Arte e musica per (Santa) Cecilia [di Franco Masala]

Una quinta scenica con curva asimmetrica e pochi arredi mobili, curata da Andrea Belli, è lo sfondo della sobria regia di Leo Muscato per l’azione sacra Cecilia di Licinio Refice che ha inaugurato la stagione 2022 del Lirico di Cagliari. Qui si muovono masse e protagonisti con gesti misurati e tali da sottolineare l’azione, peraltro piuttosto statica.

Il suggestivo gioco di luci di Alessandro Verazzi contribuisce ad esaltare i costumi di Margherita Baldoni, puntando sul contrasto bianco/rosso con l’ausilio dei video di Luca Attilii. Con un vero colpo di teatro Muscato accompagna il finale del martirio con immagini che vanno da Guido Reni a Pietro da Cortona fino a ricorrere alle opere conservate nella Cattedrale di Cagliari dedicata anche a S. Cecilia, portandoci nel cuore della città.

È certo il momento più significativo, ma non il solo, di una regia tesa a vitalizzare una trama che stenta a decollare, potendosi quasi considerare una sorta di oratorio scenico derivato dal martirologio cristiano. Monsignor Refice, stimato compositore di musica sacra, aggira l’ostacolo del melodramma con il ricorso a cori di sapore anche gregoriano e di preghiere innalzate dalla folla dei credenti così da far diventare il coro il vero protagonista dell’opera.

Interessante anche l’uso particolare di una formula come il duetto che nel primo atto gioca sulla contrapposizione degli ardori di Valeriano e il riserbo di Cecilia per cedere all’unisono in quello che chiude il secondo atto. Talvolta lascia però spazio – e sono le parti più deboli – ad un canto stentoreo quasi “mascagnano” soprattutto per il ruolo tenorile di Valeriano. Sono invece più tradizionali le voci femminili da Cecilia all’Angelo di Dio alla Vecchia cieca che animano i vari episodi dell’azione sacra.

Pensare che Cecilia sia stata rappresentata nel 1934, quando il primo Novecento aveva già dato musiche rivoluzionarie, rende certamente difficile il confronto anche per il libretto di Emidio Mucci, poco funzionale e con un testo spesso risibile, ma almeno una soluzione musicale è di grande fascino: il motivo che accompagna la parola Cecilia ad ogni apparizione come un leit motiv.

L’esecuzione musicale – la prima dopo anni di ininterrotta fortuna e poi il silenzio – poggia sulla bacchetta di Giuseppe Grazioli, attenta a dosare l’equilibrio tra strumenti e voci con l’attenuare i clangori quando la vocalità è più dolce e sommessa tanto da far emergere una preziosa strumentazione che richiama anche un Respighi.

Orchestra e coro, istruito da Giovanni Andreoli, collaborano al loro meglio mentre sul palcoscenico svetta il soprano Martina Serafin, di statuaria figura e di solida vocalità, in singolare contrasto con il timbro sicuro di Elena Schirru come Angelo. Antonello Palombi è un Valeriano anche troppo veemente mentre Roberto Frontali affronta da par suo il doppio ruolo di Tiburzio e del prefetto Amachio.

Nelle parti di contorno troviamo Alessandro Spina (vescovo Urbano), Giuseppina Piunti, che ha appena dismesso i panni esilaranti della Duchesse de Krakentorp, per dare voce e scena efficaci alla Cieca, Christian Collìa, ottimo Liberto, e Patrizio La Placa (schiavo).

Successo deciso nonostante una platea piena a metà a dimostrazione del problema ancora presente circa il recupero degli spettatori per le manifestazioni pubbliche. Vuoti oceanici degli abbonati storici sui quali potrebbe avere influito anche il dover tenere per circa tre ore la mascherina, peraltro giustamente obbligatoria.

Una postilla sul cast che si alterna a quello della prima: tre cantanti di grandissima resa comprendenti il soprano Marta Mari, sicurissima nell’intonazione e nella voce, il tenore Mickael Spadaccini, ottimo anche come attore, il baritono Leon Kim, a perfetto agio nel suo doppio ruolo.

*foto di Priamo Tolu ©

 Cecilia

azione sacra in tre episodi e quattro quadri

libretto Emidio Mucci

musica Licinio Refice

venerdì 28 gennaio, ore 20.30 – turno A

sabato 29 gennaio, ore 19 – turno G

domenica 30 gennaio, ore 17 – turno D

martedì 1 febbraio, ore 20.30 – turno F

mercoledì 2 febbraio, ore 20.30 – turno B

venerdì 4 febbraio, ore 20.30 – turno C

sabato 5 febbraio, ore 17 – turno E

 

 

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