Il Pantheon dei santi laici dell’Isola [di Maria Antonietta Mongiu]

L’Unione Sarda 28 aprile 2022. La città in pillole. Quante ricorrenze e che intreccio di date in questi giorni. Ci interpellano perché capitano in un momento, tra i più problematici, del vissuto individuale e collettivo, degli ultimi decenni. Per non disattendervi, necessitano riferimenti con solide referenze e garanzie. Chi più delle genealogie, autenticamente generative di senso? Modello di buone pratiche e di solido pensiero; dotate di auctoritas per inerire in quella che, a volte, è chiamata anima e altre, intelligenza del cuore.

Hanno, con la loro esemplarità, la capacità di dare coraggio e di illuminare la strada quando il sonno della ragione la fa diventare buia e abitata da fantasmi. Non si tratta di santi che chi ha fede commemora con appropriate celebrazioni. Ma di personaggi laici, in qualche caso anche credenti, che hanno speso la vita perché altri, in gran parte sconosciuti, vivessero nella libertà; la cui indispensabilità è percepita, come succede per l’aria, quanto manca.

In Sardegna alcuni sono di tale spessore da far venire le vertigini quando ci si accosta alle loro biografie. Il pensiero corre ad Antonio Gramsci e a Francesco Cocco Ortu. Ma in questo Pantheon hanno cittadinanza Emilio Lussu e Salvatore Mannironi, padri costituenti. Che quartetto da richiamare in servizio attivo. Non solo il 25 aprile per la Festa della Liberazione, mai così attesa come quest’anno, o il 28, per Sa Die, ormai in un cono d’ombra, o il 27, ieri, data della morte di Antonio Gramsci.

Un vero dies natalis, naturalmente laico. Ma nondimeno martiriale per quel carcere che ne uccise il corpo ma non l’intelligenza e la capacità morale. Una dittatura brutale lo ha trasfigurato in un pensatore tra i più originali e, non a caso, così contemporaneo. L’ininterrotto scavo nei suoi scritti restituisce inaspettate interpretazioni e acquisizioni. Nuove consapevolezze storiografiche e traiettorie vengono tracciate.

Cocco Ortu, Gramsci, Lussu, Mannironi, sono un irriducibile punto di riferimento perché seppero riconoscere i germi del fascismo. Intravvidero la nascente dittatura e lo denunciarono. Le loro idee divergevano? Eppure, non si piegarono a chi avrebbe tolto libertà e autodeterminazione. Nelle nostre scuole i ragazzi hanno bisogno di studiare, attraverso loro, la storia contemporanea.

La singolarità delle tante coincidenze, non ultimo il percorso per l’Insularità in Costituzione, merito di un’opinione pubblica consapevole che ha spinto la politica ad assumersi la responsabilità della sua funzione, ne impone l’urgenza.

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