. La Primula Boeris [di Christian De Iuliis]

Primula-Covid-Pienza

https://ilgiornaledellarchitettura.com/web/2020/12/22/ Nei centri urbani la comunità scientifica ha scoperto un’ultima, tenacissima, mutazione del fiore.  Forse non tutti sanno che il nome “primula” deriva dalla velocità con la quale, mentre tutti gli altri, fiori ed esseri umani, elaborano un pensiero, lei spunta, repentinamente, prima di tutti.

Il fenomeno avviene, in genere, al termine di un evento rovinoso; quali, ad esempio, uragani, terremoti, invasioni di cavallette o epidemie. La fioritura della primula avviene normalmente in prati o boschi, in climi temperati dell’emisfero boreale. La filogenetica ha catalogato circa 300 specie di primule, tra autentiche e variazioni.

Tuttavia, di recente, la comunità scientifica ha scoperto un’ultima, tenacissima, mutazione della primula, rintracciandola non in ambiti agresti ma tra gli orli degli acciottolati cittadini. È stata, inoltre, rinvenuta sui basalti delle piazze, nei centri storici, all’ombra di chiese o palazzi. In sporadici casi è comparsa dinanzi alle stazioni ferroviarie. A questa specie, per antifrasi, è stato dato il nome scientifico di Primula Boeris (da “Boeren” [pr. búren], che in olandese vuol dire “contadini”).

In Italia, l’antesi della Primula Boeris è più comune al Nord e al Centro. Al Sud e sulle isole la fioritura incontra maggiore difficoltà per alcune condizioni ambientali ostili. Tra le quali, presumibilmente, lo scetticismo.

La forma della Primula Boeris è perfettamente circolare, con cinque petali simmetrici e leggermente ovati. Se abbondantemente e costantemente irrorati, le primule Boeris possono raggiungere estensioni ragguardevoli. Inoltre s’ipotizza che nottetempo possano emettere un chiarore di colore bianco simile a quello di un neon fluorescente da 300 W. Questo incredibile fenomeno è stato ribattezzato “illuminazione”.

La variante della Primula Boeris, come le sue colleghe di genere, predilige la luce indiretta e le zone aerate. Dal punto di vista decorativo, è molto utilizzata per l’arredo urbano, sale d’aspetto, scrivanie di studi tecnici, edicole votive e segreterie politiche.

Esistono circa 20 varietà di Primula Boeris in differenti colorazioni. La più misteriosa è senza dubbio la Primula Rossa che, nonostante le affannose ricerche, riesce sempre con grande abilità, a nascondersi, facendo perdere le proprie tracce.

Secondo una recente stima dell’Ordine dei fiorai, la Primula Boeris sarà il fiore più regalato nella prossima primavera. Amanti feriti e solitari proveranno a recuperare rapporti amorosi scoloriti offrendo bouquet di Primula Boeris, che nel linguaggio dei fiori vuol dire “rinascita”, o più precisamente “non posso vivere senza di te”.

Usi medicinali. La comunità scientifica ha verificato che gli estratti delle foglie della Primula Boeris, utilizzati come bevanda, producono effetti eccitanti, causando stati di euforia e/o allucinatori. Con i fiori della Primula Boeris, ben miscelati con altri ignoti ingredienti, inoltre, può essere preparato un gustoso liquore aromatico detto “Primuloncello”, fenomenale eupeptico.

Avversità. La Primula Boeris è particolarmente vulnerabile agli attacchi di un parassita di natura elettromagnetica, l’”Acarina Anonymous”, particolarmente aggressivo e molesto, che si combatte oscurando le antenne del wi-fi.

Curiosità. Con la primula Boeris è possibile l’autoanalisi del tradizionale test dell’amore “mama non mama”. Tuttavia, essendo i petali sempre in numero dispari, è facile barare.

Proverbi. Una Primula Boeris non fa primavera.
La Primula Boeris del vicino è sempre più verde.
Non tutte le Primule Boeris riescono col buco.
Chi Primula Boeris arriva, prima alloggia.

* Nasce, cresce e vive in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto nel 1984, rendendolo noto in un tema in quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge “Assessore al Nulla” del suo paese. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”, avanguardia del XXI° secolo che vanta già diversi tentativi, falliti, di imitazione. All’attivo ha quattro mezze maratone corse e tre libri pubblicati: “L’Architemario. Volevo fare l’astronauta” (Overview editore, 2014), “Vamos a la playa. Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens, 2016) e “L’Architemario in quarantena. Prigionia oziosa di un architetto” (KDP Amazon, 2020). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Premio PIDA giornalismo 2020 per la divulgazione dell’architettura. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto: dipende da dove si trova e da chi glielo chiede

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