Asini, crisi, Europa [di Raffaele Deidda]

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Circola in rete una storia-metafora, forse di origine francese. Racconta di un villaggio contadino i cui abitanti vengono convinti a vendere ad un estraneo i propri asini e a ricomprali a prezzi più elevati. E’ nota come “La crisi degli asini”.

Un uomo in giacca e cravatta apparve un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta, gridava che avrebbe comprato a 100 euro ogni asino del luogo. I contadini erano sorpresi ma il prezzo era buono. Quelli che vendettero tornarono a casa felici. L’uomo tornò il giorno dopo. Offrì 150 euro per asino, e tanti gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 euro a chi non aveva ancora venduto gli ultimi asini.

Acquistati tutti, annunciò che, la settimana successiva, avrebbe comprato asini a 500 euro e se ne andò. Il giorno dopo affidò al socio la mandria e la inviò nel villaggio con l’ordine di vendere le bestie a 400 euro l’una. Vista la possibilità di realizzare un utile di 100 euro, gli abitanti acquistarono asini a quattro volte il prezzo di vendita e, per farlo, si indebitarono con la banca.Com’era prevedibile, i due affaristi andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati ed i contadini rimasero con asini senza valore e debiti a non finire. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il corso dell’asino era crollato. Gli animali sequestrati e affittati ai precedenti proprietari dal banchiere.

Nonostante ciò questi andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere al Comune il rimborso dei prestiti.

Per evitare il disastro il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i debiti, li diede al banchiere (suo caro amico e assessore). Quest’ultimo, rimpinguata la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio né quelli del Comune e così tutti rimasero immersi nei debiti. Vedendo il disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi d’interesse, il Comune chiese aiuto ai paesi vicini. Risposero che non avrebbero potuto aiutarlo. Avevano vissuto la medesima disgrazia. Su consiglio “disinteressato” del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per scuole, servizi sociali, strade, sanità. Innalzata l’età pensionabile, licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassati i salari, aumentate le tasse. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare lo scandaloso commercio di asini.

La storia divenne ancora più grottesca quando si scoprì che il banchiere e i due truffatori erano fratelli e che erano andati a vivere insieme alle Bermuda. Vennero chiamati fratelli Mercato. Generosamente, promisero di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente. Il racconto-metafora s’interrompe ma non finisce qui perché non si sa cosa fecero gli abitanti del villaggio. Forse scesero in piazza con manifestazioni più o meno violente.

 

Alla vigilia delle elezioni europee è evidente la morale: il soccorso è più a favore del sistema finanziario che dei cittadini. A soccorrere sono gli Stati sovrani, impersonati dal Sindaco della storia, che intervengono a sostegno delle banche. Per rientrare dal debito pubblico che ha avuto un’impennata per risanare il sistema bancario, arrivano i tagli alla spesa pubblica.

 

E’ avvenuto in Grecia, in Italia e in altri paesi europei. E’ il caso di ricordarlo domenica 25 maggio al momento del voto per il rinnovo del Parlamento europeo. Per un’Europa politica solidale, più attenta agli interessi e ai bisogni dei cittadini che a quelli delle banche.

 

2 Comments

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  2. Antonello Farris

    Come si può fare in modo che l’Europa aiuti i cittadini piuttosto che il sistema finanziario? Sarebbe facile se ci fosse un partito che nel proprio programma per l’Europa dicesse chiaramente come vuole porsi davanti a questo bivio. Purtroppo questa chiarezza non è facile da individuare. E allora?…La mia impressione è che tutto resterà immutato o che tutto verrà distrutto. Infatti, votando per i partiti pro euro e pro Europa le cose non cambieranno; votando per i partiti anti euro e anti Europa l’Unione si dissolverà e ogni Stato dovrà cavarsela da solo. Questa è la dura realtà di questi anni.

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