L’agro biodiversità sarda e una moderna agricoltura [di Luigi Lotto]

14_43_20080505181308

Con la approvazione del testo unificato che dette nuove norme in materia di agricoltura, la regione Sardegna si dota finalmente dei necessari strumenti legislativi in materie di sua competenza ma da troppo tempo ignorati.

Da una parte, infatti, si è voluto adeguare la normativa sarda alle norme nazionali e internazionali in tema di salvaguardia e valorizzazione della agro biodiversità isolana, dall’altra si è voluto creare le condizioni per valorizzare le produzioni dei nostri agricoltori attraverso l’istituzione di un marchio collettivo di qualità e creare altresì le premesse affinché il tessuto economico territoriale si strutturi, con nuovi strumenti di governance e in sintonia con le istituzioni locali, per promuovere e guidare lo sviluppo economico locale.

Per quanto attiene in particolare all’agro biodiversità la legge trova un punto di riferimento normativo nel Trattato Internazionale per le Risorse Genetiche Vegetali per l’Alimentazione e l’Agricoltura, firmato a Roma nel 2001 ed entrato in vigore nel giugno del 2004. La legge n. 101 del 6 aprile 2004, con cui l’Italia lo ha ratificato, dispone che siano le regioni a provvedere all’implementazione delle previsioni del Trattato: in questo modo assumono particolare e nuovo rilievo le iniziative regionali, finalizzate ad individuare alcuni strumenti per la conservazione e la valorizzazione delle risorse genetiche autoctone.

Con questa legge la Regione Sardegna si dota di uno strumento legislativo che riconosce la biodiversità come patrimonio fondamentale della regione, supporta la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione delle entità e degli ecosistemi che la compongono in un’ottica di disponibilità collettiva e di sviluppo sostenibile. Nel testo viene trattato il tema dell’agro biodiversità mentre la biodiversità della fauna selvatica e della flora spontanea dovrà essere affrontato, in parallelo con altri temi di eguale importanza per la salvaguardia e tutela dell’ambiente: aree protette, legge forestale, parchi, agenda “Natura 2000” ecc., con altra iniziativa legislativa.

Protagonista insostituibile nelle nostre comunità rurali e nei sistemi produttivi tradizionali, con una innegabile influenza sulla tipicità dei prodotti e sulle caratteristiche assunte dal paesaggio rurale, il patrimonio di biodiversità che in Sardegna si intende tutelare e preservare, rappresenta una garanzia anche per le agricolture intensive. Queste ultime, basate su pochissime varietà coltivate e razze allevate, altamente specializzate ma significativamente fragili in termini di variabilità genetica e capacità di adattamento alle modificazioni del clima e dell’ambienta, possono trovare elementi indispensabili al loro rinnovamento solo nella ricchezza di variabilità genetica della agro biodiversità.

Non è un caso infatti che importanti ditte sementiere multinazionali vadano alla ricerca costante di nuovo patrimonio genetico da utilizzare nella costituzione di nuove varietà da brevettare e immettere sul mercato mondiale. Paradossalmente quella biodiversità che le moderne agricolture intensive tendono a depauperare rappresenta anche per loro l’unica riserva genetica che ne possa garantire in futuro la sopravivenza.

Ciò che, pertanto, la Regione e la comunità Sarda devono evitare, è che il proprio ricchissimo patrimonio di agro biodiversità vada disperso o possa essere utilizzato da chiunque per obiettivi estranei agli interessi della comunità stessa.

I principali pilastri su cui poggia l’impianto della legge in tema di agro biodiversità, sono rappresentati dall’istituzione dei repertori regionali tenuti dall’Assessorato regionale dell’Agricoltura, ove è prevista l’iscrizione delle risorse genetiche locali, nonché l’istituzione della Banca regionale del germoplasma di interesse agronomico, zootecnico e forestale con il fine di garantire la tutela, mediante la conservazione ex situ, delle razze e varietà locali. La previsione di una commissione per la biodiversità vegetale e animale, garantisce all’Assessorato regionale il necessario supporto scientifico nella predisposizione e nella gestione dei repertori.

Altro pilastro fondamentale è rappresentato dalla rete di conservazione e sicurezza delle risorse genetiche di interesse agrario, zootecnico e forestale a cui possono aderire soggetti pubblici o privati, quali enti locali, istituti sperimentali, centri di ricerca, università, associazioni, agricoltori e produttori, singoli o in forma associata, che siano in possesso dei requisiti previsti. Particolare importanza riveste il riconoscimento del ruolo di “agricoltore custode” a coloro che provvedono alla conservazione “in situ” delle razze e varietà locali a rischio di estinzione ed iscritte nei repertori regionali. La loro attività quotidiana garantisce la conservazione delle risorse genetiche vegetali ed animali nell’ambiente e nel contesto economico più adeguato.

Con l’istituzione del contrassegno e delle comunità di tutela della biodiversità nonché con la previsione di adeguati interventi per la ricerca scientifica sulla biodiversità agraria e alimentare, si vogliono infine predisporre le condizioni per la valorizzazione e la conoscenza della biodiversità nella comunità sarda.

Non una legge di spesa quindi ma uno strumento indispensabile per il “governo” e la valorizzazione del nostro patrimonio ereditato dai nostri padri e che dobbiamo garantire ai nostri figli.

*Presidente Commissione Agricoltura Consiglio regionale

One Comment

  1. maurizio orrù

    Importante e essenziale provvedimento varata da questa Giunta regionale. Vi chiedo è possibile avere gli estremi di questa legge? Grazie anticipatamente.

Lascia un commento