Si tratta di costruire un senso di sé [di Annalisa Diaz]

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Ringrazio Maria Antonietta Mongiu per l’invito a questo incontro che prende lo spunto dal dialogo proposto da Pietro Soddu nel suo libro dal titolo assai suggestivo. Come sottolinea Manlio Brigaglia nella sua introduzione il libro propone una rimeditazione dell’autonomia. Una parola presente in tutte le soluzioni prospettate dai tre personaggi che animano questo appassionato dialogo sulle sorti della nostra Isola.

Qualunque sia infatti la soluzione privilegiata, da quella rimeditazione bisogna partire. Autonomia come percorso di riforme del sistema e in questa dimensione mi sento più vicina ad una ipotesi di autonomia riformulata “un sistema meno amministrativo, più politico e dotato di sovranità condivisa” per citare un passaggio dell’immaginario autonomista. Credo infatti che si possa ripartire dall’attuale Statuto speciale, in gran parte superato ma che nella sua formulazione attuale non è mai stato realmente attuato.

E qui si pone un problema che non è solo procedurale, perché occorre decidere a chi sarà demandato il compito di stilare un nuovo Statuto evitando il rischio di un dibattito, tutto interno alle regole, ma che resterebbe lontano dal sentire della comunità. Ed è qui che si gioca la vera partita dell’autonomia che richiede l’assunzione  di una responsabilità collettiva; partendo da sé, un percorso che abbiamo sperimentato nel Movimento delle donne, dalle condizioni materiali di esistenza, dalle relazioni con le donne, gli uomini e il mondo reale che ci circonda, dalle nostre genealogie, per non perdere di vista ciò che ci può ancora insegnare il nostro passato.

Si tratta di costruire un senso di sé che ci permetta di guardare al negativo delle nostre vite senza esserne soprafatti. Esiste infatti una magica forza del negativo che permette di uscire da una posizione vittimistica e di perenne richiesta per imparare a prendere in mano, in prima persona la nostra esistenza.Non è un percorso facile perché comporta una rivoluzione culturale che non è fatta di proclami o di nuovi libretti di Mao, ma coinvolge le nostre vite e il nostro modo di essere nel mondo non più perennemente dipendenti, se non nella misura in cui ciascuno di noi dipende dall’esistenza e dalla relazione con l’altro.

*Intervento tenuto nel corso dell’Iniziativa organizzata da LAMAS, Fondazione Sardinia, Terra pace solidarietà, Art. 21 e della rivista on line www. sardegnasoprattutto.com. Lunedì 17 Marzo 15:30 alla Mediateca per la presentazione del libro di Pietrino Soddu Sardegna. Il tempo non aspetta tempo

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