Sillabario per un disastro (in)evitabile? [di Nicolò Migheli]

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Nel convegno del FAI “La buona terra. Fonti energetiche e impatto su suolo e ambiente in Sardegna” tenutosi il 19 febbraio scorso, si sono dette molte cose e molte parole-chiave. Alcune di quelle parole sono indicative del disastro verso cui corriamo.

Ascaro. Soldato eritreo e somalo, aggregato in bande comandate da un ufficiale italiano, adibito al controllo e repressione dei territori coloniali. Il termine è stato usato per indicare i rappresentanti locali delle società che speculano sulle energie rinnovabili. (Se il termine ascaro, viene considerato offensivo, le due definizioni seguenti di borghesia lo possono sostituire)
Borghesia compradora. Termine coniato nell’America Latina degli anni ’60 identifica le borghesie locali che perseguono forme di intermediazione tra poteri esterni e quelli locali traendone profitto a scapito del bene comune. In Sardegna è un ceto che può contare su di una tradizione secolare.
Borghesia estrattiva. Non necessariamente sinonimo di compradora, qualifica un ceto che non produce, vive di rendita, “estrae” la ricchezza comune e la privatizza.
Cannonau. 7.500 ettari coltivati.
Cardi. Prevista una coltivazione di 30.000 ettari per un raggio di 70 chilometri da Porto Torres. Dopo la fine della coltura per poter riutilizzare le terre occorrono tre anni di diserbo totale.
Carignano. 1.700 ettari coltivati.
Canne. Nel Sulcis si prevede la coltivazione di canne a scopo energetico su di una superficie di 17.000 ettari. Coltura infestante ad alto impiego di acqua, cagionevole di incendio estivo. Terreni difficilmente recuperabili ad altre colture.
Cibo. Nel 2050 la popolazione del pianeta è prevista in 9 miliardi e 600 milioni, la Fao stima che la produzione di cibo dovrà aumentare del 70%.
Co2. Nonostante tutto lo sforzo fatto con le energie alternative, pare che le emissioni di Co2 siano invariate.
Efficientamento energetico. Termine orribile che indica la razionalizzazione dei consumi. Quanto di potrebbe risparmiare con sistemi a basso consumo? (vedi la voce Energia)
Energia. Il fabbisogno energetico di tutta la Terra nel 2050 diminuirà del 35% rispetto ai valori attuali. Attualmente la Sardegna ne produce il 40% in più rispetto alle sue esigenze.
Energia distribuita. Uno dei padri delle rinnovabili Jeremy Rifkin, sostiene che la produzione delle energie alternative a quelle tradizionali andrebbe distribuita tramite tetti fotovoltaici, piccoli impianti eolici, idroelettrico, con sistemi di scambio. Scelta totalmente ignorata a favore delle concentrazioni e i grandi gruppi.
Eolico. In Sardegna sono presenti 27 centrali eoliche (453 MW di potenza), altre 34 in attesa di autorizzazione, pari a 61 parchi eolici con 1.265 MW di potenza.
Far West. Sardegna come Far West energetico, dove vige la legge del più forte. I nativi comprati con perline ed acqua di fuoco. (vedi la voce Piano energetico)
Galsi. Il governo ripropone il Galsi, perché non chiedere invece un collegamento solo con la rete italiana? In questo caso ci sarebbe un collegamento con il sistema europeo che sta costituendo un centro unitario di acquisto che abbatterebbe di molto il prezzo.
Incentivo. Tutta la speculazione sulle rinnovabili non vi sarebbe se non fosse sostenuta dagli incentivi pubblici, dai soldi di tutti.
Investimento. Nel solare termodinamico un investimento pari a 10 rende 130. Quale altra attività avrebbe una resa così alta? La vendita di stupefacenti, forse. Quale altra attività ha un mercato sicuro per venti, trent’anni e più?
Laico. Correntemente definisce persona lontana da ideologie. In questo caso chi è disposto a cedere il bene comune per interessi privati. (vedi voce talebano)
Marginalità. Ovvero del terreno marginale. Definizione usata dagli imprenditori delle energie alternative per giustificare le loro richieste. Per terreno marginale si intende un suolo che oggi ha scarso valore economico. Basterebbe controllare un catasto storico per accorgersi che terreni oggi marginali fino agli anni Cinquanta erano classificati come seminativi e produttivi. Con il bisogno crescente di terre fertili è meglio lasciarle improduttive che condannarle con attività che le depauperano, a volte per sempre (vedi voci, cibo, cardi e canne).
Occupazione. Agricoltori, dipendenti ed indotto aboliti, non vengono sostituiti dalle attività delle imprese energetiche. Si calcola che mediamente per 10 nuovi posti di lavoro creati se ne perdano 15.
Opera di pubblica utilità. Gli im/prenditori del solare termodinamico, intenderebbero utilizzare l’escamotage della opera di pubblica utilità per espropriare i terreni che non vogliono essere ceduti loro. Per lo stesso principio, visto che l’agricoltura è considerata attività strategica, un contadino che non raggiunge i 3,5 ettari per essere considerato impresa, potrebbe chiedere l’esproprio dei terreni confinanti.
Paesaggio. Bene immateriale ed identitario in cui ci si riconosce e da lasciare alle future generazioni. Oggi oggetto di attacchi pesanti. In fin dei conti anche i Nuraghe hanno stravolto il paesaggio precedente. Lo sosteneva tra il cinico e l’ironico uno degli intervenuti al convegno.
Politica. L’ideologia neo liberista sostiene che sia il mercato a dominare l’economia. La politica spesso asseconda questa diceria. Ma il disastro in atto è frutto di scelte politiche e di leggi conseguenti. (vedi la voce incentivi)
Piano energetico regionale. Non esiste. L’unico esistente è quello licenziato dalla giunta di centro destra in fine legislatura, da lì bisognerà ripartire.
Serre fotovoltaiche. Dovrebbero essere una integrazione all’attività agricola. In realtà al buio si possono coltivare solo funghi o su nennere, i germogli di grano per le funzioni della Settimana Santa. Le piante hanno bisogno di luce, basterebbe togliere alcuni pannelli e qualcosa sarà possibile ottenere.
Solare termodinamico. Impianti pensati per il deserto che si vuole sistemare in terreni fertili e di pianura. Quelli migliori.
Sovranità alimentare. la Sardegna è autosufficiente negli approvvigionamenti alimentari – turisti estivi compresi- per il 55-60%. In quel numero è compresa anche l’economia di relazione e del dono. Il dato è basso, lo stesso del Giappone, che non a caso è uno dei protagonisti del Land Grabbing. Il Paese asiatico pur non comprando terre in Africa, lo fa negli stati centrali degli Usa, garantendo il cibo alla sua popolazione.
Talebano. Studente delle madrasse islamiche del Pakistan diventato sinonimo di combattente radicale. Nell’accezione corrente persona rigida ed ideologica. Diconsi talebani tutti coloro i quali non accettano la verità delle energie alternative privatizzate a scapito del bene comune.

In conclusione resta l’amaro in bocca. Come sosteneva un “filosofo” nuorese: Proet e tue cue, semper tontu. Quasi un ritratto di certi sardi.

 

 

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