Carmen piena di fascino [di Franco Masala]

Ennesima Carmen, ennesimo spostamento d’epoca: questa volta la Spagna di Francisco Franco di fine anni ’40 ma, ad onta di tutto, quel che fortunatamente continua ad emanare dal grande personaggio di Bizet è l’istanza della libertà che la permea interamente.

La nuova produzione del teatro Lirico di Cagliari si basa sulla regia di Renato Bonajuto, egregiamente servita da grigliati metallici che si fanno ora piazza ora stazione di polizia ora taverna, accompagnando i cambiamenti di scena con una utile piattaforma girevole che consente molti movimenti in una condizione sempre opprimente.

Curata la recitazione, grazie anche alla presenza carismatica della protagonista, scenicamente irreprensibile. J’Nai Bridges rivela infatti doti di immedesimazione nel personaggio di grande efficacia, accompagnata da un registro vocale svettante nelle parti alte della tessitura, meno consono nelle note gravi così da metterla in qualche difficoltà soprattutto nel veemente duetto finale. Rimane comunque una bella prova, sottolineata anche dal fascinosissimo aspetto.

Carlo Ventre delinea un Don José all’italiana con grande potenza vocale che quindi rinuncia a mezzevoci o pianissimi, pure presenti nella tessitura del ruolo, qui definito a tutto tondo con mezzi di dominio sicuro.

La Micaela di Marta Mari si ritaglia un meritatissimo trionfo personale con una pienezza di voce che fa diventare centrale il personaggio antagonista di Carmen, inventato da Bizet. Non è completamente a fuoco quale Escamillo Pablo Ruiz (che abbiamo appena lasciato come Alidoro nella Cenerentola rossiniana) soprattutto nei celeberrimi couplets d’ingresso, riprendendosi invece appieno nel terzo atto.

Tra i personaggi minori emergono la Frasquita di Ilaria Vanacore, il Dancaïre di Giuseppe Esposito e Zuniga di Luca Dell’Amico. Professionali gli altri, Maria Ermolaeva (Mercédès), Luca Bruno (Moralès) e Andrea Schifaudo (il Remendado).

Orchestra e coro (istruito da Giovanni Andreoli) e coro di voci bianche del Conservatorio di musica preparato da Francesco Marceddu, impegnatissimi nella complessa partitura, governata con sicuro mestiere dal maestro Fabrizio Maria Carminati che ha optato per la versione viennese del 1875 con i recitativi musicati da Ernest Guiraud a causa della prematura scomparsa di Bizet. Se il preludio iniziale è risultato anche troppo veemente, l’entr’acte del terzo atto ha restituito in pieno la sua atmosfera “lunare” e rarefatta. La resa tra palcoscenico e orchestra è decisamente ben condotta.

Le funzionali scene sono di Danilo Coppola coadiuvato dalle luci di Valerio Tiberi e dai costumi di Marco Nateri, quasi unico riferimento all’epoca individuata per la messinscena. Coreografie più complesse del consueto di Luigia Frattaroli.

Successo pienissimo per un teatro affollato e di buon auspicio per le prossime repliche.

*foto di Priamo Tolu ©

Carmen

opéra-comique in quattro atti

libretto Henri Meilhac e Ludovic Halévy, dalla novella omonima di Prosper Mérimée

musica Georges Bizet

edizione con recitativi di Ernest Guiraud (Vienna, 1875)

editore proprietario: Choudens, Paris;

rappresentante per l’Italia: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano

esecuzione in lingua originale francese con sopratitoli in italiano

 

venerdì 30 giugno, ore 20.30 – turno A

sabato 1 luglio, ore 19 – turno G

domenica 2 luglio, ore 20.30 – turno D

martedì 4 luglio, ore 20.30 – fuori abbonamento

mercoledì 5 luglio, ore 20.30 – turno B

giovedì 6 luglio, ore 20.30 – turno F

venerdì 7 luglio, ore 20.30 – turno C

sabato 8 luglio, ore 20.30 – turno I

domenica 9 luglio, ore 20.30 – turno E

 

 

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