Pinacoteca, la bellezza dei Retabli [di Maria Antonietta Mongiu]

L’Unione Sarda 14 marzo 2024. La città in pillole. Il riallestimento nella Cittadella dei Musei della Pinacoteca, parte dei Musei nazionali di Cagliari, interroga sul periodo spagnolo in Sardegna.

Anche l’edizione dei Parlamenti, a cura del Consiglio regionale e in via di completamento, prospetta quel periodo con esiti meno stereotipati. Un’articolata equipe che comprende anche un giovane ricercatore, Marco Antonio Scanu, reduce da un Dottorato di ricerca a Saragozza, ha restituito alla fruizione un innovativo percorso, nella disposizione e nelle didascalie, della Sezione dedicata ai Retabli.

Non c’è storico dell’arte, specie dal secondo dopoguerra, che non si sia misurato con questi scenografici manufatti. Cosa sono? Che spazi abitavano? Quali le committenze? Come le anonime folle di credenti, diffusamente, analfabete, reagivano alla vista di tanta policromia e fondi oro? La parola Retablo deriva dalla spagnola tabla, in sardo taula, tavola, dalla latina tabula.

L’etimologia significa altaris retro tabula perché posta dietro l’altar maggiore delle chiese. Sacra rappresentazione dalla struttura complessa in cui convivono architettura, pittura, scultura che si risolvono in un trittico o in un polittico, posti su una predella, a sua volta, declinata in più quadri dove, ugualmente, sono rappresentate vicende di santi o di Cristo.

Il Retablo è erede della biblia pauperum che nel medioevo, attraverso i portali o le pareti delle chiese con alto o basso rilievi o con affreschi, istruiva il popolo analfabeta, su episodi vetero e neotestamentari o sulla vita quotidiana. Una scrittura pittorica o scultorea ricca di metafore e di allegorie, non sempre decifrabili. Anche allora la comprensione era commisurata al sapere delle persone, compresi monaci e clero. Accadeva pure nella scrittura alfabetica, come scrive Dante nel Convivio: “che le scritture si possono intendere e deonsi esponere massimamente per quattro sensi”.

Le interpretazioni di un testo, allora e oggi, sono molteplici. Nei Retabli, macchine scenografiche di grandi dimensioni e potenza pedagogica, le biografie di Cristo, Madonna, Santi sono più esplicite di quanto non fossero nei portali medievali. Dagli altari hanno abitato la storia artistica dell’isola, gli immaginari e la fede dei sardi come dei territori spagnoli fino ai paesi latinoamericani con esiti che risentono di sostrati e geografie differenti.

Anche oggi meritano sguardi disposti a farsi sorprendere sia quelli della Pinacoteca sia quelli ancora sugli altari. A Tuili e a Villamar. Tra i tanti.

 

Lascia un commento