È nato un teatro [di Franco Masala]

Tiene fede al detto cagliaritano “sa fabbrica de Sant’Anna” l’inaugurazione del teatro Carmen Melis annesso al Lirico. La struttura, prevista nel lato verso la via Sant’Alenixedda fin dal progetto degli architetti Teresa Arslan, Francesco Ginhouliac e Luciano Galmozzi, scaturito dal concorso nazionale del 1964, ha subito nei decenni “trasferimenti” d’area fino alla soluzione odierna, legata alla sistemazione del Parco della musica, aperto peraltro già dal 2011.

Si tratta di una sala con pareti inclinate rivestite di caldo legno e contenente poco più di 300 posti (compresi due spazi per i disabili), il palcoscenico, la buca d’orchestra a diverse quote e la graticcia con i tiri di scena. Un ampio e luminoso foyer comprende i “passi perduti” e, finalmente, un vero guardaroba. Sembra ancora piuttosto perigliosa la scalinata che scende dalla piazza Nazzari senza un corrimano al pari dello scomodo ingresso per i disabili, costretti a raggiungere la sala dalla via Cao di San Marco a causa dei lavori per il nuovo mercato civico che ostruiscono l’ascensore dedicato.

Una gigantografia luminosa accoglie lo spettatore con il profilo del soprano Carmen Melis, dedicataria del teatro. In realtà la Melis, nata a Cagliari nel 1885, si spostò presto nella penisola per seguire il padre ufficiale e cantò in Sardegna soltanto in poche occasioni: nel 1915 La fanciulla del West pucciniana a Cagliari e poi a Sassari, e nel 1928 la prima de La Jura di Gabriel. Così che l’intitolazione assume anche il carattere di risarcimento per una carriera internazionale, preferibilmente legata al repertorio verista adattissimo al temperamento di cantante-attrice che le consentì anche di girare alcuni film, naturalmente muti. Rimangono anche alcune preziose incisioni di notevole interesse. Fu maestra di Renata Tebaldi e morì nel 1967 poco lontano da Como.

L’inaugurazione degli spettacoli à stata affidata al maestro Daniel Smith (con orchestra e coro del Teatro Lirico istruito da Giovanni Andreoli) che ha diretto l’immancabile Consacrazione della casa di Beethoven, la Sinfonia n. 40 di Mozart e l’altrettanto consueto Hallelujah di Haendel. L’esame acustico va rimandato ad altra occasione dal momento che l’organico strumentale e corale eccedeva lo spazio della sala con una sonorità anche troppo generosa. Ora si attende la programmazione che potrebbe finalmente recuperare il repertorio settecentesco o contemporaneo finora negletto e adattissimo alle ridotte dimensioni del teatro.

Pubblico numeroso che ha festeggiato con entusiasmo gli interpreti nella seconda serata aperta agli spettatori paganti.

*Carmen Melis e Renata Tebaldi nel 1957, Museo Renata Tebaldi, Busseto ©

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