I tanti inizi della storia della città [di Maria Antonietta Mongiu]

L’Unione Sarda 22 aprile 2022. La città in pillole. Chissà se fu la data esatta? La legenda la fissa al 21 aprile del 753 a.C. Nei libri la fondazione di Roma, il luogo antico che di più ha inerito nell’oggi, la si racconta in modo più vago.

Ma la legenda questo dice e, per stare al senso della parola, si tratta di come un fatto debba essere, più propriamente, letto.  Ai Romani, piaceva credere quanto, uno dei più ecclettici eruditi, vissuto tra la fine del II e il I sec. a.C., Marco Terenzio Varrone, costruiva per restituire alla città ormai caput mundi, un’illustre genealogia eponima.

Ciò che, due millenni dopo, Michail Bactin chiamerà tempo assoluto o epopea compiuta e indiscutibile che, nella gerarchia dei valori, non ha uguali. Su connotu. Sono i romani, dagli Scipioni a Ottaviano Augusto, a costruire l’epos della carismaticità dell’origine, ricostruendo e inventando genealogie.

Bactin, scava nella vasta selva delle declinazioni letterarie e scopre la traiettoria essenziale. La stella polare. Da quella fondativa, l’epica omerica, diventata romana con Virgilio; transitata al ciclo carolingio e, infine, pervenuta ad Ivanhoe di Walter Scott, generativo del romanzo moderno. Ogni ciclo storico e ogni inizio abbisognano di una fonte o di un principio di ogni bene o di uno spinto evergetismo. Senza, alcuno che voglia essere fondatore di alcunché, può autolegittimarsi.

Un processo che non smette di riproporsi. Persino nelle versioni vernacolari delle persone che compulsano archivi per cercare origini meno ancillari o per individuare uno che in famiglia si sia distinto e che possa assurgere ad unico albero generativo.

Roma quindi si inventa la sua fondazione? Fino ad un certo punto. Per Andrea Carandini, trova riscontri in tracce materiali, all’interno di quell’ VIII sec. a. C. che, contestualmente, nella sua fase aurorale, vide nel variegato arcipelago culturale chiamato Grecia, l’archetipo dell’epos, l’Iliade, e, a metà secolo, la sua filiazione, conosciuta come Odissea.

Molte cose accadono anche in altri luoghi del Mediterraneo; non solo, tra Palatino e Tevere. Dopo la stagione del bronzo, a Cagliari e in Sardegna, compaiono Emporia fenici. Erano stati preceduti da quelli micenei. Trovano, nell’ultimo guizzo dell’età del bronzo e nel dilagare di quella del ferro, porti franchi, per minerali e sale.

Diventeranno città- stato. Ma i nomi di Cagliari e di Sardegna esistevano da millenni. Solo che si iniziò a pronunciarli anche in altri idiomi. Un nuovo inizio nei suoi colli. Uno dei tanti. Non diversamente da Roma.

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