Numeri, Interpreti e Cabala [di Pier Giorgio Testa]

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Che gli immigrati siano troppi lo dicono in molti, ma in realtà non sappiamo davvero quanti siano e se sono davvero troppi, termine che è sempre relativo ad un confronto; cioè troppi rispetto a che cosa?

  1. Troppi rispetto alla capacità dell’Italia di integrarli? In questo caso Sì! Da uno Stato non in grado di programmare l’occupazione dei propri giovani, costretti a migrare a loro volta, sarebbe difficile aspettarsi la capacità di integrare cittadini di altre Nazioni. Anche i pochi extracomunitari, costretti a bighellonare o a chiedere l’elemosina, sembrano troppi e fanno pensare a quanto poco abbiano ottenuto da un viaggio così caro e pericoloso e quanta dignità abbiano perso privandosi della propria cultura.
  2. Troppi rispetto a quanti ci chiedono di essere sfamati? In questo caso No! Perché le persone che vorrebbero cambiare le proprie condizioni di vita, per esempio in Africa, sono centinaia di milioni.
  3. Ma non sono neanche troppi rispetto all’esigenza di una nuova classe proletaria, utile al capitalismo vincente e praticamente estinta negli ultimi decenni in Occidente, il quale ha bisogno di manodopera a basso costo e priva di tutele sindacali, cosa ben riuscita anche ad opera dei neoliberisti di casa nostra con l’approvazione del maggior partito di sinistra (?) e con il silenzio della nostra intellighenzia, un tempo impegnata ad evidenziare i danni di un’economia liberista e dell’imperialismo USA. Ma erano ragazzi…
  4. Né sono troppi rispetto alla capacità di tendere una mano solidale e generosa da parte di pochi popoli, tra i quali però ci sono anche buona parte degli italiani.
    Invece nessuno osserva come il numero di auto circolanti, in Italia, sia scandalosamente altissimo! Dal database dell’Istat risulta che nel 2018 in Italia il parco veicoli era composto da quasi 52 milioni di mezzi 800 ogni 1000 abitanti. Un record! Battiamo anche la stessa Germania (500 su 1000 abitanti) che è la Nazione che produce più auto al mondo, ma che preferisce esportarle.

Si pensi a quante strade si devono costruire a spese di tutti per farci stare le macchine, si pensi a quanti metri cubi di inquinanti vengono prodotti, per cui, nella Pianura Padana tra Torino e Milano, è registrato il maggior stato d’inquinamento d’Europa, con le comprensibili ricadute in termini di malattie.

E purtroppo siccome lo Stato tramite le tasse sui carburanti guadagna cifre spaventose ogni giorno, non c’è da aspettarsi che si preoccupi di scoraggiare l’uso dell’auto per difendere la salute dei suoi cittadini. Non mi risulta nessun servizio, nessun talk show che sottoponesse all’attenzione le difficoltà legate ad un così alto numero di veicoli, come tali inquinanti, perché benzopirene e Co2 lo producono anche se fossero Euro10 e che hanno fortemente contribuito al degrado del paesaggio nazionale

I veicoli circolanti nel 2016 in Sardegna sono 1.328.799, cioè 620 ogni mille abitanti, secondo un calcolo che è arretrato di 5 anni rispetto a queste considerazioni e che non tiene conto dei tanti, in modo continuativo assenti dalla Sardegna per lavoro, ma contati come residenti. Anche qui, i veicoli sono quindi troppi.

E il numero di morti per cancro? nell’ultima raccolta dati viene addolcito dall’OMS che divide il cancro del polmone, dal cancro alla mammella, da quello dello stomaco etc., per cui il cancro non è più, come negli anni precedenti, la prima causa di morte. “Quell savoir faire!”, avrebbe esclamato de Maistre.

Ciononostante, è facilmente rilevabile il fatto che tra le prime 10 cause di morte nelle nazioni industrializzate, 5 sono dovute al cancro, che invece non compare tra le prime 13 cause di morte in nazioni non industrializzate. Così facendo si tenta di escludere un rapporto diretto tra il numero di auto e, quindi, di inquinanti e, quindi, di cancro.

Sempre a proposito di numeri, perché la Sardegna continua a non dirci, in misura credibile, quanti sono i morti di cancro?  Perché non vediamo ancora il Registro dei Tumori? Sempre per fare qualche favore? o per lasciarci in un dubbio, sempre più vago a causa dei casi di tumore nelle famiglie di ognuno ?

Poi verrà qualcuno a tranquillizzarci: “il Destino ha voluto così!”

 

One Comment

  1. Mario Pudhu

    … S’umanidade de nòmade est diventada sedentària in mizas de annos e cun d-unu seguru progressu; ma in tempus de carchi séculu, cun totu su progressu iscientíficu e un’irvilupu in parte manna fatu cunfúndhere cun su progressu la sunt faghindhe diventare viagiante, totu viazendhe a su puntu chi no bastant prus sas istradas de terra e suta de terra, de mare e de s’ària. Cun totu sas cusseguéntzias de distrutzione de su logu e semenamentu de males, airados – e sa zente fata airare! – a irvilupare, irvilupare, irvilupare… no importat cantu male, cussideradu fintzas coment’e triballu e… fonte di reddito.
    S’indústria de sa morte, si bi tiat pòdere iscommítere, tantu pro nàrrere in Sardigna, est sa prus irvilupada e coment’e càusa màchinas e tràficu tiant bínchere totu sas àteras e a fàghere un’anàlisi de sos incidentados si tiat bídere chi sos mortos e istropiados e cundennados a tempos in ispidale sunt mescamente sos zòvanos: ómines e féminas apenas fatos e… kaputt!
    Ma triballu!… a indústrias de màchinas, a totu sos chi faghent pubblicidade, a sos cumertziantes, a sos chi faghent àteras istradas, a sas oficinas, a sos ispidiales, a sas indústrias de sas meighinas e àterus inciamus che a sos baules e a sos fiorajos e, finalmente, fintzas a su bonugoro, sos volontàrios a fàghere su triballu chi no resessint a fàgher sos dipendentes in postu.

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