Protestare quando le cose vanno bene? [di Giuseppe Pulina]

Movimento-Pastori-Sardi

Il Movimento Pastori manifesterà a Cagliari martedì 23 settembre contro le politiche dell’Assessore per l’Agricoltura Elisabetta Falchi e del presidente Francesco Pigliaru relative al settore agropastorale. Ho scritto per queste pagine (e per La Nuova) alcuni articoli di sostegno al Movimento di Floris e Ladu (ai Pastori le Botte Piene) e ho partecipato a diverse iniziative da loro promosse quando c’era in gioco la sopravvivenza del sistema zootecnico ovino e caprino della Sardegna. Tuttavia, in questo frangente mi sfuggono le ragioni profonde che animano la protesta.

Provo a mettere in fila un ragionamento:
1. Il nuovo Assessore al momento dell’insediamento ha trovato un ritardo pauroso nella formulazione del Piano di Sviluppo Rurale. Ha stressato la struttura assessoriale e nonostante le difficoltà è riuscita a presentare il documento (perfettibile perché ora siamo nella fase di negoziazione con Bruxelles che durerà 6 mesi) nei tempi stabiliti. Tardare anche pochi giorni avrebbe comportato un rischio enorme per alcune partite aperte nella prossima fase di programmazione, prima fra tutte il benessere animale.

2. Il precedente Assessore aveva già insediato i tavoli di partenariato e la Falchi non ha potuto fare altro che mandare avanti quanto stabilito in precedenza, pena l’azzeramento delle procedure (che in realtà erano abbastanza a zero nella pratica).

3. L’Assessore Falchi si è “fatta vedere” costantemente a Roma, al MIPAAF, al contrario dei suoi predecessori, strappando “in zona Cesarini” alcuni benefit per la Sardegna.

4. In questo momento felice per i corsi del Pecorino Romano sul mercato internazionale, si dovrebbe pensare seriamente a ricapitalizzare il sistema e a finanziarizzarlo, coinvolgendo gli attori di un mercato più aperto ai venture capital di quanto non sia accaduto finora. Due anni fa ho organizzato un convegno a Sassari nel quale abbiamo analizzato la possibilità di cartolarizzare in futures le prospettive mercantili del pecorino.

5. Otto anni di benessere animale (che hanno portato nelle casse delle imprese pastorali oltre 300 milioni di euro) non solo hanno consentito ai pastori di “passare ‘a nuttata”, ma ci hanno consegnato un sistema produttivo profondamente mutato e più competitivo: la sola riduzione del contenuto in cellule somatiche nel latte (dalle iniziali 1,6 milioni alle attuali 900 mila) ha portato un aumento produttivo medio procapite del 20% alla stalla e un deciso miglioramento dei processi di caseificazione e maturazione del formaggio. Insomma, non sta a me difendere l’operato dell’Assessore (non ne ho titolo e, come nel caso degli assessori precedenti, mi comporto in base a quanto osservo), ma credo che il Movimento Pastori, in analogia a quanto stanno facendo le grandi organizzazioni degli imprenditori (Coldiretti, CIA, Confagricoltura, Copagri), dovrebbe focalizzarsi sulle emergenze vere che ci stanno di fronte.

Ne cito tre, a titolo di esempio:
1. Stiamo per restituire a Bruxelles una barca di soldi del PSR 2007/13 (si parla di oltre 400 milioni di euro, di cui la metà assegnati ai GAL e non spesi). Ebbene, l’Assessore e il Presidente Pigliaru dovrebbero, a mio avviso, commissariare oggi e non domani tutti i GAL, formare una task force di funzionari LAORE e ARGEA per accelerare al massimo la spesa di questa montagna di denaro (che sta fuori dal patto di stabilità, come è noto) che, considerati i circuiti che sarebbe in grado di attivare, vale dal 5 al 7% del PIL della Sardegna.

2. Mettere subito e definitivamente mano al problema dell’acqua, viste le attuali vicende dei Consorzi di Bonifica, compresi quelli considerati virtuosi quali quello della Nurra.

3. Convocare una conferenza urgente per varare il piano di riordino degli enti agricoli regionali (compresa la risoluzione dell’annoso problema dell’ARAS la cui funzione nel sistema agropastorale è essenziale e insostituibile) varando, entro l’anno, l’Ente per l’Agricoltura, l’Alimentazione e lo Sviluppo Rurale (in contemporanea Pigliaru dovrà accelerare la riforma della legge 31 sul personale regionale ormai anacronistica rispetto agli stravolgimenti che si stanno abbattendo sulla pubblica amministrazione da parte del governo nazionale). Questo non è il tempo delle divisioni e delle contrapposizioni: di annate buone come questa non ne capitano molte per cui andiamo tutti in campo per raccogliere e conservare. A bisticciare c’è sempre tempo.

6 Comments

  1. Fortunato Ladu

    Concordo su tutto ma su una cosa dissento,il MPS e’ di Felice da piu’ di un anno in quanto io non sono d’accordo sulla
    linea del Movimento

  2. Antonello Carta

    In effetti la protesta contro Assessore e Giunta appare incomprensibile ai più per molte delle ragioni esposte da Giuseppe Pulina. Ma alcune altre considerazioni dell’autore meritano qualche commento.
    Tra le ragioni che rendono incomprensibile la protesta del Movimento Pastori vi è sicuramente l’attenzione su nuova giunta Giunta e nuovo Assessore all’Agricoltura.
    Forse è arrivato il momento di fare altre considerazioni. La classe dirigente che partecipa al processo “in-decisionale” in Agricoltura non è solo quella politica. Non riesco a immaginare un solo Assessore, anche il più cialtrone e incompetente, che possa avere un qualche interesse a contrastare un’ efficace programmazione e esecuzione del PSR. Certo le abilità assessoriali contano eccome, e sicuramente siamo di fronte a un deciso miglioramento rispetto alla precedente legislatura. Ma può bastare questo! A mio parere no.
    Innanzitutto per una sfortunata coincidenza temporale per la quale elezioni regionali e scadenze dei PSR coincidono. Ciò comporta che le riflessioni strategiche , qualora ci fossero, realizzate nell’ambito di una Giunta devono essere comprese e in qualche caso anche profondamente rivisitate da quella subentrante. In ogni caso si procede frettolosamente. Non può sfuggire a nessuno che in queste condizioni il ruolo che dovrebbe giocare la burocrazia regionale sarebbe decisivo. Ma non è così. Se è vero che il nuovo Assessore ha dovuto stressare le strutture per completare le procedure nei tempi stabiliti , e di fatto senza poter modificare il merito delle questioni, si deve prendere atto che la struttura è inadeguata e non auspicare che dalla politica regionale spunti il Genio della Lampada sotto forma di Assessore all’ Agricoltura. Nel discorso di insediamento del Presidente Pigliaru era enunciato il proposito di fare l’anagrafe delle competenze della macchina regionale. La si faccia . La si faccia soprattutto in Agricoltura: nell’Assessorato , nelle Agenzie e nelle strutture che seppure non organiche alla pubblica amministrazione vengono di fatto sostenute dalla Regione. Ne risulterà un quadro paradossale, incomprensibile anche per il più fantasioso dei manager di risorse umane . La correlazione tra competenze e ruoli e funzioni che si occupano è vicina allo zero. Le successive riforme, della legge 31 in primis e solo successivamente delle Agenzie agricole, devono partire dunque da una approfondita conoscenza delle risorse umane disponibili. Altrimenti si ottengono i risultati non eccelsi delle riforme precedenti. Nel frattempo l’Assessore con appositi atti di indirizzo obblighi dirigenti e funzionari anche di Agenzie e strutture diverse a lavorare sulla base delle loro competenze in Unità Operative costruite per progetti specifici. Queste unità operative saranno un utile percorso per la definizione di ruoli e funzioni nelle riformate strutture.
    Qualche considerazione sugli altri punti toccati da Pulina. Il contesto favorevole al Pecorino Romano non è un caso fortunato ma deriva da un prevedibile trend globale dei prodotti lattiero-caseari e da una più saggia gestione delle produzioni da parte di industriali e cooperative. Sarà sufficiente questo a garantire il reddito degli allevatori nei prossimi anni ? No se non si avviano poderose iniziative di diffusione dell’innovazione tecnologica con il principale obbiettivo di aumentare la produttività. Cito due obbiettivi a mio avviso cruciali: l’incremento della quota di auto-approvvigionamento aziendale o almeno regionale dei fabbisogni alimentari e il miglioramento della produttività per singolo capo. L’incremento della qualità del latte rimane un obbiettivo anch’esso primario a patto che la sua definizione sia precisamente ancorata a valori economici : a ogni incremento della qualità deve corrispondere un incremento del valore economico del prodotto almeno sufficiente a compensare l’aumento dei costi di produzione sostenuti per ottenerlo.

  3. Queste considerazioni di Giuseppe Pulina deve farle proprie anche il presidente Pigliaru.

  4. chiricheddu

    La colpa dei soldi non spesi non è dei GAL ma della mostruosa burocrazia che la nostra Regione, e quindi i dirigenti Laore e Argea, ha costruito. Questa rende quasi impossibile la spendita delle risorse disponibili.
    Sembra quindi, una presa per i fondelli, proporre che i funzionari di LAORE e ARGEA, prendano in mano la situazione per accelerare al massimo la spendita delle risorse residue.
    Sarebbe opportuno, che prima di fare simili proposte, ci si informi meglio.

  5. sardus48

    Chiricheddu o non conosci i Gal o li conosci troppo bene ! i GAL ( gruppi di azione locale ) sono stati istituiti non da dirigenti, ma da leggi , come purele procedure previste per la spendita dei fondi assegnatili, e sono costituiti da privati e comuni che hanno il compito di valorizzare le risorse locali come compito di istituto, e per tale motivo ricevono soldi pubblici ( EU e Regione) . Tu sai bene come molti GAL hanno speso i soldi , e se fai finta di non sapere te lo racconto io : i soldi che hanno speso , eccetto quelli per il loro funzionamento, spesso non li possono rendicontare, perché non appartengono a quelle categorie di spesa che la UE permette , ammette e per le quali eroga i contributi o sono lentissimi ad attuare i progetti (o attuato un beneamato nulla) per il loro territorio. Ecco il perché di quel 5% . E l’Assessorato deve effettuare questi controlli, altrimenti scattano le sanzioni UE e nasce un altro caso “di aiuti di stato” con multe e restituzioni dei fondi ottenuti , che ha messo nel lastrico tanti agricoltori , con la messa all’asta a prezzi ridicoli , delle loro aziende agricole .
    Chiamale pastoie burocratiche, chiama i funzionari regionali che controllano cerberi, ma invero i GAL sapevano fin dall’inizio quali erano i compiti istituzionali, e se avevano dubbi, ( legittimi) potevano chiedere lumi alla struttura regionale di controllo , invece hanno fatto come hanno voluto ed adesso che i “buoi sono scappati ” invece che fare il mea culpa, alzano la voce e scaricano sulla regione , le loro inefficenze .

  6. Attilio

    Pur senza commentarlo, avevo condiviso dal 21 settembre l ‘intervento di Pulina. Il flop della manifestazione di ieri, nonostante il fervido endorsement dell’Unione Sarda, la dice lunga!

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