I mestieri della terra [di Gian Franca Fois]

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Suolo, verde, paesaggio e agricoltura sono i quattro termini che si sono dipanati, intrecciati nell’incontro “I mestieri della terra” che si è svolto nei giorni scorsi su iniziativa del FAI Sardegna che, dopo gli incontri di Sedilo e di Santu Lussurgiu, si presenta a Cagliari con la neopresidente Maria Antonietta Mongiu e Il capo delegazione della delegazione di Cagliari Giovanni Cappai.

Anche nel sentire comune ormai si sta sostituendo al concetto idealistico di paesaggio il concetto del paesaggio come luogo plasmato dalle generazioni precedenti nel corso di secoli, o meglio di millenni, e ciascun paesaggio è frutto della storia economica, giuridica, sociale, culturale degli abitanti di ogni determinato luogo contribuendo così in gran parte a determinare l’identità delle comunità.

Per questo motivo è importante la salvaguardia del paesaggio, salvaguardia che non deve essere intesa come semplice conservazione dell’esistente ma come una preservazione che apre la strada a interventi rispettosi ma innovativi, in linea coi sistemi moderni. E’ interessante notare che proprio in questo periodo di crisi profonda in Sardegna l’unica voce economica col segno più è quella dell’agricoltura, è infatti aumentato il numero di giovani, soprattutto donne, che ha deciso di dedicarsi alla coltivazione della terra. Si tratta di un avvenimento importante che può aprire la strada a sviluppi economici e a un futuro migliore e meno precario per le giovani generazioni.

Penso però che sia necessario che la Regione sostenga le piccole aziende che si stanno creando non con sovvenzioni e conseguente sperpero di denaro pubblico ma con erogazione di servizi, con studi ragionati delle diverse possibilità di cultura, con la conoscenza e diffusione di pratiche tradizionali in modo da mantenere legami reali col territorio. La Sardegna infatti ha sempre avuto una grande biodiversità che purtroppo si sta riducendo. Alcune di queste specie, come le mandorle, hanno inoltre caratteristiche genetiche proprie originali ma purtroppo è pressoché sparita la loro coltivazione e siamo costretti ad importarle. E’ importante perciò che questa varietà, che ha un valore economico, culturale, sociale e scientifico enorme, venga tutelata.

Due sono in questo contesto gli altri fronti su cui è necessario impegnarsi: la salvaguardia del suolo e la lotta contro gli incendi.

Il suolo non è una risorsa infinita, impiega millenni per formarsi ma lo si può degradare o eliminare in breve tempo con distese d’asfalto, taglio di alberi che lo denudano e sotto la sferza degli agenti atmosferici, pioggia e vento soprattutto, lo disperdono completamente. Occorre perciò un’azione costante di conoscenza e controllo del territorio e di una normativa che regolarizzi gli interventi.
Ultimamente infine si sta affermando una diversa percezione del fuoco che, dopo essere stato demonizzato per molti anni, viene ora nuovamente considerato parte integrante, come l’acqua, della vita degli uomini, elemento con cui convivere e utilizzare a favore dell’uomo.

Solo un corpo forestale correttamente preparato alla gestione del fuoco può in gran parte evitare, o domare, gli incendi che ogni estate distruggono estesi territori della nostra regione. Ora si sviluppano soprattutto in pianura e mettono sempre più a rischio le persone lambendo spesso le periferie dei paesi e delle città. Ma l’opera dei forestali non è sufficiente se non c’è un atteggiamento collaborativo da parte dei cittadini e soprattutto degli agricoltori e pastori che col loro lavoro presidiano il territorio.

I problemi sul tappeto sicuramente sono molteplici, chi ci governa deve avere conoscenze, competenza, capacità di ideazione e programmazione. Per questo il FAI prende l’impegno, attraverso i suoi soci, di portare avanti un’azione di conoscenza, denuncia ma anche di intervento positivo grazie all’esperienza maturata a livello nazionale, insomma una sorta di “sentinelle sociali” che, soprattutto se numerose, potranno influenzare in modo proficuo per tutti il lavoro dei nostri governanti.

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