La giornata mondiale del suolo [di Sergio Vacca]

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L’Unione delle Società Scientifiche, che a livello internazionale si occupano di Suoli, la IUSS, propose nel 2002 che il 5 dicembre di ogni anno venisse celebrata la Giornata mondiale del Suolo. Ma è stata la FAO, nella sua Conferenza mondiale del giugno del 2013, a richiedere alla 68^ Assemblea Generale delle Nazioni Unite del dicembre 2013 di adottare formalmente il 5 dicembre come World Soil Day. La stessa Assemblea Generale nella circostanza ha anche deciso che il 2015 sia dichiarato International Year of Soil, acronimo, IYS 2015. Appuntamento, quindi, regolarmente ripetuto da circa dieci anni in tutto il Pianeta e in Italia in diverse sedi universitarie; quello del 2013 ad Ancona a cura dell’Università Politecnica delle Marche.

Quest’anno è stato Alghero, Dipartimento di Architettura e Urbanistica, a raccogliere il testimone. Il primo col sigillo dell’ONU e, soprattutto, immediatamente precedente all’Anno internazionale del Suolo 2015. Appuntamenti questi per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale ed i decisori politici sul ruolo fondamentale del Suolo per il sostegno della vita nel Pianeta. Un insieme di punti, elencati nel documento finale dell’Assemblea Generale dell’ONU, riguarda la sicurezza alimentare; l’adattamento alle condizioni imposte dai cambiamenti climatici; le strategie per la difesa della risorsa dalla degradazione e dalla desertificazione.

Ad Alghero, questi temi generali sono ricompresi in interventi che toccano punti estremamente sensibili della politica del territorio nel nostro paese. Si comincerà, infatti, col tema molto attuale del Piano Paesaggistico regionale nei suoi riflessi sulla risorsa Suolo. Per toccare poi il rapporto con la pianificazione urbanistica, considerando in particolare quell’area “grigia” rappresentata dall’incerta definizione dei suoli delle zone sub-urbane, in rapporto a ipotesi di destinazioni d’uso confliggenti.

L’agricoltura sarà un altro dei temi sensibili per il rapporto con la sovrautilizzazione delle Terre. A questo si affianca il tema, importante anche per il controllo delle emissioni di carbonio in atmosfera, del ruolo della sostanza organica nel suolo e dell’uso di materiali organici nelle pedotecnologie per la ricostruzione di suoli degradati. Il conflitto ambientale ed il dissesto idrogeologico saranno trattati con riferimento ad una pianificazione per niente attenta ai caratteri ed alle potenzialità dei suoli, ma soprattutto alle necessità di conservazione della risorsa suolo.

Sarà anche affrontato il tema delle nuove frontiere della ricerca sul suolo e dei problemi di pianificazione: i suoli antropogenici, formatisi in rapporto alle attività antropiche; i suoli degli ambienti climaticamente definiti estremi. Un altro tema sensibile, e di grande attualità per l’isola, quello della pianificazione in aree coinvolte in attività militari. Non è, infine, trascurato il rapporto con l’eredità culturale; saranno infatti illustrate le metodologie pedologiche nello studio dei siti archeologici e per la pianificazione dei beni culturali.

Il workshop si concluderà con una tavola rotonda sul tema generale della pianificazione, ma con un occhio di riguardo alla pianificazione paesaggistica, al quale parteciperanno l’Assessore regionale dell’Urbanistica, Pianificatori Urbanisti, Archeologi, Antropologi e Pedologi.

Questo il link dell’evento http://www.architettura.uniss.it/Eventi/Seminari-e-convegni/World-Soil-Day-2014

 

2 Comments

  1. Maria Luisa Vargiu

    Molto bello l’ articolo, molto bene l’ Anno Internazionale del Suolo 2015.
    Tra gli autorevoli interventi della Giornata Mondiale del Suolo 2014 di Alghero, sembra mancare quello dedicato alle specie viventi. non casualmente presenti nel Suolo.
    Forme di vita riservata, con adulti, con larve, ecc. , anche in Sardegna non conosciute del tutto.
    Un ” microcosmo ” animato, in parte ancora misterioso per varietà, per biologia, per utilità o dannosità per noi, che, come il Suolo stesso, stupisce, affascina e sempre più Serve !

  2. Se ho ben compreso, quindi, quelli titolati ad esprimersi sulla Pianificazione paesaggistica sono solo o soprattutto i Pianificatori Urbanisti, gli Archeologi, gli Antropologi e i Pedologi.
    Bene. …
    Ma allora, chiedo sommessamente di sapere cosa c’entra
    l’evocazione del dissesto idrogeologico? Almeno per come è dato intenderlo concretamente e pragmaticamente. Se si vuole discutere anche di quel tema occorre farlo con chi se ne occupa direttamente. E, che lo si voglia o no, ben difficilmente Urbanisti, Archeologi, Antropologi e Pedologi oggi si occupano di Alluvioni, frane ed erosione delle coste.
    Ricordo, a tale proposito, che nel 2008, all’indomani dell’alluvione di Capoterra, erano in molti i pianificatori urbanisti (con qualche voce di accompagnamento anche all’interno dell’Assessorato ELFU) che ancora sbuffavano al grido di “no, no! Non è così”, quando gli si diceva pubblicamente della Prevalenza amministrativa del PAI su tutta la Pianificazione RAS e comunale.
    Per fortuna stava iniziando allora anche fuori dal Palazzo regionale il lungo cammino degli adeguamenti degli strumenti urbanistici al PAI prima (fra l’altro in quanto preordinato) e al PPR poi.
    Piano Piano, mentre fa il Piano, qualcuno da qualche anno sta effettivamente iniziando a farsi qualche giusta domanda su quanto e cosa devono ancora fare i Pianificatori Paesaggisti e quelli Urbanisti. Su chi devono ascoltare e su quanto devono conoscere, prima di pianificare, appunto.
    Lo vedremo. Spero presto. Anche perché, qualunque idea si abbia sui cambiamenti climatici, quel che accade sempre più spesso in italia è che sta andando a scadenza la cambiale di 60 anni di miopia urbanistica, paesaggistica con annessa clausola di ipocrita sudditanza idrogeologica alle soluzioni palliativo.
    Cordiali Saluti

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