Nudi [di Franco Masala]

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C’era una volta un manuale di Storia dell’arte, molto diffuso tra i licei italiani negli anni Sessanta del secolo scorso. Ne erano autori due studiosi di valore, Enzo Carli e Gian Alberto Dell’Acqua. Le fotografie erano rigorosamente in bianco e nero e le poche tavole a colori fuori testo si contavano sulle dita di una mano. Come poi fosse possibile descrivere colori sfumati o giochi di luce e ombre durante le interrogazioni, pardon le verifiche, è uno dei misteri che non hanno impedito a molti di innamorarsi di quella disciplina e di farne la propria ragione di vita e di lavoro.

Le statue greche erano riprodotte con la proverbiale foglia di fico che ricopriva nudità maschili e femminili anche se per le donne non era presente alcun dettaglio che potesse suscitare pensieri lascivi. Si era lontani anni luce, insomma, dal famoso dipinto di Gustave Courbet L’origine du monde, risalente al 1866, che – ironia della sorte – fu commissionato dal diplomatico turco-egiziano Khalil-Bey. Nel libro di testo le “vergogne”, come traduceva dal greco un vecchio professore in una classe peraltro tutta maschile, erano completamente invisibili, determinando con il vedo/non vedo curiosità forse più morbose di un nudo integrale.

Ha destato scalpore, meraviglia, senso del ridicolo la decisione di coprire dietro una “scatola” le statue antiche dei Musei Capitolini durante la visita ufficiale in Italia del presidente iraniano Hassan Rohani. Se è cortesia non servire all’ospite musulmano il vino come è corretto non fumare davanti a chi non sopporta il fumo, è altrettanto vero che nascondere la propria cultura non è rispetto verso l’invitato ma soltanto basso tentativo di catturarne la benevolenza. È proprio vero ciò che canta Marcellina nelle Nozze di Figaro di Mozart: argent fait tout che possiamo tradurre liberamente come “il dio denaro giustifica qualunque cosa”.

Appellarsi al divieto islamico, neppure provato in termini rigorosamente teologici, di rappresentare la figura umana significa ignorare che proprio nel paese di Rohani, l’antica Persia, furono realizzate straordinarie e raffinate miniature contenenti numerosissime figure maschili e femminili.

Allora forse è il caso di farsi una bella risata omerica che seppellirà zelo e pruderie di chiunque abbia architettato la ridicola vicenda.

3 Comments

  1. Gabriella Granara

    Se avessero usato i pepli sarebbero stati in tema!!!!

  2. Franco Masala

    Anche perchè, magari, il passo dal peplo al burqa è più breve !

  3. Puggioni bruno

    Sarebbe stato divertente “rompere le scatole” all’ospite…

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