Un’alleanza tra Cagliari e la Sardegna [di Maria Antonietta Mongiu]

L’Unione Sarda 18 novembre 2021. La città in  pillole. Spesso capita, nelle vicende personali e del mondo, che eventi di portata storica oppongano limiti ai percorsi che, individualmente o collettivamente, si intraprendono. Oppongano un limite o, meglio, il limite. Concetto, a tutta prima, semplice ma dalle complesse implicazioni, indagato da Ernesto De Martino, il più illustre antropologo italiano che ebbe cattedra a Cagliari nel secondo dopoguerra.

Lo stesso tema ha abitato la speciale ermeneutica coltivata da Placido Cherchi, suo allievo e inesausto esegeta. Agli uomini e alle donne è dato di praticare l’oltrepassamento del limite, non tanto dell’essere un umano quanto degli ostacoli che ne connotano l’esistenza. Infinito, l’elenco e differenziate le modalità.

In queste pagine, da oltre un anno e mezzo, come nel resto del mondo, viene tematizzata la pandemia, il cui nome e cognome erano ignoti ai più. Non lo era il senso di impotenza nel combatterla. Tuttavia, come altre volte nella storia dell’umanità, stavolta, con insospettabile velocità, si è fatto spazio un senso di comunità; di quartiere e nazionale. Solidarietà di prossimità e di vasta estensione, sono andate affermandosi. Tutte generate dal convincimento che, insieme, si vince e non solo la pandemia.

Avendo una Costituzione i cui principi fondanti insistono su sanità, istruzione, ricerca, tutela del paesaggio, nella stessa è necessario trovare senso e legittimazione delle azioni e delle pratiche che si compiono. Oggi, infatti, non ci interpella solo l’inusuale momento storico con le sue categorie – ogni contemporaneità ha le sue – quanto, davanti a planetarie debolezze, frammentazioni, incertezze, capire quali i luoghi, materiali e immateriali, e le figure spaziali da cui prendere le mosse.

Per sottrarsi alle irreversibili decostruzioni sottese, quando non si analizzano bene i reali scenari, va ribadito che il luogo da cui ripartire è la città. In particolare, Cagliari. Le città, infatti, con i loro centri di ricerca, scambi, e intermediazioni sommano saperi e competenze che possono contenere la crisi di orizzonte, palpabile ovunque.

Una santa alleanza, da rinnovare, tra Cagliari, le altre città, e i territori della Sardegna, è la via di uscita. Ogni compartimentazione, nella pianificazione del futuro, tra parti storicamente interconnesse, non solo destoricizza il territorio ma, peggio, nelle pratiche, lo disconosce e lo condanna al definitivo declino.

Come altre volte, nel passato, è Cagliari che si deve assumere la responsabilità. Ma di politiche assai più consensuali delle attuali.

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