Transizione: in manibus tuis, Domine [di Pier Giorgio Testa]

Alcuni giorni fa, in contemporanea alle preziose giornate di Milano sull’Ambiente, i Tg della Rai, pagata da noi, annunciavano con voci festanti e orgoglio del tutto inopportuno, l’inizio del viaggio nello spazio di una navicella USA, ricca di ricchi, che evidentemente hanno soldi per “provarle tutte”.

Qualche giorno dopo altri Tg e altre grida di giubilo, per l’avvenuto ritorno di “un viaggio che apre prospettive per un’ulteriore forma di turismo con ricadute economiche…”

Nessuno si è chiesto quante migliaia di tonnellate di combustibile fossile sono servite per far divertire i ricchi, e quanti gas tossici sono stati immessi in atmosfera, che come non tutti sembrano aver capito, è priva di confini, per cui se il missile vettore parte da Cape Kennedy, accompagnato dalle urla festanti degli americani, poi gli inquinanti se li prendono anche coloro che invece, non sono americani e che  soffrono il mal d’aereo, visto che, per esempio, pare,  neanche un senegalese si sia prenotato per un prossimo volo.

I nostri giornalisti non sembrano avere neanche bisogno di veline, sono convinti che questa sia l’ultima delle bellissime cose che gli USA ci regalano e, perciò, non potrebbero azzardare alcuna critica su ciò che fanno i nostri principali alleati, per tutte le guerre né gli capita mai di rischiare di venire tacitati se potessero citare l’alto numero quotidiano di persone morte di cancro e non di covid; nessuno sa né deve, vedere che c’è un nesso di causalità tra inquinanti e quella malattia sempre in crescita, ma che non gode della risonanza nei media che ha per esempio il covid.

Passando all’Italia, bisognerebbe stare attenti alle parole del presidente dell’associazione massima degli industriali italiani, il quale durante la loro assemblea, forse rassicurato dalla vicinanza con il Presidente del Consiglio, che dovrebbe governare per tutti gli Italiani, e che nell’occasione riceve ovazioni, che neanche l’Herbert von Karajan dei tempi migliori  ottenne alla fine di un’esecuzione.

Qualcuno ha pensato che la grande ammirazione per il capo del governo, amato da tutti, derivi dal fatto che nel suo nutrito Palmares, non compaia l’essere stato operaio-sindacalista. I Tg hanno riportato la preoccupazione del capo degli industriali nostrani, durante il loro incontro, che la Transizione ecologica possa portare a soluzioni in grado di causare il solito “impedimento allo sviluppo”, il loro!

Infatti è stato fatto osservare  che sul loro giornale, il Sole, non è apparsa in prima pagina la notizia, del 28 Settembre scorso, relativa ai 6 morti nel lavoro in un solo giorno; non lo hanno ritenuto un evento importante o se lo era, poteva permettere, a chi di ambiente si occupa, di far notare che ecologia significa anche attenzione a dove e come vive l’homo faber e che, quindi, necessariamente,  la Transizione si dovrà occupare anche di questi aspetti secondari quali le condizioni di sicurezza anche di che lavora e non va nello spazio (Che seccature!).

Purtroppo, quel famoso pessimismo, di cui altri parlarono, fa temere che la capacità di procrastinare, differire, ritardare e insabbiare, in certi ambienti, sia sempre in agguato.

One Comment

  1. Mario Pudhu

    Crímines e malafatias, e mancu sas peus, no las faghent totu sos “fuori legge”. Mescamente si a las fàghere sunt sos, o a sa banda de sos, chi faghent passare coment’e progressu, conquiste, crímines e malafatias.
    Ma fossis est chi si sunt istracados de produire sempre atómicas e àteros zoghitos tantu pro si buscare carchi sodhu a si catzare su fàmine (de àteros milliardos) «con ricadute economiche», s’iscuru a chie pagat in fàmine maladias e àteros ‘divertimentos’.
    O fossis cherent bídere si in sa Luna o mancari in Marte faghet a si bi fàghere unu manincómiu.

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