Il fango trentino sulla dignità femminile [di Veronica Rosati]

Val di Non

Ferragosto pare aver spazzato via le alte temperature che hanno regalato una calda estate anche in alta Valle di Non. Tempo di vacanze e di frivolezze, come ogni agosto italiano. I quotidiani locali di questi giorni hanno riportato la vicenda delle infelici dichiarazioni del sindaco di Cloz, piccolo centro dell’alto Trentino. Parlando del ruolo delle donne nella sua giunta, si lascia andare ad un vortice di affermazioni sessiste retrograde, fino a sfociare in un “Io le donne le preferisco a letto“.

Pareva tramontato il berlusconismo. E con lui l’era delle frivolezze mischiate alle serie faccende istituzionali. Ci eravamo illusi che fossero ormai lontani i tempi delle olgettine, delle siliconate igieniste dentali in parlamento, delle fidanzatine poco più che adolescenti che sorridevano accanto a vecchi ma ricchi e potenti nonnini. È davvero triste constatare che questo degrado della politica lo credevamo superato con il declino di Berlusconi e la sua conseguente sparizione da giornali e telegiornali. Ma si sa, noi italiani siamo gente semplice e un tantino ingenua. Qualcuno diceva che le cose non dette non sono reali, ma è, ahinoi, solo un’illusione.

Vediamo le ministre del governo Renzi così pacate ed educate, composte e preparate e pensiamo erroneamente che i tempi siano cambiati. Crediamo che le donne non siano più degli oggetti utilizzati dalla peggior politica. Immaginiamo un mondo in cui la meritocrazia ha finalmente trionfato e dove i posti di lavoro e di potere vengano conquistati dai migliori. Uomini o donne che siano, indistintamente.

Crediamo, altrettanto ingenuamente, che nessuno, in questo terzo millennio inoltrato, possa ancora parlare di “ruolo adatto alle donne”. Ci sorprendiamo a sognare ad occhi aperti una società ormai multietnica, che ha fra le sue colonne portanti, il rispetto reciproco, a prescindere da sesso, razza o religione. In questa società, che crediamo davvero nostra, diamo per scontato che siano proprio le istituzioni e la politica a garantire tutto questo. A tutelare i valori più autentici su cui si fonda la società civile contemporanea.

Perseveriamo in una simile illusione e ne capiamo la sua natura fatua ed inconsistente in un attimo. In Val di Non ci è bastato imbatterci, anche solo attraverso gli articoli dei giornali locali, in personaggi come il sindaco Floretta. La massima autorità di un paesino di 700 anime del progredito Trentino ci ricorda che la dignità delle donne è messa quotidianamente in discussione da una mentalità becera e maschilista che non è affatto morta. Le donne sono dipinte come una presenza superflua, quasi inutile. Non fa niente se essa è tutelata o meno dall’obbligo delle cosiddette quote rosa.

Il sig. Floretta si fa inconsapevole portavoce di un enorme fetta di società che continua a discriminare le donne. A Cloz non sono all’altezza di ricoprire l’incarico di assessore alle foreste. Da qualche altra parte, in questa Italia sgangherata, qualche altra si vedrà esclusa da una qualunque posizione lavorativa. Perché donna o madre. Continueranno a non fare notizia le domande insistenti dei selezionatori sulla vita privata delle donne. Aspiranti commesse o avvocati, segretarie od operaie. Continuerà a non scandalizzare quella donna arrivata al potere solo per la sua avvenenza e per la sua disponibilità.

Cosa ben più grave, il continuo radicamento di questa mentalità maschilista tenderà a creare terreno fertile ad un’indiretta accettazione della violenza sulle donne. E ciò non è ammissibile. La donna resterà un oggetto del marketing della politica. Un bene di consumo sdoganato e legittimato a restare tale, poiché promosso dalla politica stessa.

Forse qualcuno inizierà a rendersi conto che non basta vivere in una regione ricca e progredita. In questo contesto, fa quasi sorridere quel Trentino che si compiace per i suoi elevati standard occupazionali o di qualità della vita. I media ci bombardano di statistiche che piazzano la nostra Provincia in vetta alle classifiche nazionali ed europee sui temi più disparati. Dall’economia, all’efficienza dei servizi alla persona, alla tutela dell’ambiente. Forse le patinate statistiche non considerano, a volte, che tutto il mondo è paese e che la nostra presunta posizione privilegiata è spesso infangata da mentalità arretrate e irrispettose. Non fa differenza se ciò accade in Val di Non o in qualche metropoli italiana.

Ammettiamolo, stavolta, a causa di un sindaco di un piccolissimo paese, il Trentino ha dato il peggio di sé. Guardiamolo tutti in faccia questo triste primato oggettivamente non misurato, ma che ferisce l’animo di ogni essere umano, non solo delle donne. Sì, esiste anche una faccia del Trentino forse mai uscito, sul tema del rispetto della dignità femminile, dal più oscuro Medioevo.

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