Dal vincolo di Taramelli all’Art Bonus [di Maria Antonietta Mongiu]

bes

L’Unione Sarda 18 marzo 2021. La città in pillole. “Debbo anzitutto ringraziare la S.V. Illma [..] della cordiale assistenza per l’espletazione del compito spettante a questa Soprintendenza”.

E’ l’esordio di una lettera di Antonio Taramelli, per decenni Soprintendente alle Antichità della Sardegna, a cui l’isola deve la sistematica scoperta del patrimonio archeologico e Cagliari il primo vero riconoscimento di Tuvixeddu.

Vi appose un puntuale vincolo dopo mille depredazioni ma soprattutto dopo l’esemplare scavo del Predio Ibba, fondamentale per la ricostruzione della cultura punica. Il ridimensionamento del suo vincolo fu l’apripista all’attività di cava anche in quell’area con la conseguente distruzione di decine di tombe – il vuoto oggi è denominato suggestivamente Catino – ma pure all’edilizia pubblica e privata, la cui eredità pende tuttora sui destini del colle.

Taramelli indirizza la lettera il 19 febbraio del 1934 – Anno XII al Cav. Antonio Deiana, Podestà di Maracalagonis, esponente di quella piccola proprietà terriera che a lungo ha alimentato Cagliari. Donò al Museo di Cagliari “due tronconi mutili della statua di Bes, rinvenuti anni sono nelle cave di argilla in regione Caroi di proprietà della S.V. Illma e conservate con molta cura nella Sua casa di Maracalagonis”.

L’archeologo ne riconobbe il valore perché aveva scavato nel 1933 a Chia, l’antica Bithia città fenicia fondata nel VII secolo a.C., una struttura templare trovandovi appunto un Bes. Il sito nel tempo restituì decine di ex voto che, al Museo di Cagliari, gareggiano, per suggestione, con quelli di Santa Gilla.

Bes è divinità tra le più antiche nel panteon mediterraneo. Dall’Egitto si diffuse fino all’estremo occidente, ibridandosi con i vari sostrati ma non perdendo i caratteri originari che persistono nelle statue di Mara: figura tozza quasi obesa; altezza inferiore alla media fino al nanismo; corto gonnellino o nudità integrale, con tratti del briccone divino lumeggiato nei loro saggi da Kerényi e Jung.

In Sardegna si arricchisce dei caratteri salutiferi di Esculapio, come dicono gli ex voto, ma anche di Iside che abita molti nostri luoghi.

Taramelli auspicava ricerche a Mara. Anche Chiara Corona, appassionata ottuagenaria che abita la casa dove i Bes a lungo furono accolti “con molta cura”. Conserva la lettera al Cav. Deiana che desiderava per i suoi Bes una dimora migliore nel Museo.

Si spera che accada magari con Art bonus che misura il tasso di amore per il patrimonio culturale di una comunità.

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