Ferrovie e alta velocità. Assente la Sardegna [di Giuseppe Biggio]

La nuova rete TAV

In questi ultimi giorni è naturale che la maggior parte degli spazi sulla carta stampata siano destinati alla crisi politica in atto. Ma ci sono state anche altre notizie molto importanti che forse sono sfuggite a molti lettori. Una di queste è la seguente: “Alta velocità e logistica; per Fs piano da 28 miliardi”.

Il Recovery Plan comprende un progetto di modernizzazione delle infrastrutture stradali e ferroviarie da concludersi entro il 2027, con uno stanziamento complessivo di 32 miliardi di euro. Si tratta evidentemente di una somma notevole che mai prima era stata destinata al settore ferroviario in un unico progetto.

Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), altrimenti detto Next Generation Italia, stabilisce tempi strettissimi. Il gruppo RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ha il compito di realizzare quest’opera per un importo pari a 28,3 miliardi di euro e garantire il rispetto rigoroso dei tempi di consegna entro il 2027. La finalità è quella di creare “opere ferroviarie per la mobilità e la connessione veloce del Paese”, nonché “intermodalità e logistica integrata”.

Ottima notizia! Finalmente l’alta velocità che collega tutta l’Italia, dal nord fino all’estremo sud, perfino la Sicilia. Ma non la Sardegna! Esattamente così. Della Sardegna non c’è traccia. Eppure la nostra rete ferroviaria ha ancora dei tratti a macchia di leopardo e gran parte è a scartamento ridotto; risale al secolo XIX°. Quale occasione migliore di questa per far sentire la voce della Sardegna dimenticata e chiedere con forza che anche qui possa essere finalmente rifatta radicalmente una rete ferroviaria degna di questo nome?

Ecco quindi la necessità che i nostri rappresentanti facciano quadrato al di là delle appartenenze politiche e finalmente si battano per un interesse di tutta la Sardegna. Un’infrastruttura di questa portata procurerebbe un forte impulso all’economia isolana, molto più di dieci “piani casa” messi insieme e sarebbe finalmente una grande opera pubblica ecologicamente allineata con la nuova economia, nel rispetto dell’ambiente e della riduzione delle emissioni climalteranti.

Sicuramente qualcuno obietterà: “ma l’alta velocità serve per collegamenti veloci su lunghi tragitti, quindi un’isola è naturalmente esclusa da una simile rete infrastrutturale”. Questo non significa che anche un’isola grande come la Sardegna non abbia diritto ad avere un’infrastruttura efficiente e moderna, pronta anche ad accogliere collegamenti con navi veloci verso la penisola. Una nuova rete ferroviaria consentirebbe di superare il grosso ostacolo incontrato col fallimentare acquisto dei pendolini che, in virtù di un tracciato vecchio e tortuoso, hanno mantenuto tempi di percorrenza da terzo mondo.

L’esclusione della Sardegna da questo progetto rappresenta la reiterata penalizzazione per l’insularità. Ciò che invece la Sardegna chiede con forza è l’abbattimento delle barriere che condannano l’isola ad una competizione impari col resto della penisola e col resto del mondo.

Una rete ferroviaria veloce, anche se circoscritta ad un territorio chiuso come la Sardegna, significa dare un forte impulso alla produttività e agli scambi interni di persone e di merci. Significa essere in linea con la “green economy” e non può essere rifiutata solo a causa della condizione di insularità; anzi dovrebbe essere l’esatto opposto: dovrebbe creare maggiori occasioni di sviluppo per equilibrare lo svantaggio geografico.

In una visione infrastrutturale di scala europea una rete ferroviaria moderna nell’isola potrebbe essere il preludio per un futuro collegamento con la Corsica, magari con un ponte sulle Bocche di Bonifacio che, contrariamente al ponte sullo stretto di Messina sorgerebbe su terreni non soggetti a terremoti e non collegherebbe le due sponde opposte di una grande faglia geologica. Questa visione futura (ma tecnicamente realizzabile) consentirebbe alle due isole di facilitare i collegamenti con la Toscana, con la Liguria e con la Provenza francese.

Quindi questo vuole essere un appello ai nostri rappresentanti politici di tutti gli schieramenti affinché la Sardegna possa aspirare ad avere dei collegamenti ferroviari nuovi ed efficienti. Questa è un’occasione irripetibile. Non perdiamo anche ……. questo treno.

 

 

 

 

Lascia un commento