Teatri deserti o quasi. Che fare? [di Franco Masala]

È certo che il colpo d’occhio non poteva essere più differente: teatro gremito per l’unica esecuzione dei Carmina Burana, platea quasi vuota per il Ballet Nice Méditerranée. Si conclude così la ministagione del Lirico di Cagliari (c’erano anche i Pagliacci inaugurali), vero e proprio intermezzo alla stagione 2022 che riprenderà a metà settembre.

Al di là della popolarità delle cantiones profanae di Carl Orff, anche presso chi non segue la musica ‘colta’ ma ha magari dimestichezza con il cinema, al di là del prezzo popolarissimo per quel concerto, al di là della obiettiva modestia del balletto francese (pezzi staccati spesso brevissimi e con intervalli ben più lunghi del danzato) bisogna pur interrogarsi perché il teatro Lirico sia ormai semideserto da un bel pezzo.

Scelte discutibili, titoli inflazionati, interpreti poco appariscenti sono certamente da mettere in conto. Né l’abolizione delle mascherine (peraltro ancora consigliabili) né una parvenza di ripresa della vita normale riescono a convogliare gli spettatori di un tempo.

Altrove il pubblico sta rientrando in sala sia per esecuzioni di routine sia per appuntamenti appetibili e forse è proprio quello che manca a Cagliari. Sperare di attrarre pubblico con una modestissima messinscena di Pagliacci o con un potpourri bislacco di danza è impresa disperata. Perfino le ballerinette delle scuole di danza che in genere affollano il teatro quando si rappresentano i classici erano assenti per non dire degli abbonati storici ormai spariti e non si sa se recuperabili.

Occorre un brusco cambiamento di rotta a cominciare dalla tempestività della comunicazione come non è avvenuto per la stagione estiva annunciata neppure una settimana prima. Un potenziale pubblico estivo va costruito con richiami pubblicitari, con offerte accattivanti, con nomi di richiamo, anche se poi occorre lavorare molto in tal senso, soprattutto verso la categoria dei vacanzieri sole-pizza-mare.

Bisogna catturare l’interesse dell’opera-goer, disposto spesso a viaggi anche lunghi per seguire uno spettacolo di vaglia ma a patto di una programmazione che sia nota per tempo e concorrenziale.

Insomma è necessario rimboccarsi le maniche, guardare con lungimiranza, ridare fiducia allo spettatore distratto. Speriamo che il cocente sole di questa estate sciolga i residui problemi e porti uno spiraglio di luce verso una ripresa definitiva.

*foto di Priamo Tolu ©

 

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