Energie rinnovabili versus territorio [di Sergio Vacca]

Le istanze di connessione di nuovi impianti di energie rinnovabili da fonte solare, presentate al gestore della rete elettrica nazionale, al giugno 2023 erano ben 450, pari a 21,01 GW di potenza; sommate alle richieste di autorizzazione per l’eolico, significherebbe una domanda per 56,08 GW, oltre 29 volte gli impianti esistenti, la cui potenza ammonta oggi a 1,93 GW.

Come rileva il Gruppo di Intervento Giuridico, si tratta di una overdose di energia che non potrebbe essere consumata sull’isola – che ha già un’eccedenza produttiva del 38% rispetto ai fabbisogni – che non potrebbe essere trasportata verso la penisola e che non può essere attualmente conservata. Conclude il Gruppo di Intervento Giuridico che sarebbe importante se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici, coinvolgendo Regioni ed Enti locali.

Tuttavia, la Regione, che in base allo Statuto Speciale per la Sardegna, Legge Costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, ha competenza primaria, articolo 4/e, sulla “produzione e distribuzione dell’energia elettrica”, potrebbe emanare norme di pianificazione della distribuzione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, solare ed eolico.

Per quanto riguarda il solare, va rilevato che la localizzazione degli impianti fotovoltaici necessita della disponibilità di aree pianeggianti, esigenze, peraltro, fortemente manifestata dalle società proponenti la loro realizzazione. È appena il caso di sottolineare che sarà prioritariamente da utilizzare il sedime delle aree industriali dismesse. Lo aveva già previsto il Piano Paesaggistico Regionale.

Riguardo alle aree agricole, che costituiscono le maggiori disponibilità potenziali, la verifica delle “vocazionalità” delle aree a sostenere tali impianti richiede:

(a) l’accertamento delle caratteristiche radiometriche del sito/dei siti, che risultino favorevoli alla produzione energetica;

(b) che la morfologia sia pianeggiante, ovvero sia caratterizzata dall’assenza, o da minimi, gradienti di quota. In Sardegna, aree con caratteri fisiografici di base per un’agricoltura di qualità sono state censite e studiate, per una superficie di circa 420 mila ettari, nell’ambito del processo di pianificazione del settore agricolo, con la finalità di individuare le aree irrigabili della Sardegna, all’interno del Piano delle Acque della Sardegna, realizzato tra gli anni 70 ed 80 del 1900, pubblicato nel 1986 e sempre n corso di validità.

L’utilizzo della Carta dei suoli irrigabili, alla scala 1: 100.000, che rappresenta le migliori aree agricole dell’isola, può costituire la base per l’attivazione di un processo di pianificazione delle aree da destinare ad impianti fotovoltaici, da realizzarsi sulla base dei requisiti d’uso di tali impianti (livelli radiometrici favorevoli; morfologie pianeggianti).

L’individuazione delle migliori aree agricole è stata realizzata, sulla base degli studi pedologici, pregressi o realizzati ad hoc, utilizzando per il processo valutativo, la metodica del Servizio Difesa del Suolo del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, Land Capability Classification, che suddivide il territorio studiato in classi di attitudine, otto, per un ventaglio più o meno ampio di sistemi agro-silvo-pastorali.

Le classi favorevoli per un’agricoltura di alta qualità sono le prime quattro. Tra le terre che invece manifestino i caratteri di una classe numerica superiore a 4 (minore fertilità), potranno individuarsi le aree a maggiore vocazionalità per gli impianti di fotovoltaico. Come osservato in precedenza, tali aree dovranno rispondere a requisiti radiometrici e morfologici che consentano un’alta produttività energetica.

In questo modo, rimarranno intatte, nella propria vocazionalità agricola, le aree caratterizzate da elevata fertilità (classe numerica inferiore a 4), individuando allo stesso tempo quelle aree marginali per l’agricoltura (classe numerica superiore a 4 di Land Capability Classification), tuttavia, adatte per l’installazione di impianti fotovoltaici.

Gli strumenti metodologici descritti costituiscono sostanzialmente la base del processo di pianificazione della distribuzione sul territorio regionale degli impianti fotovoltaici.

Un’annotazione conclusiva riguarda le conoscenze sui caratteri del territorio regionale e le capacità di gestire tali informazioni all’interno del processo pianificatorio: l’Amministrazione Regionale possiede tali strumenti ed ha al suo interno le professionalità capaci di gestirli.

* Già Professore di Pedologia dell’Università di Sassari

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