Il ritorno di Ernani (e di Carlo V) a Cagliari [di Franco Masala]

Una statistica delle opere di Giuseppe Verdi rappresentate a Cagliari rivela diverse sorprese, oscillando tra sporadiche comparse (I Vespri siciliani una volta sola nel 1867) e presenze ripetute (una per tutte: il redivivo Macbeth con ben 5 produzioni tra il 1976 e il 2019). Cancellata definitivamente (?) Luisa Miller a causa della situazione dello sciagurato 2020, è ora il turno di Ernani che ha avuto la sua ultima rappresentazione addirittura nel 1953 così che almeno tre generazioni di cagliaritani la ignorano, pur non essendo mai uscita dal repertorio corrente e nonostante le molte riprese per tutta la seconda metà dell’Ottocento.

Terzo successo del biennio 1842-1844, con Ernani Verdi abbandona le due grandi opere corali – Nabucco e I Lombardi alla prima crociata – per passare all’indagine di personaggi e caratteri che proseguirà per tutta l’attività successiva. Tratto dal dramma di Victor Hugo, Hernani, al centro della famosa battaglia tra romantici e classicisti nella Parigi del 1830, il capolavoro giovanile verdiano si esaurisce nel giro di un’azione stringata con il culmine del quarto atto, vera e propria sintesi dal punto di vista musicale grazie anche alla proficua collaborazione con il librettista Francesco Maria Piave, cominciata proprio con quest’opera.

I tradizionali pezzi chiusi scorrono così con una concisione esemplare che mette in evidenza il senso teatrale di un Verdi appena trentenne, soprattutto in quel terzo atto che è un capolavoro di continuità drammaturgica.

Il nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari si avvale della appassionata direzione di Giuseppe Finzi che cura il rapporto orchestra/palcoscenico, accompagnando i cantanti efficacemente e dando rilievo alle parti strumentali diffuse a piene mani nell’opera: bastino a dimostrarlo l’introduzione al terzo atto e la coda della grande aria del baritono. Bene il coro istruito da Giovanni Andreoli.

Che siano necessario quattro interpreti di vaglia è una tautologia e ben figurano anche a Cagliari. Il protagonista, Marco Berti – che riprende il personaggio dopo circa vent’anni – rivela una voce ancora   ricca di vigore e di capacità interpretative nonostante l’onerosa carriera: forse un ricorso alla mezza voce e alle sfumature sarebbe stato gradito. Ottimo, il baritono Devid Cecconi disegna un Carlo risoluto e magnanimo – soprattutto quando diventa Carlo V – con una autorevolezza vocale e una presenza scenica di prestigio. Il basso Dongho Kim è un Silva riuscito, dolente e vendicativo, reso con attenzione al fraseggio e voce piena.

Ultima ma non l’ultima, il soprano Marigona Qerkezi – che avevamo lasciato ottima Lucia nel 2017 e convincente Gilda l’anno successivo – diventa ora una straordinaria Elvira con una voce irrobustita e vigorosa, eppur capace delle agilità diffuse nella sua parte che assolve benissimo.

Completano il cast Giada Frasconi (Giovanna), il pregevole Tatsuya Takahashi (Don Riccardo) e Carlo Di Cristoforo (Jago).

 La messinscena si deve a Davide Garattini Raimondi che firma una regia sobria perfettamente inserita nei costumi sontuosi, forse troppo scuri, e nelle scene di Domenico Franchi che sposta di continuo quinte sceniche atte a definire spazi che rimpiccioliscono o si ampliano isolando alcuni arredi scenici allusivi: un arco in stile gotico fiorito, un trono, un albero, una statua equestre, il sarcofago di Carlo Magno. Sono poi le magistrali luci di Alessandro Verazzi a sottolineare azioni e personaggi con un mutare progressivo di bagliori radenti o pieni.

Esito decisamente festoso. Forse valeva la pena aspettare settanta anni per uno spettacolo da non perdere.

Postilla finale: questa volta il programma di sala è puntuale ma contiene uno svarione clamoroso dove afferma che nel 1889 “Alla Scala riscuote grande successo Falstaff, su libretto di Boito” mentre va ascritto al 9 febbraio 1893 (pag. 73).

*foto di Priamo Tolu ©

Ernani

dramma lirico in quattro parti

libretto Francesco Maria Piave, dal dramma Hernani di Victor Hugo

musica Giuseppe Verdi

sabato 9 aprile, ore 20.30 – turno A

domenica 10 aprile, ore 17 – turno D

martedì 12 aprile, ore 20.30 – turno F

mercoledì 13 aprile, ore 20.30 – turno B

giovedì 14 aprile, ore 20.30 – turno G

venerdì 15 aprile, ore 20.30 – turno C

sabato 16 aprile, ore 17 – turno E

La recita per le scuole con l’esecuzione in forma ridotta dell’opera – durata complessiva di 60 minuti circa – è prevista martedì 12 aprile alle 11. Nel ruolo di narratore l’attore cagliaritano Simeone Latini.

 

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